Capitolo 9

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La appoggio sul mio letto con delicatezza.
Apro il mio armadio e prendo una delle mie felpe dei cannoni di chudley.
Gliela do e lei se la infila.
Chiamo Kreatcher e faccio portare un po di cioccolata calda per lei.
Non ha ancora aperto bocca, solo quando le metto la tazza fra le mani parla, "Grazie".
"È stato l'elfo, io non ho fatto niente"
"Non intendevo per quello. Intendevo per quello che hai fatto, grazie mille, davvero."
Non l'avevo mai sentita ringraziare.
Le sue parole sono cariche di gratitudine e tenerezza.
Allora forse non mi ero sbagliato,c'è davvero una persona diversa in lei.
E quasi per confermare la mia teoria, i suoi capelli e i suoi occhi presero il colore di quelli del sogno.
"Cosa dovevo fare. Lasciarti alle grinfie di quel porco" detto questo mi siedo sul bordo del letto.
"Quello che non capisco è come mai tu mi hai salvato nonostante io ti avessi trattato malissimo"
I suoi occhi color del cielo mi fissavano curioso.
"Perché ti voglio bene. E le cose belle non si dimenticano tanto facilmente"
Accadde tutto in un attimo; posò la tazza sul comodino e poi mi buttò le braccia al collo.
Fui inondato dal profumo di fragole, menta e biscotti, e poi senza pensarci due volte, la strinsi a me.
Quando sciogliemmo l'abbraccio, mi sedetti di fianco a lei.
Bevve la cioccolata, mise giù la tazza e si girò verso di me che scoppiai a ridere.
Aveva i baffi di cioccolato.
"Ehi cos'hai da ridere" disse facendo un broncio incredibilmente dolce.
Appellai uno specchio e la feci specchiare.
Dapprima fece una faccia schifata, poi scoppiò a ridere.
Appella un tovagliolo e si pulisce.
"Come va ora?" mi domanda.
"Perfetta." Come sempre d'altronde.
"Vado un'attimo al bagno"
Mi alzo e vado al bagno.
In realtà non avevo bisogno del bagno. Ma solo di pensare un po', perché i pensieri dell'ultima ora erano diventati uno più assurdo dell'altro.
Non so più cosa voglio.
Fino a ieri la detestavo.
E adesso....adesso non so più cosa io provi per lei.
O forse lo so ma non sono ancora capace di rendermene conto.
Quanto mi mancano quei pomeriggi sotto il nostro salice, noi due soli, senza i vincoli della società, senza maschere a coprirci il viso.
Solo io.
Solo lei.
James. Il vero James.
Grace. La vera Grace.
E poi la verità mi piomba addosso sono stato io a rovinare tutto.
Quella sera alla Torre di Astronomia.
Quando ho dato ai suoi amici degli sfigati, ma soprattutto quando lei mi ha aperto il suo cuore. E io le ho richiuso la porta in faccia.
Ora so di aver sbagliato, ma so anche di non potervi porre rimedio.
Ma il problema è che il sorriso che vedevo sulla mia faccia nei giorni in cui stavo con lei, è lo stesso di Teddy quando sta con Vicky, è lo stesso di papà quando gurda mamma, del nonno quando gurda la nonna, di zio Ron quando guarda la zia.
Allora forse ho sempre avuto la felicità ad un passo a non me ne sono mai accorto.
Forse qualcuno dovrebbe spiegarmi come si ama, perché io non lo so fare.
Perché fino ad adesso ho sbagliato tutto.
Fermo questi pensieri perché mi accorgo che è passato troppo tempo, o perché sono andato troppo oltre, o forse perché ho paura.
Ma la paura va affrontata.
Quimdi tiro l'acqua, solo per far sembrare tutto più vero.
E poi esco.
Vedo che si é addormentata.
È bellissima quando dorme.
Sta sorridendo, e questo, in qualche modo a me sconosciuto, mi scalda il cuore.
La lascio lì a dormire.
Mi siedo di una poltrona in attesa di assopirmi a mia volta, mentre la guardo.
E alla fine il sonno arriva.
Tempestato di sogni pieni di occhi blu, biscotti, fragole, boccoli rossi, e menta.
Insomma, pieni di lei.

Always♡

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