18.2 Buonasera, Riccioli d'Oro.

3.4K 183 50
                                    

I corridoi erano bui e larghi e non erano mai sembrati a Daphne tanto tetri. L'aria era umida e le gelava le mani, sentiva le dita fredde come il ghiaccio, lo stomaco le si contorceva ed era anche un po' irritata, in effetti... Era sulle spine, ipersensibile, come se lei fosse stata una molla e i pensieri un bambino iperattivo che la faceva scattare.
Il modo in cui Blaise l'aveva trattata l'aveva confusa e anche fatta arrabbiare: era come se non fosse successo niente. Che poi, insomma... Non era successo effettivamente nulla di che, e lei si era anche ripromessa di comportarsi normalmente, ma... ma.
Sentiva questo contorcimento di budella e la sensazione che tutto fosse innaturalmente immobile: aveva l'urgenza, la necessità, il desiderio che accadesse qualcosa. Non sapeva bene cosa, ma si sentiva stanca. Era come se i giorni fossero stati tutti uguali da troppo tempo, ormai.

I tacchi delle sue scarpe erano l'unico rumore nel mezzo della sera, e Daphne affondò di più le mani nelle tasche mentre si teneva sulla destra del corridoio, accanto alla parete. Prese un respiro profondo e continuò a guardare davanti a sé senza davvero vedere cosa ci fosse.
Non era mai stata una ragazza normale. Non aveva mai voluto quello che le altre volevano, non aveva mai provato le cose nello stesso modo. Era cresciuta con al posto delle bambole dei libri sul galateo, al posto della madre una balia.
C'era qualcosa di incredibilmente tradizionalistico, nelle famiglie pure di serpeverde, quasi di conservatore... lei, Draco, Blaise e Theo erano stati introdotti alla vita in modo diverso da qualsiasi grifondoro, tassorosso o corvonero. Appartenere ad una delle loro quattro famiglie era qualcosa che faceva di te una persona diversa a prescindere, e non esattamente in positivo. Le loro famiglie facevano parte di un gruppo di altre che avevano un legame molto stretto: Malfoy, Greengrass, Zabini, Nott, Black, Lestrange, Carrow, Macnair... Avevano combinato matrimoni tra di loro per secoli e, nonostante in pochi mantenessero le tradizioni nella loro generazione, anche loro erano teoricamente già "promessi"... Lei a Theo, Draco ad Astoria e Blaise a Caroline Macnair, con la quale non avevano mai avuto alcun rapporto, in effetti, dato che non frequentava Hogwarts. Ovviamente a nessuno era mai passato neanche per la mente di rispettare i contratti firmati dai propri genitori al momento della loro nascita, e tutti lo sapevano. Nessuno lo pretendeva davvero, ma erano stati educati con l'idea che le loro famiglie andassero unite, anche da profonda amicizia... Le veniva da ridere al solo pensiero di dover sposare Theo, sarebbe stato davvero assurdo.
Daphne non era mai riuscita a capirne di più, ma sapeva che, quando solo Greengrass e Zabini non si erano alleati con Voldemort, c'era stato un periodo freddo. Ad ogni modo avevano mantenuto i rapporti e aiutato esternamente, e il solo pensarci le dava disgusto per il proprio sangue: i suoi genitori erano sempre stati dei vigliacchi, anche per ciò che sapevano essere sbagliato... Ma questo non era mai stato vero per i Zabini, e Blaise aveva tutto il loro sangue.

Le sue dita sfiorarono i muri del corridoio, stranamente tiepidi. Cosa l'aspettava, quella sera? Cosa avrebbe detto Blaise al riparo dalle orecchie di coloro che li conoscevano? Non ne aveva idea, e questo la rendeva ansiosa. Era stato lui a baciarla... In un'altra situazione questo avrebbe dato a Daphne un vantaggio, ma lui l'aveva fatto per calmarla. Si era mostrata più debole che mai, in lacrime, aveva mostrato di tenere a lui. Se l'amicizia tra lei e Blaise fosse stata una partita a scacchi magici, probabilmente tutte le pedine sarebbero state in frantumi, a quel punto del gioco, con solo il Re e la Regina in piedi, imperterriti, determinati a vincere ma legati in modo indissolubile.
Daphne era andata da lui la notte dell'incubo, e questo gli dava un punto, poi uno ancora perché l'aveva vista piangere e poi perché l'aveva consolata.
Ma, d'altronde, anche lei aveva qualche punto, ed era in vantaggio.
Aveva iniziato a tenere il conto un paio di anni prima, quando Blaise l'aveva accusata di inventarsi le proprie vittorie. Era appena morto Silente e quel gioco era stato una lieta distrazione, anche se era rimasto privato. Non sapeva se anche Blaise tenesse il conto, ma lei ormai ci era abituata. Ora come ora, erano a 54 per lui e 61 per lei.

Midnight || DramioneWhere stories live. Discover now