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Vorrei avvertire i lettori del fatto che questo capitolo potrebbe essere molto forte nel campo emotivo, soprattutto per le ragazze, scusatemi in anticipo!



5 anni dopo

"Mamma è tardi, è già buio, non pensi sia ora di andare?"

"Si hai ragione, andiamo. Pero' quei vestiti sono davvero belli" Dice voltandosi a dare un'ultima occhiata alla vetrina.

"Si, non sono male." Il vento soffia forte scompigliandomi i capelli e l'aria gelida mi pervade la gola dandomi una senzazione di leggero sollievo.

"Passiamo di qua, facciamo molto prima" Dice indicando una via completamente buia. Ci incamminiamo verso il buio del vicolo, c'è solo qualche cassonetto e qualche barbone che ci fruga dentro.
Mentre passiamo i loro sguardi sono inquietanti, sento che vorrebbero saltarci addosso per prenderci tutto quello che abbiamo.
"Hey bambola!!" Una voce roca interrompe i miei pensieri, mi volto impaurito per vedere di chi si tratti, niente, il buio riempe la mia vista, l'unico spiraglio di luce che c'è è la fine dello stretto vicolo.
"Dai, vieni qui che ci divertiamo, il ragazzo portalo a casa" Ripete la stessa voce.
"State zitti maledetti maiali!!" Risponde decisa mia madre. Qualcuno da dietro mi afferra e mi mette una mano sulla bocca, la stessa cosa sta subendo mia madre da un'altra persona. Mi dimeno sotto la mano odorante di alcool e scalcio cercando di liberarmi. 
"Fermo bello, vedrai che tra poco sarà tutto finito!" L'uomo pronuncia queste parole vicino al mio orecchio, il suo alito emana un odore nauseabondo.
"Stai ferma puttanella, vedrai che ti diverti!" Dice l'uomo che tiene mia madre. Dopodichè frettolosamente si tira giù i pantaloni, mia madre piange, prova invano ad urlare, si dimena, ma niente, l'uomo è molto più forte di lei anche se ubriaco. 
Mi volto verso il barbone che poco prima frugava nella spazzatura e con gli occhi in lacrime lo imploro di aiutarci, ma nulla, la sua unica reazione è quella di scappare davanti a tutto questo.

Con una mossa riesco a spostare di poco la bocca così da evitare la sua presa, i miei canini si infrangono sulla sua mano, quello che segue è il suo urlo. Per un attimo riesco ad alzarmi, ma subito dopo qualcosa che penso sia un pugno mi colpisce alla tempia, facendomi ruzzolare a terra.
"Ti avevo detto di stare fermo mi pare, o sbaglio?" Le sue parole mi arrivano confuse, il dolore prende il posto alla rabbia per un secondo.
Alzo lo sguardo per vedere in che condizioni sia mia madre. Appena la vedo l'ira che provavo prima torna a farsi sentire. E' appoggiata ad un cassonetto con la gonna tirata su fino a metà schiena. Riesco a vedere il dolore che prova attraverso gli occhi. L'animale dietro di lei fa movimenti forti e veloci. Le urla di mia madre non le posso sentire, la mano del bastardo soffoca il suono rendendolo impercettibile.
"Bella stronza, questo si poteva evitare, ma tu volevi fare la dura" Dice il bastardo dietro di lei lasciando qualche secondo tra ogni parola. Provo a rialzarmi ma l'uomo mi riprende e di nuovo mi tiene nella stessa posizione di poco prima. Mia madre mi guarda negli occhi, sembra quasi che mi stia dicendo di scappare in qualche modo.
"Z, io ho finito qui" Dice l'animale tirandosi su i panaloni, mia madre ricade a terra, lo sguardo cerchiato di rosso.

"Bene, vieni a tenere questo stronzo, ora tocca a me" Quest'ultimo aspetta che arrivi il suo compagno e poi si dirige verso mia madre, la quale giace ancora a terra, con tutta la gonna nera strappata.
"Certo che tu, sei proprio un bocconcino, ma guarda un po' come ti ha ridotta Haiko"
"IDIOTA! Non pronunciare il mio nome!" Urla questo -Haiko-
"Cosa te ne frega, tanto non lo saprà mai nessuno" Il ghigno che ha sulla faccia viene spento dal fatto che mia madre velocemente si alza -sono stupito di dove abbia trovato quella forza- e comicia a correre dal lato opposto a cui siamo arrivati.

"Dove diavolo vai troia!" L'uomo, che è ubriaco, non riesce subito nell'intento di prenderla.
"Sei un idiota, vai a prenderla subito" Il bastardo che da dietro mi tiene urla al suo compagno, in quell'istante, sento che la sua presa di affievolisce e velocemente gli sfuggo dalla presa, comincio a correre dal lato opposto a mia madre.

Un urlo mi impedisce di continuare, soprattutto perchè ho riconosciuto la voce di questo. Quando mi volto, anche se in mezzo al buio, scorgo il corpo di mia madre riverso a terra, sopra di lei uno di loro che con quello che sembra essere un coltellino la colpisce, una, due, tre, quattro volte... Ma non finisce lì, l'uomo continua, fino a quando il suo compagno lo prende con la forza e lo porta via. Scappano, rischiando di cadere più volte. Sento le lacrime ricadere sul mio viso e, lentamente, mi dirigo verso il corpo.
Quando arrivo, quello che vedo, mi turba particolarmente,mia madre giace a terra, è riversa sopra ad una chiazza di sangue immensa.
Mi inginocchio di fronte al corpo immergendo le ginocchia ricoperte dai jeans nel sangue di mia madre. Appoggio la testa sul suo addome e mi immergo nel mondo del dolore.

Poco dopo mi alzo, sempre confuso, a malapena riesco a reggermi in piedi. Esco dal vicolo, sembra che nessuno si sia accorto di quello che è successo.
"Aiutatemi! Per favore, chiamate un'ambulanza, la polizia, qualcosa..." Mi fermo un attimo "Mia madre è stata assassinata"

La testa comuncia a rimbombarmi, e ancora prima che me ne accorga, cado a terra, perdendo i sensi. 

3 giorni dopo

Le parole di condoglianze che la gente è in grado di dire ad un ragazzino mi sorprendono, avrei voluto piangere, ma qualcosa me lo impediva, probabilmente sarà anche il fatto che tutte le mie lacrime l'ho versate alla sua morte, non ne ho più, sono vuoto. Mia nonna continua a ripetermi che le dispiace, in questo momento vorrei solo dirle di stare zitta.
"Andiamo a casa mia, devo prendere una cosa" Dico a lei con voce precisa e dura.
"Va bene." Non dice altro, mette in moto e si dirige verso la casa. "Mi dispiace davver-"

"Zitta! Lo hai già detto mille volte! Non era nemmeno tua figlia, stai zitta e guida!" La mia voce è forte, le mie parole la feriscono, ma non obbietta ad esse.

Appena arrivati scendo dall'auto "Tu vai, vengo da solo dopo"
"Ma... Ma sei sicuro?" Chiede preoccuopata.
"Si, non preoccuparti" Sbatto la portiera e mi dirigo verso la casa, sento che la macchina riparte lentamente.

La casa sembra vuota, anche piena della stessa roba, la quale ora sembra non avere nessun senso. Velocemente mi fiondo in camera. Apro tutti i cassetti, tiro via tutto. Dove diavolo è finita?! Mi guardo intorno, poi ricordo, l'armadio.

Vado verso esso, quando ero piccolo ce la tirai in modo che nessuno la trovasse. Palpo il legno vecchio di molti anni, fino a quando il mio tatto si infrange in qualcosa completamente diverso dal legno.

E' sempre nera, il colore non si è sbiadido quasi per nulla, anche dopo questi anni.

La apro.



Spazio autore:

Allora ragazzi! Intanto... Mi dispiace!! Soprattutto per il fatto che ci ho messo così tanto tempo, ma volevo che questo fosse intenso, poi tra le altre cose c'è anche la scuola e gli allenamenti, diciamo che non ho molto tempo ultimamente. Mi dispice anche per gli eventuali errori che avete incontrato nel capitolo! Scusate!

Mi scuso con tutte le ragazze che leggeranno. Voi siete la cosa migliore del mondo!! (Intendo le donne/ragazze)

Comunque, commentate e ditemi liberamnete quello che pensate, ma soprattutto votate nel caso vi piacesse!!

Vi adoro, o voi che continuate a sopportarmi!!

Ciaoooooo!!

The Other SideWhere stories live. Discover now