Prologo (aggiornato)

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Prologo

Sento il fruscio delle lenzuola sotto di me. Le afferro, mentre le sue dita scivolano fra le mie cosce, provocandomi intensi brividi di piacere.

So che me ne pentirò. Mi mordo il labbro fino a sentire il sapore del sangue in bocca, ma non lo fermo.

Lui si avvicina, ha una luce strana negli occhi. Sfiora il labbro ferito con la punta della lingua, ma non mi bacia. Inizia invece a scendere. Piccoli morsi voraci stuzzicano la mia pelle e creano un sentiero incandescente fino all'umidità del basso ventre. Lì si ferma.

Ride e ci gira intorno. Gioca con me, mi stuzzica, tenero e passionale, mi trascina ben oltre il limite della sopportazione, fra piacere e frustrazione, senza fretta, godendo di ogni mio gemito trattenuto.

Vorrei urlare.

Tutto perde consistenza. Tutto, tranne la pressione calda e solida del suo corpo contro il mio. Mi ci aggrappo mentre i pensieri si annullano e i contorni sfumano. Ogni barriera che avevo eretto a difesa del mio cuore inizia a sgretolarsi e le fenditure a bruciare. Senza più difese, lascio che penetri dentro di me e sazi ogni mio bisogno, curi ogni mia ferita. Sollevo i fianchi e accompagno i suoi movimenti, dapprima lenti e premurosi, poi sempre più urgenti e impetuosi. Lo bacio e per un puro istante d'estesi mi sento completa, felice in quell'istante di perfetta beatitudine, mentre con il suo umore colma ogni mio spazio vuoto, riempie ogni mia crepa.

Ma presto, proprio come la marea, quella sensazione di interezza inizia a ritirarsi. I brividi si placano, i polmoni riescono a catturare più aria, il cuore – che sembrava volesse schizzarmi fuori dal petto – fa un passo indietro e rallenta il battito. La presenza confortante del suo corpo accaldato accanto al mio non mi rassicura più. La realtà svela il suo volto, e ciò che fino a un attimo prima mi sembrava perfetto e giusto ora mi appare per quello che è: un errore. Lui si volta e mi guarda dispiaciuto, non sembra quello di un attimo prima. Lentamente si alza.

Ci sono vuoti che non si possono colmare. Crepe che non si possono aggiustare. Ferite che non guariscono mai.

Lo seguo con lo sguardo raccoglie i vestiti e li indossa.

Non cerco di fermarlo.

Sotto la doccia lavo via ogni traccia di lui dal mio corpo. Eppure, questo non mi fa sentire meglio. Né più pulita.


TO BE CONTINUED...


Don't let me in (versione originale - completa) +  Don't let me go (in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora