13.0 Giusto.

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Konradin Albury era un tipo incredibilmente affascinante: era considerato uno tra i più bei ragazzi del suo anno. Dal suo metro e ottanta, aveva dei capelli biondo cenere e i tratti del volto scolpiti, gli occhi color cioccolato e un paio di labbra carnose. Possedeva un sorriso da bravo ragazzo molto accattivante, e Daphne aveva anche avuto una cotta per lui, al suo quarto anno. Ora tuttavia, mentre lui si grattava la nuca e cercava qualcosa da dire, la bionda serpeverde veniva influenzata dal nervosismo del suo compagno di casa.

«Albury, avanti, cosa c'é?» disse Daphne alla fine, ma non fece in tempo a concludere la frase.

«Usciresti con me?» se ne uscì Konradin, come se le parole gli fossero scivolate fuori dalle labbra. Daphne rimase interdetta.

«Cosa?» disse, quasi senza volerlo. Si aspettava che Konradin le chiedesse ripetizioni, sapeva che non andava molto bene in alcune materie che invece erano il suo forte.

«Voglio dire, ehm... Se te lo chiedessi, usciresti con me?» riformulò la frase, ma a Daphne suonò peggio.

Sospirò, sapendo che quello che stava per fare sarebbe stata una brutta azione. Il suo pensiero era immediatamente schizzato a Theo, al fatto che ci avesse appena fatto pace... Non poteva fargli questo a così breve distanza dal suo rifiuto. È così si preparò ad elargirne un altro, di rifiuto.

«Be', se me lo chiedessi, ti direi che questo non é un buon periodo per chiedermelo» rispose, tentando di aggirare l'ostacolo. Vide un piccolo lampo di delusione nei suoi occhi, e si dispiacque.

«Oh, okay... Allora te lo chiederò più avanti» disse, grattandosi la nuca. Accennò un sorriso, e Daphne rise. Quel ragazzo era strano e interessante.

...

Più tardi, mentre tornava al suo dormitorio, Daphne si rendeva conto che le sarebbe davvero piaciuto uscire con Albury, in seguito. Non riusciva ad evitare di sorridere pensando che, a dirla tutta, Konradin era l'unico ragazzo da tempo che aveva provato a chiederle di vedersi: in genere erano tutti spaventati dalla sua bellezza e dal suo carattere. Insomma, sapevano che delle Greengrass lei era quella più indipendente.
Ma lui si era fatto avanti, e questo lo apprezzava. Lo trovava uno sprazzo di coraggio grifondoro che poco spesso i serpeverde manifestavano, ma di cui avrebbero avuto un po' più bisogno.

Svoltò nell'ultimo corridoio prima dei sotterranei e, pensando tra sé e sé, non vide che c'era un ostacolo ad occupare parte dell'angolo... O meglio due ostacoli.
Inciampò nel piede di qualcuno e nel fianco di qualcun altro, e si ritrovò a terra prima che se ne rendesse conto.
Imprecò a denti stretti, guardando il pavimento del corridoio sul quale era schiacciata la sua faccia. Si sentì toccare una spalla e le sue orecchie udirono una voce minuta.

«Oh mio dio, scusa, stai bene?» sentì Daphne e si girò interdetta, sapendo in un istante, come se avesse avuto una premonizione, cosa era appena successo.

Blaise la guardava scocciato dall'alto, mentre quella che doveva essere Myriam le porgeva una mano per rialzarsi. Non la accettò, e si rialzò da sola, spolverandosi la gonna. I suoi occhi chiari scorsero sui corpi dei due, prima avvinghiati.
Blaise aveva il colletto della camicia aperto di tre bottoni, i capelli scompigliati e i residui di una luce eccitata negli occhi. Lei, invece, aveva la camicetta stropicciata, le gote rosse e le labbra leggermente gonfie.
Cercò di evitare di fare una smorfia, ma non era sicura di esserci riuscita.

«Accidenti a te e alla tua mania di camminare ai lati dei corridoi, Daphne» se ne uscì Blaise, e Daphne si chiese come facesse a saperlo. Non lo chiese, ovviamente.

«Forse potresti trovare dei posti migliori per fare i tuoi porci comodi, Blaise» ribatté, drizzando la schiena e alzando la testa. Blaise voleva giocare? Va bene.

Midnight || DramioneUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum