Capitolo 7

205 48 12
                                    

Amore, proprio quello.
Mi sentivo come uno dei personaggi dei miei libri preferiti, come Elizabeth di Orgoglio e Pregiudizio, una ragazza che dal suo carattere sembrava che non avrebbe mai trovato l'amore e invece arriva lui, Darcy, a cambiare tutto.
Io non sono testarda come Elizabeth, almeno credo, ma dopo aver passato un'infanzia isolata e maltrattata dai miei coetanei, pensavo che non avrei mai trovato qualcuno che potesse farmi sentire così amata.
È ancora presto per vederlo come il mio principe azzurro, ma spero veramente che andrà tutto bene con lui.
"Allora piccola andiamo?" mi dice, porgendomi la mano e risvegliandomi dai miei pensieri.
"Certo", mi alzo un po' goffamente dal divano rischiando di far cadere la lampada accanto ad esso. Jack la prende al volo.
Menomale... ma che figuraccia.
Lo guardo e vedo che sta trattenendo le risate, o almeno ci prova.
Gli tiro un'occhiataccia, prendo le chiavi vicino alla porta e usciamo.
Ci avviamo verso la macchina, mi apre la portiera e mi fa sedere.
Un vero gentiluomo.
Dopo 20 minuti siamo arrivati.
Fa un pochino freddo, ma ormai non possiamo mica tornare indietro e poi chi ci pensa al freddo con un ragazzo così accanto.
Bhè, io sì. Mi sto completamente congelando. Mi fermo un attimo e lo guardo. Lui mi guarda e come se mi leggesse nel pensiero, ancora una volta, si toglie la giacca e me la mette.
"Potevi dirmelo che avevi freddo, ti scaldavo io." Mi rivolge un sorrisetto malizioso, che mi fa arrossire completamente.
Mi da un bacio sulla fronte e mi abbraccia, sembra una stufetta, in poco tempo mi ha già riscaldata.
Poco dopo mi porge la mano, poso la mia sopra e gli sorrido,
"Nono, tutte e due."
"Va bene"
La sua giacca mi sta enorme, mi fa quasi da vestito, mi vergogno un pò ad andare in giro così ma ogni volta che provo a sfilarmela lui mi fa il broncio, facendo gli occhioni tristi e corrucciando le labbra, e quindi non posso far altro che tenerla sù.
Arriviamo nel locale, è un ristorante giapponese, sushi finalmente.
Qui non ci sono mai entrata, troppo costoso, ma ho sentito che si mangia bene.
"Salve, avete prenotato?"
"Si, a nome di..."
Ha prenotato, quindi sapeva che avrei detto di sì, è molto sicuro di sè a quanto pare.
Ci accomodiamo al tavolo, inizio a sfogliare il menù e decidiamo di prendere anche una barchetta per una persona. Richiudiamo i menù e iniziamo a chiaccherare tenendoci per mano da sopra il tavolo.
A un certo punto prende le sue bacchette, le divide a metà ne prende una e la immerge nella salsa di soia disegnando un cuore nel mio piatto.
È veramente un ragazzo dolcissimo.
Dopo poco arriva la cameriera... Jack sta ordinando un sacco di roba ma lei riesce comunque a stargli dietro facilmente, io ordino meno cose ma mi tengo il menù da parte.
Accanto a noi c'è una coppia più grande, l'uomo è molto fastidioso, ogni cosa che dice la sua compagna lui la sminuisce.
Arrivano i nostri ordini e mentre mangiamo sentiamo il signore accanto che inizia a parlare dei vermi.
"... sai c'è un verme che se lo prendi muori, non è come il verme solitario..."
Se fossi stata a pranzo con una persona che si mette a parlare dei vermi, io mi sarei alzata e me ne sarei andata. C'è Jack che lo sta guardando schifato. A quanto pare alla signora con lui non da molto fastidio perché continua a mangiare e sembra stia ascoltando attentamente.
Io sto cercando di sembrare civile mentre mangio e per fortuna Jack è distratto a fissare male la coppia accanto, e non si accorge di nulla quando mi parte un pezzo di salmone.
Ordiniamo un'ultima cosa da dividerci perché Jack non ce la fa più.
Ce la portano e dopo poco arriva un signore che vende le rose.
Si avvicina e inizia a chiedere insistentemente a Jack se vuole comprare una rosa. Nel frattempo ne posa una attaccata al nostro sushi, e dopo vari tentativi Jack riesce a farlo andare via.
"Io mi prendo questi tre, gli altri tre li mangi tu" gli dico.
"Proprio quelli che ha toccato con la rosa eh"
"Nahh" cazzo se ne è accorto...
"Sisi, tanto sono io quello a morire."
Che esagerato.
Anche se fa tutte queste scene se li mangia tutti e tre in un boccone.
Chiediamo il conto, per tre volte e notiamo che fuori si è formata la coda per entrare.
Tiro fuori il mio portafoglio e subito lui me lo prende.
"No, non paghi niente. Pago io."
"Sai vero che questo è scippare?" gli dico divertita.
"Vabbè ma tu non paghi."
Dopo vari tentativi di riappropriarmi del mio portafoglio, lascio stare e faccio pagare lui.

Never AloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora