Distruggo un camion delle merendine

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PROLOGO
Ehilà gente! Occupo questo minuscolo *spazio me* per informarvi, se non avete letto la descrizione della storia, che questa è una oneshot di pochi capitoli e che i fatti qui narrati (mi sento professionale u.u) si svolgono dopo la guerra contro Crono.
Buona lettura!🙋🏼

Era una tranquilla giornata a New York, il sole splendeva e non c'era nemmeno una nuvola...E per tranquilla intendo piena di traffico, per sole che splende e nessuna nuvola intendo una cappa di smog che fa filtrare solo un raggio di luce.
Oh, a proposito, mi chiamo Skyler Jackson. Sono una ragazza di undici anni e sono stata in ben sette scuole diverse: non so per quale motivo, ogni tanto mi vengono come allucinazioni e mi ritrovo a combattere terribili mostri che tentano in ogni modo di uccidermi.
Già... Riuscireste a immaginarvi la mia vita anche solo per un attimo? Secondo me impazzireste al solo pensiero.
Mia madre mi dice che sono solo stressata, ma io comincio a provare sempre più paura. Più cresco, più quel tremendo brivido sul collo che mi fa notare la presenza di un mostro si fa intenso, come d'altronde aumentano i mostri. Comunque, stavo tranquillamente (e stavolta intendo proprio tranquillamente) passeggiando insieme ai miei compagni di classe vicino ai resti delle torri gemelle, per una gita, quando vidi una ragazza che mi fissava costantemente in modo alquanto inquietante e che i suoi occhi stavano diventando rossi... Non si tratta di occhi rossi da stanchezza, intendo proprio occhi rossi fiammanti, e quando mi voltai cercando aiuto notai che erano spariti tutti. "Fantastico" pensai "oltre a ritrovarmi faccia a faccia con una pazza scatenata, ho anche perso la mia classe e dunque ogni tentativo di fuga sarà vano...". Essendo disarmata, tentai di trovare qualcosa da scagliare alla ragazza che piano piano si stava trasformando in una vampira, quando ad un tratto, convinta che ormai non ci fosse via di scampo, mi ritrovai qualcosa in tasca: una penna a sfera. Vista la situazione, tolsi il cappuccio alla penna e quella si trasformò in una spada di un bronzo che non avevo mai visto prima, col simbolo di un tridente. A quel punto la ragazza-vampiro mostrò le zanne e, ringhiando, mi intimò:- Skyler Jackson! Un'appetibile bocconcino! Certo, magari non sei ancora come tuo fratello ma... Non male!-
-Aspetta- risposi -Hai detto... Fratello? Io sono figlia unica, mia madre, Sally Jackson...-. Lei rise malefica:- Oh, non preoccuparti, presto non dovrai più pensare a tuo fratello. Ma non ti spaventare cara, non sentirai alcun dolore!-.
Detto questo, si scagliò contro di me spalancando le fauci, ma io prontamente mi scansai e la spinsi, con grande fatica, con il piatto della spada verso un camion delle merendine, che crollò sotto il peso della vampira,causando un'esplosione che mi scaraventò addosso ad un palazzo in costruzione. Intanto l'empusa (ora mi ricordavo da una lezione di greco che le vampire della mitologia si chiamavano così) si avvicinava minacciosa; io la lasciai venire, fingendomi già esausta, ma quando mi fu accanto... Zac! La trafissi menando un fendente. Ero alquanto scioccata, quando la vidi polverizzarsi davanti a me e scomparire, e non riuscivo a muovermi, tanto era lo stupore, sennonché, una volta riapparsa la gente, dovette venire a riprendermi la mia professoressa... Potete immaginare che figura? Forse...
Ma non era tanto il mostro ad avermi sconvolta, più che altro le sue parole fredde e ipnotiche, e la storia su un eventuale fratello.
Stavo riprendendo la gita, quando vennero di corsa un ragazzo con le stampelle (più che correre, arrancava dietro l'amico) e un ragazzo di non più di una ventina d'anni, alto, castano, con dei bellissimi occhi verdi. Era anche parecchio robusto, pensai. Ma la cosa che mi stupì di più fu quando mi disse sottovoce:-Ehi, sorellina! Come stai?-.
A quelle parole, solo in quell'istante, mi pietrificai del tutto.
Ma il ragazzo, come se nulla fosse, si mise a parlare con la professoressa che gli diede il permesso di portarmi via.
Spaventata e confusa, fui costretta ad allontanarmi dalla classe con quei due sconosciuti. Svoltato l'angolo, mi ritrovai faccia a faccia con una bellissima ragazza dai capelli dorati e dagli occhi grigi e profondi come un cielo durante un temporale.
Devo aver spalancato la bocca, perché emise un risolino.
Poi si fece subito seria:- Per gli dei!! Ci voleva tanto ad aiutare questa povera ragazzina contro l'empusa... Com'è che si chiamava?-
- Kelly - rispose prontamente il ragazzo con le stampelle.
- Rilassati - disse allora quello con gli occhi verdi - hai visto come ha combattuto? Volevo solo vedere com'era messa e se non ce l'avesse fatta l'avrei aiutata...
-Basta chiacchiere- riprese il ragazzo con le stampelle - sento già altri mostri in avvicinamento.-.
E fu così che venni portata in un posto che questi ragazzi chiamavano "Campo Mezzosangue".

Skyler Jackson Where stories live. Discover now