Fece per aprire la porta, ma questa si aprì poco prima che potesse poggiare la mano sul pomello. Si scostò, per evitare di intralciarne l'apertura. Davanti le si presentò Percy, accompagnato da un Leo Valdez coperto di sporco da cima a fondo, come se avesse attraversato la gola di un camino. Rachel sbattè perplessa le palpebre e li osservò con i suoi grandi occhi verdi.

- Buongiorno, ragazzi. Cosa sta succedendo? Avete bisogno di qualcosa? -

- In verità Chirone ci ha detto che quasi per tutta la settimana sei stata chiusa qui dentro a causa di un mal di testa. Volevamo sapere come stessi. -

Percy sembrò sincero, come al solito. Era un ragazzo premuroso, sempre pronto a prendersi cura degli altri. Nonostante non avesse più una cotta per lui, questo aspetto del suo carattere le sarebbe sempre piaciuto.

- Io invece ti ho portato quel portamatite che mi avevi chiesto settimane fa. Scusa se arriva adesso, ma ho tante richieste di cui occuparmi e comincio a pensare al fatto che dovrei cominciare a farmi pagare. -

Anche Leo non era cambiato affatto. Era sempre il solito ragazzo mingherlino, anche se adesso aveva qualche anno in più. I suoi capelli castani erano ancora spettinati, come la prima volta che lo aveva visto. Era ancora bassino, anche se più alto di qualche anno fa, ma messo in paragone con Percy non si notava neanche. E lo sporco sul viso e i vestiti... be', anche quello non era cambiato affatto.

In ogni caso, li aveva sempre trovati dei buoni amici e trovava piacevoli le loro personalità. Afferrò il portamatite, mentre sentiva il suo viso mutare in un espressione compiaciuta. Era davvero bello, ancora meglio di come lo avesse immaginato. Aveva la forma della testa di una matita, ma al posto della punta vi era un foro enorme, dove Rachel avrebbe potuto metterci tutte le matite, i colori e i pennelli che voleva. Le piaceva il colore azzurro con cui Leo l'aveva dipinta. Era fatta di legno, l'unica condizione che aveva posto a Leo sulla fabbricazione dell'oggetto.

Gli sorrise. - Grazie, Leo. È bellissima. - Raggiunse un cassetto su un mobiletto vicino il divano, su cui invitò Percy e Leo a sedersi, e tirò fuori tre dracme per poi porgerle a Leo.

- Hai ragione sul fatto che per quanto stai lavorando, dovrebbero retribuirti. -

Leo fece per aprire bocca, tentando di dire qualcosa, ma alla fine si limitò a sorridere e a lanciare una dracma per aria, e poi riafferrarla. Tutti sapevano che Leo costruiva armi solamente per svago e per il bene del Campo e i suoi membri, ma di recente era davvero preso dal lavoro, soprattutto perchè stava lavorando a vari progetti, almeno secondo quello che lui aveva detto. Un compenso, anche se piccolo, poteva starci, soprattutto perchè lui utilizzava le Dracme per contattare sua madre e nient'altro.

Alcune cose a Rachel capitava di saperle non solo perchè le venivano dette, ma solo alcune. I suoi poteri non le permettevano di essere una spiona con la S maiuscola, fortunatamente. Ma ogni tanto le capitava di vedere qualcosa, sentire qualcosa o sognare qualcosa.

Non sempre queste immagini erano chiare, venivano e scomparivano senza neanche lasciarle il tempo di capire cosa avesse visto o chi avesse visto. Come di recente. Di recente...

- Rachel? - La voce dei due ragazzi la risvegliò da quel sogno ad occhi aperti e all'improvviso si sentì molto in imbarazzo.

- S-si, emh... scusate, non mi sono resa conto di quello che... che mi avete chiesto? - Sempre se le avessero chiesto qualcosa, in quel caso, altra cattiva figura.

- Sicura di stare bene? Vuoi che ti lasciamo da sola? -

Chiese Percy, alzando un sopracciglio, anche se la sua espressione era abbastanza preoccupata e stranita.

L'Unica Figlia Di Artemide - Il Sigillo Dell'OlimpoWhere stories live. Discover now