Lo stavo per fare, fino a quando non entrò Cam nella mia camera, per dirmi.
-Adesso corri ad aprire quella porta, prima che perdi la pazienza con te e quel cretino, che non smette di suonare!-.
-Scusa, ma cosa c'entro io?-

Lui si limitò a non rispondermi, indicandomi di scendere le scale.
"Manco fossi un cane!".
Capendo l'antifona della situazione, andai ad aprire quella porta, sbattendo più forte del dovuto i piedi per terra a causa della mia irritazione.

Quando aprii la porta, pronta a sbraitargli contro, mi accorsi, che non c'era nessuno.
"Mi stanno prendendo in giro? ".
Mi volta verso mia mamma e le dissi con tono concitato.
-Eri te ad avere suonato il campanello, solo per
disturbarmi? -.

Lei si girò svelta verso di me e mi rispose indignata da quella domanda.
-D'accordo, che la nostra famiglia non è tanto normale, ma non sono ancora arrivata fino a sto punto!-.

"In sta casa non c'è mai un attimo di tranquillità".
Pensai adirata da quella situazione.

Nel frattempo arrivata in camera mia, mi buttai sul letto e, finalmente, mi permisi di rilassarmi.
Quando mi stavo per addormentare, mi accorsi di avere qualcosa al mio
fianco: mi voltai lentamente e, appena vidi degli occhi fissarmi, un urlo ruppe l'istante di tranquillità di quella casa.
-Non c'è la fai proprio a non attirare l'attenzione-.

Mi accorsi troppo tardi che si trattava di Damian e, appena la porta della mia camera si aprì, mi affrettai a buttarlo giù dal letto e ad intimargli di andarsi a nascondere.
Appena Damian sparì oltre la porta del bagno, quella della camera si aprì completamente, rivelando la figura imponente di Cam e quella più piccola di nostra madre.

Si aspettavano sicuramente una scusa plausibile e, per quanto odiassi essere al centro dell'attenzione, dissi.
-Il solito sogno non
preoccupatevi-.

Mia madre, abituata a questa situazione, sapeva che volevo rimanere sola e se ne andò, ma Cam rimase.
Scossi la testa, nell'intento di intimargli di andarsene, ma lui restò ugualmente, dicendomi.
-Non c'è bisogno che fingi con me perché, ormai, ti conosco abbastanza per sapere che stai nascondendo qualcosa-.

Si avvicinò velocemente alla porta del bagno e, aprendola, Damian cadde per terra, colto in flagrante di stare origliando.
Risi di gusto nel vederlo indeciso sul da farsi ma, appena vidi la faccia seria di mio fratello smisi di ridere.
"Tra i due non scorre buon sangue".

Infatti, quando Cam decise ad andarsene, sentii dirgli un flebile "non fidarti".
Non ne capivo il motivo ma, una parte di me, diceva decisamente il contrario.

Quando se ne andarono tutti i componenti della mia famiglia, mi girai minacciosa verso Damian.
- Ti potrei buttare giù dalla finestra, se solo volessi.-
-Appunti, l'hai detto anche te. Mi vuoi qui con te, perciò non lo farai-.
Ribattè con aria sicura di sé.

Ignorandolo completamente, gli domandai.
-Prima di tutto:cosa ci fai qui?
Dovresti essere a casa tua ancora arrabbiato per gli ultimi avvenimenti di stasera-.
Damian, improvvisamente, perse il suo solito ghigno e disse.
-Perché so che, in realtà, è piaciuto anche a te, nonostante fai finta di dimostrare il contrario-.

Nonostante usò parole un po' arroganti, sapevo anch'io che quella era la verità, ma non avrei mai osato dargli retta su qualcosa.
-Con te è impossibile ragionare, fai come credi-.

Gli aprii la finestra e aspettai che uscisse, ma lui non dimostrò nessuna intenzione di andarsene; anzi, si coricò con tutta tranquillità nel mio letto.
Rimasi in piedi ancora scioccata dalla sua arroganza, fin quando non mi resi conto delle sue intenzioni.
-Te lo scordi! Tu non rimani qui, anzi, togli i bagagli e te ne vai! -.

Il Rumore Delle Ombre #wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora