Capitolo trentatré

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Eren tolse velocemente le mani , per poterle domandare di cosa stava parlando , ma sgranò gli occhi quando vide sue ali bianche e pure spuntare dalla schiena di quella che fino ad ora aveva considerato la sua professoressa .

Levi , non aspettandoselo , sgranò anche lui gli occhi dalla meraviglia.

Perché un angelo custode voleva parlare con lui ?

Eren ere rimasto impalato a fissare i due, ancora incredulo per la rivelazione della sua professoressa.
Infatti, dopo che Levi era ritornato visibile agli occhi della donna , lei si era presentato sotto il suo nome di angelo custode : MEBAHIAH; voleva dire "lucidità intellettuale" .
In poche parole, il nome rispecchiava perfettamente la persona in se .
La donna castana fece un passo in avanti, facendo sussultare gli altri due .

-Non aver paura di me, Eren.- ammiccò un'occhiataccia in direzione del corvino .- non sono un angelo caduto.-
Ridacchiò lei, abbassando le ali e mettendosi di nuovo il maglione , tremando leggermente.
-Fa abbastanza freddo.-
Disse ancora , strofinando le mani sulle braccia .
Una cosa , aggiunta ad altre , era che gli angeli custodi potevano avvertire le sensazioni a differenza dei caduti.

Per questo il corvino voleva riottenere le ali ed entrare nelle Grazie di dio, proprio perché voleva riprovare quelle emozioni che erano andate perse .
Erano emozioni a cui era molto legato in vita.

-Cosa vuoi ?-
Ringhiò Levi , parandosi davanti ad Eren e stringendolo a se.
-Non ti permetterò di toccarlo.-

La donna sbuffó, rimettendosi gli occhiali e passandosi una mano fra i capelli legati :- io non faccio nulla di male .- si lamentò, lagnandosi e sedendosi su un banco con le gambe a penzoloni.
Le oscillò, andando a tempo con la testa , facendola andare da una parte all'altra.

- Non toccarlo sennò ti faccio pagare le pene dell'Inferno.-
Ringhiò ancora ed Eren sorrise appena per il comportamento che aveva assunto il corvino in quel momento.
Era fin troppo protettivo nei suoi confronti, ma a lui stava bene .
Non era come Mikasa , così appiccicoso.

-Sei noioso.-
Si lamentò l'angelo dalle ali bianche, imbronciandosi.

- Zitta .-
Strinse i denti.
-Piuttosto, dimmi cosa vuoi .
Perché un angelo custode è sceso sulla terra , immischiandosi tra i comuni mortali?
E perché  vuole parlare con me , Levi Ackerman, un caduto e ripudiato da dio ?-

La donna rimase in silenzio per un po', poi incominciò a parlare , raccontandogli la sua esperienza prima di arrivare dove era.

- È giunta la notizia , in paradiso, che un caduto voleva ritornare ad avere le ali e , quindi, mi sono informata meglio su chi fosse .
Quando ho scoperto che eri tu, ho fatto alcune ricerche, andando anche nel cimitero dove è stata sepolta la tua salma, e TAK ... il resto è venuto da se così in fretta che non me ne sono nemmeno accorta .
Già sapevo che avresti scelto un ragazzo puro per farti aiutare .
E chi, non puro del ragazzo più ingenuo della città ?!-
Domandò lei , ridendo rumorosamente con un po' di bava alla bocca e le mani giunte al cuore .

-Hey !-
Protestò Eren , incrociando le braccia al petto visibilmente indignato .
-Non sono così ingenuo ...-
Sussurrò poi, abbassando la voce .

-Sí che lo sei.-
Si intromise Levi e tenne lo sguardo sul l'angelo davanti a lui .
Sembrava che fosse posseduto , per quanto rideva .
Ma, Levi , sapeva che doveva fidarsi di lei : gli aveva mostrato le ali .

- E cosa volevi da me ?-
Levi inclinò un sopracciglio.
Hanji, pulendosi le labbra con il bordo della maglia , stese un sorriso inquietante.

-Ti aiuterò , ma prima ... fammi vedere le tue braccia .-

In un primo momento, Levi si paralizzò .
Mai avrebbe accettato un aiuto da una persona sconosciuta, ma , dato che proprio lei lavorava per il suo obiettivo , avrebbe anche fatto un patto con il diavolo pur di portarlo a termine .

Deglutí a vuoto.
Eren lo guardò confuso , mentre lui si tirava su le maniche mostrandole una sfilza di macchie livide sulle braccia .

Il castano sgranò gli occhi.
Non poteva crederci .
Non poteva essere stato lui a farlo .
Un grosso rimorso attanagliò la mente del ragazzo.
Una grossa morsa si strinse intorno al suo stomaco.
E ci volle poco per sentirsi male .

La donna , per osservare meglio, si avvicinò a lui ed ispezionò attentamente una per una quelle macchie .

- prima però facciamo sparire queste macchie .-

Angel without wings | Ereri |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora