7.0 Incredibilmente reale.

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Toccò il suolo freddo. Non nevicava da un sacco, il terreno non era coperto di neve come quella prima notte. Afferrò un bastoncino lì accanto e prese a torcerlo nelle mani. Anche quello era freddo. Tutto era freddo, anche lei lo era. Sembrava che le sue ossa si fossero ricoperte di ghiaccio, cristallizzate al momento in cui aveva scoperto qualcosa che le aveva depositato un peso greve sul petto, che tanto bene conosceva.
Hermione se ne stava seduta a gambe incrociate nella Foresta Proibita, e l'orologio avrebbe dovuto battere la mezzanotte da un momento all'altro. Era lì da più di un'ora... Ma la sua mente era piena zeppa di pensieri esattamente quanto lo era prima. Si mischiavano nella sua testa, pretendevano tutti a gran voce di essere presi in considerazione, ora e subito.
Le frasi, tuttavia, erano sempre le stesse, e una spiccava tra le altre come vernice rossa su un foglio bianco.

É colpa mia. É colpa mia. Colpa mia, solo mia.

Spesso ci si chiedeva come mai qualcosa accadeva, come mai non ci si aveva pensato prima.
Come hai fatto a non pensarci prima?
Godric, quanto si sentiva stupida. E ora non sapeva che fare. O meglio, lo sapeva, solo che le sembrava così assurdo. Stare ferma e buona ad aspettare, non fare nulla. Come poteva?

Il suo sguardo era perso in un punto imprecisato, cercava forse le risposte che la sua mente non aveva? Non lo sapeva.
Se c'era una cosa che detestava, erano i problemi fatti e finiti. I problemi che non si potevano risolvere, quelli per i quali non potevi muovere un dito. Lei era abituata ad aggirare ogni ostacolo, le piaceva addirittura scervellarsi per trovare sempre almeno due soluzioni... Ma quando i problemi accadevano e basta, erano fuori dal suo controllo... Non riusciva a capire come comportarsi.

Si portò indice e pollice alle labbra, e cominciò pizzicarle furiosamente, con le unghie. Magari, se avesse sentito dolore si sarebbe risvegliata da quella specie di trance. Doveva smetterla. Sì, doveva smetterla. Sarebbe andato tutto bene, doveva essere così. Era proprio la sua debolezza ad essere la colpevole, e poi non era la prima volta a che le succedeva una cosa del genere. Oddio, a dire il vero sì... Ma lei poteva rialzarsi.
E, mentre riprendeva il bastoncino in mano, si rese conto che, d'altronde, rialzarsi era quello che faceva sempre.

-

Mezzanotte. Foresta Proibita. Vieni.

Questo il contenuto del lettera che aveva ricevuto. Le parole continuavano a tornargli in mente, e ogni volta combatteva l'accenno di un sorriso. Un'altra frase, meno recente, gli balenò in testa.

Sei così stupida da non poter usare parole tue?

Il fatto che lei avesse ripetuto le sue esatte parole di quando non era venuta quella notte, l'aveva da una parte irritato e dall'altra divertito. Se lui non aveva alcun diritto di pretendere qualcosa da lei allora, perché lei credeva di averne adesso? Eppure adesso si ritrovava fuori dal castello, che camminava nell'erba umida.
Non c'era nemmeno un briciolo di logica nel suo comportamento. Perché diamine aveva dato ascolto al suo istinto? Ci mancava solo che facesse ciò che gli chiedeva, per gonfiare ancora di più l'ego di quella irritante e saccente grifondoro.
Supponeva avesse pensato che il suo ordine/invito capitasse a proposito, perché anche lui voleva parlarle. Di cosa ancora non l'aveva messo a fuoco, ma di sicuro voleva chiarire.

Guardò dietro di sé le luci di Hogwarts, e la luce calda ed inesauribile delle lanterne, che brillava nella notte come una guida, gli ricordò gli occhi della Granger. Ricordava che ogni volta che la guardava negli occhi, in quelle notti, poteva vedere quella fiamma nascosta nelle sue iridi, che si beffava di chiunque credesse che quella grifondoro fosse debole. Che si beffava di lui e del suo non riuscire a distogliere lo sguardo.
La odiava. Davvero lo irritava. Ma quello sguardo era qualcosa che non riusciva a dimenticare. Era come se lo scaldasse ogni volta che si posava su di lui.
Ma non era lei a farlo. Semplicemente i suoi occhi. Non c'era nulla di incredibile nella Granger, forse al massimo la sua testardaggine.

Midnight || DramioneWhere stories live. Discover now