8. Affanni

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Il posto dove si fermò era in penombra, isolato e caratteristico.
Appena uscita dall'auto si sentì un fruscio.

Era un ponte in pietra, doveva esser molto antico. Da lassù si vedevano le luci della città in lontananza tremolanti, sembravano una scia di stelle luccicanti.

L'aria era fresca, piacevole, la luna si rifletteva sull'acqua che pareva esser nera, non si scorgeva un'increspatura, nulla. Una tavola. Intorno a loro regnava il silenzio. Erano due anime, lì, poggiate sulla balconata di quel ponte, vicino ad un lampione fioco dalla calda luce. Erano vicini, così vicini da sentire l'uno il calore dell'altro. Simon era alla sua sinistra e i loro bracci si sfioravano, poi le accarezzò la morbida pelle del braccio con il dorso dell'indice e medio, chiedendole se avesse freddo.

Darlene abbassò il mento mentre si voltava lentamente verso di lui con lo sguardo basso, come se volesse avvicinare il suo viso a quella mano calda che la stava sfiorando con tanta di quella grazia e aprí gli occhi. Lui era ancora poggiato con entrambi i gomiti sulla fredda pietra e la guardava, sta volta anche i suoi occhi si spostavano, l'ammirava, ammirava i suoi lineamenti delicati, le ciglia lunghe e nere, gli occhi che con quelle deboli luci parevano aver preso il colore blu notte del cielo, sorprendentemente aperto quella sera, e punteggiato di stelle.
La guardava con gli angoli della bocca leggermente alzati, la sua espressione esprimeva chiaramente quanto trovasse raffinata la bellezza che quella sera Darlene sfoggiava solo per lui.
La sua mano calda si spostò sull'omero, più vicino al viso di Dar che l'aveva ancora basso. Le prese il mento, accompagnandole il volto verso l'alto, quasi per poterla ammirare meglio permettendo alla luce di illuminarla. Darla tenne lo sguardo, lo tenne ancora.
Simon ruotò con il busto, per starle di fronte, socchiuse le labbra, bagnandosi il labbro inferiore. Le dita che prima le sfioravano il mento, ora le sfiorarono la candida guancia, il suo sguardo si spostò verso quei ciuffetti cadenti dallo chignon e lo attorcigliò tra le dita.
Tutto intorno svanì nel nulla, le voci in lontananza provenienti da un ristorante all'aperto creavano un tappeto di sottofondo all'emozioni che in quel momento facevano palpitare i loro caldi petti, il rumore dell'acqua rispecchiava lo stato d'animo di quei due corpi, così vicini da sembrare una cosa sola, ma non abbastanza da poter rimaner tali troppo a lungo.
Avrebbe voluto così tanto baciarlo, avrebbe voluto cadere tra le sue braccia, sentirsi sicura e forte, avrebbe voluto poggiarsi finalmente a questo solido pilastro, sprofondare respirando intensamente il suo profumo nascondendo il viso nella sua stretta, sul suo petto.
Simon le prese delicatamente il viso e le si avvicinò guardandola negli occhi, e le poggiò le calde labbra sulla fronte, poi, abbassando il viso poggiandosi fronte e fronte, fece sfiorare le punte dei loro nasi. Le mani scivolarono lungo il collo e si fermarono sulle spalle, le si avvicinò all'orecchio e le bisbigliò

"Caspita, sei tutta infreddolita..." le stava strofinando i palmi sulle braccia per scaldarle "...sarebbe meglio andare."

Si sfilò la giacca e glie la poggiò a mo' di mantella, il suo braccio destro rimase sulle sue spalle manenendole la giacca per tutto il tragitto, fino alla macchina.

Le aprì la portiera dell'auto e la fece accomodare. La richiuse.

Per tutto quel tempo Darlene era rimasta in silenzio, non era stata capace di dire, nè fare nulla.
Simon aveva creato l'atmosfera giusta, l'aveva conquistata con quei piccoli gesti, senza fare nient'altro. Gli era bastato solo guardarla.
Aveva il pieno controllo.
Quello.
Proprio quello è stato il momento in cui Darlene gli aveva aperto le porte.  Aspettava che lui decidesse cosa sarebbe successo in seguito.
Si era affidata completamente, schiava del suo carisma, schiava del trasporto che era capace di trasmetterle.

In balia di una fusione di emozioni, desiderio, pulsione, incapace di staccare il pensiero da lui, dai suoi modi, dalle sue carezze, dai suoi sussurri.

Sussurra Ancora Il Mio NomeWhere stories live. Discover now