5

1K 70 24
                                    

Quella notte passò confusa, come se avessi vissuto un sogno particolarmente vivido.

Levi era appassionato a letto come non ci si sarebbe mai aspettato da qualcuno composto e impassibile come lui.

Il ballo privato che aveva messo in scena per me era stato un qualcosa di straordinario. Ero certo che non avrei più avuto la possibilità di vedere niente che potesse essere coinvolgente anche solo la metà dello spettacolo del suo corpo flessuoso e agile che si muoveva lento attorno a quel fottuto palo d’acciaio, con solo un paio di stivali e corti pantaloncini aderenti a coprire quella pelle sorprendentemente pallida e magnificamente in contrasto col colore scuro che ancora, in parte, lo rivestiva.

Dopo avermi fatto spogliare completamente, era tornato come se nulla fosse a tormentarmi a distanza, tenendo quell’asta fra le mani e tra le gambe, lasciandomi lì a guardare impotente, la necessità di sentire quel corpo sopra di me, tra le mie braccia, che diventava sempre più travolgente ogni secondo che passava.

Il fatto che fossi completamente esposto al suo sguardo compiaciuto non aiutava minimamente a controllare i miei istinti. Sapere che poteva vedere benissimo quello che mi stava facendo e che sembrava intenzionato a guardarmi fremere per lui, aveva avuto come unico effetto quello di farmi eccitare ancora di più, tanto che, quando finalmente mi spinse sul letto che troneggiava su un lato della stanza, persi ogni freno inibitorio, prendendo tutto quello che potevo da quel corpo meraviglioso che mi sovrastava, segnando la sua pelle con le mie unghie per marcare il mio possesso su di lui, almeno quella notte, almeno finché potevo averlo solo per me.

«Levi…»

La mia voce continuava ad essere irriconoscibile persino alle mie orecchie, un sussurro scomposto che spezzava l’aria tra noi, incastrandosi al suono incessante dei nostri respiri veloci, e affannati. I nostri corpi si scontravano ritmicamente, pelle contro pelle, il sudore che fungeva da collante, illuminandogli la fronte e il petto, trattenendo i suoi capelli ai lati del suo bel viso mentre mi prendeva con forza, dei gemiti che sfuggivano incontrollati dalle mie labbra.

Vederlo abbassare le sue difese davanti a me, sopra di me, i suoi occhi chiusi e le labbra leggermente aperte, era estasi allo stato puro. Non riuscivo a rimpiangere nemmeno per un momento l’aver lasciato che mi possedesse senza un solo accenno di protesta. Al contrario. Contro ogni mia aspettativa, gli avevo permesso di assumere il comando senza la minima ribellione, troppo impaziente, bisognoso, avido delle sue mani esperte per anche solo pensare di oppormi.

E ne era valsa la pena. Eccome.

Mi aveva ridotto a cera rovente tra le sue dita. Aveva scovato i miei punti deboli e si era fatto strada dentro di me, feroce, ma allo stesso tempo inaspettatamente attento a trasformare ogni lieve dolore in intenso e assoluto piacere.

Strinsi le mani sul suo culo perfetto, per attirarlo ancor più in profondità dentro di me. I miei muscoli si contrassero sotto di lui, le cosce strette contro i suoi fianchi, la schiena arcuata quando spinse una volta di più su quel punto che mi stava facendo impazzire, e finalmente venni, con un ultimo, potente gemito, seguito poche spinte dopo da lui, che ricadde spossato sul mio petto, ansante, e bellissimo.

Lo facemmo diverse volte quella notte. Entrambi volevamo prendere il più possibile dall’altro. Volevamo raggiungere il pieno e completo appagamento.

Potevo vedere chiaramente il suo sguardo vibrante, pieno di potere e desiderio di possesso, che mi faceva letteralmente girare la testa. Desiderai che fosse mio, che nessun altro potesse toccare, segnare, approfittare di quel corpo fottutamente perfetto. Che nessun altro potesse avere accesso alla miriade di emozioni occultate in quelle pozze grigie, che diventavano sorprendentemente espressive quando Levi permetteva alle sue difese di cadere, anche solo per un istante.

Troublemaker~Ereri~Where stories live. Discover now