3. Harry

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Hackney, Londra

Faceva caldo, ma Harry non sembrava nemmeno sentirlo.

Con il corpo teso nello sforzo e il sudore che gli colava negli occhi, stava scaricando da un'ora delle casse di frutta dal camion che si era fermato a rifornire il piccolo negozio che apparteneva al suo amico Zayn.

Quest'ultimo stava lavorando come lui e i due non si parlavano neppure talmente erano concentrati nel lavoro.

Quando ebbero finito, la madre di Zayn uscì dal negozio con due bottigliette di acqua e, dopo averle date ai ragazzi, allungò ad Harry una banconota da dieci sterline.

" Mi dispiace, ma non posso darti di più...gli affari vanno male ultimamente " disse scusandosi.

" Lo so, non preoccuparti, va bene così " ribattè Harry infilandosi in tasca i soldi.

" Però, riferisci a tua madre di venire pure a prendere la frutta e la verdura quando vuole. Ci sono sempre delle cassette non proprio fresche, ma ancora buone " aggiunse la donna.

Harry annuì, sorrise, salutò Zayn con una pacca sulle spalla e si avviò verso casa.

Con i suoi capelli lunghi ben oltre le spalle, il corpo pieno di tatuaggi e i vestiti tipici di chi ne possiede pochi ed è costretto a lavarli spesso, Harry si adattava perfettamente allo squallido e sporco quartiere di Hackney.

Le case che sorgevano a lato della strada erano diroccate e piene di graffiti sui muri, ovunque, per terra, c'era sporcizia e spazzatura e in ogni angolo si vedevano gruppetti di ragazzi che bivaccavano e fumavano...non solo sigarette.

Harry arrivò a casa sua nel giro di pochi minuti, spinse lo sbilenco cancello del suo giardino invaso dalle erbacce ed entrò in casa.

" Ciao fratellone!" gridarono insieme tre vocette.

Harry sorrise e venne travolto da tre bambini che lo strinsero in un abbraccio.

Gemma, John e Lucy, dieci, sette e cinque anni, i suoi adorati fratellini...

Il ragazzo baciò tutti e tre sulla testa e disse:

" Andate a giocare, piccoli. Appena torna la mamma prepariamo la cena "

Gemma annuì, prese per mano i due fratelli più piccoli e li condusse ad un tavolo sbilenco, sul quale erano appoggiate due macchinine, una bambola che aveva visto giorni migliori e un peluche spelacchiato.

Harry sospirò, prese uno straccio e cominciò a spolverare i miseri mobili presenti nella stanza, in attesa che sua madre tornasse.

Il calcio, la nostra vita....Where stories live. Discover now