Si sedette sul letto, passandosi una mano tra i lunghi capelli dorati, lisci e in quel momento arruffati, cosa che non erano mai. Gli altri suoi fratelli e sorelle dormivano ancora, tranne Taylor, la prima persona, insieme ad Andrew, che aveva conosciuto al campo. Era seduto sul suo letto, i capelli mossi, biondi e spettinati quanto i suoi. Indossava una maglia a maniche corte e dei pantaloni grigi della tuta, ed era scalzo. Stava guardando un foglio di carta o, più precisamente, uno spartito.

Lei, nonostante fosse figlia di Apollo, non aveva mai dimostrato di avere familiarità con l'arte: non sapeva suonare uno strumento, disegnare, dipingere, scrivere. Le piaceva il duello, il combattimento, però, infatti all'inizio si chiese se non Apollo non avesse sbagliato a riconoscerla come sua figlia, cosa che era accaduta abbastanza presto dopo il patto di Percy con gli dei.

Un altra cosa che confermava i suoi sospetti sull'unicità Susan era che lei non era ancora stata riconosciuta. E questo sarebbe dovuto accadere appena messo piede al campo. Non letteralmente.

Sospirò, spostando lo sguardo da Taylor all'angolino in cui, per la stanchezza, ieri sera aveva lanciato le sue scarpe, finendo per colpire in testa uno dei suoi fratelli che stava beatamente dormendo e che aveva continuato beatamente a dormire nonostante quel colpo.

Prese le sue scarpe e il suo borsone e si diresse in bagno. Quando mise piede fuori, scendendo la scalinata, si aspettò di sentire la suola delle ciabatte appoggiarsi sulla terra fangosa a causa del mal tempo di ieri sera, e invece colpì le pietre, pietre calde e perfettamente asciutte. Ma non aveva piovuto ieri sera? Con quei rumori si sarebbe pozzanghere talmente enormi da potercisi fare un bagno.

Alzò le spalle, pensando al fatto che molto probabilmente Zeus doveva avere il ciclo. Si aspettò di sentire un tuono per via di quel pensiero, ma dubitava che sapesse leggere le menti o che il fastidio provocato da questo pensiero lo sfiorasse minimamente.

Il campo non era completamente silenzioso, alcuni semidei si occupavano di tutto ciò di cui di solito si occupavano. Passò accanto la casa dei figli di Demetra, alcuni di loro stavano annaffiando delle piante.

- 'Giorno, Zack. - Ana alzò una mano in segno di saluto. Zack ricambiò distrattamente, concentrato nel potare una pianta piena di foglie, che le ricordavano i capelli di Andrew tutte le volte che li lasciava crescere.

- Ehi, Ana. Hai sentito il temporale di ieri? -

- Eccome! Non sono riuscita a dormire per niente! Mi aspettavo di trovarmi davanti mille pozzanghere di acqua questa mattina, ma niente. -

- Anche noi ce lo aspettavamo. Ci siamo svegliati pensando che le piante fossero state dissetate dalla pioggia, ma erano asciutte. Bah, capita ci siano temporali del genere, ma non credevo si potessero dilungare per così tanto. -

Ana annuì. Effettivamente era stato strano, forse si aspettavano tutti, come lei, che la pioggia ci fosse senza badare al fatto che effettivamente non si era sentito alcun rumore di ticchettii contro le pareti o il tetto.

- Va bene, vado a darmi una lavata. Ciao, Zack. -

- A dopo, Ana. -

Quando Soriana raggiunse i bagni femminili, vide due ragazze uscire da li constatando che adesso erano completamente di sua proprietà e che poteva scegliere la doccia che voleva, essendo solo le sette del mattino. Posò il borsone davanti uno specchio e aspettò che il getto della doccia si riscaldasse e nel frattempo si tolse il pigiama, poggiandolo sul lavello. Poi levò il resto, rimanendo come mamma l'aveva fatta.

Che bella sensazione rimanere sotto il getto caldo, chiusa da quelle tre mura che separavano tutte le docce e la tenda sul davanti che rendeva quel posticino intimo. Se non si fosse voluta allenare sarebbe rimasta lì per molto molto tempo.

L'Unica Figlia Di Artemide - Il Sigillo Dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora