Capitolo 5

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Continuiamo ad avanzare.
È un po' imbarazzante tenerlo per mano ma mi piace, mi sento più sicura.
Quando sente qualche rumore, me la stringe più forte per poi guardarmi e farmi un sorriso imbarazzato come per scusarsi.
Dopo qualche passo, ci ritroviamo ai piedi della tomba.
La bambina è posata su di essa nella stessa posizione della prima volta in cui l'ho vista.
Jack mi guarda con gli occhi spalancati, come se avesse appena visto un fantasma.
In effetti potrebbe proprio esserlo, ma sembra viva e come se si fosse soltanto addormentata in un luogo non molto adatto per farlo, ma magari è morta davvero.
I suoi capelli ricci si muovono leggermente con il soffio lieve del vento.
Ha lo stesso abitino estivo del nostro primo incontro, ma un po' sporco di fango sui bordi.
La sua pelle è bianca come il latte e le labbra sono rosse come i petali di una rosa appena sbocciata.
Sembra una bambolina di porcellana.
È scalza e i suoi piedi sono ricoperti di fango.
Iniziamo a cercare di svegliarla muovendola e dopo un po' finalmente si sveglia.
Apre piano piano i suoi occhi, che scopriamo essere di un verde smeraldo incorniciati dalle sue ciglia nere, che ne fanno risaltare ancora di più il colore.
Si guarda attorno con uno sguardo disorientato, per poi posare i suoi occhi su di noi.
"Cosa ci faccio qui? Voi chi siete?" ha una voce dolcissima,
"Io mi chiamo Ellie e lui è Jack, non sai perché ti trovi qui?"
"Ehm... No." la sua voce viene spezzata dai singhiozzi, sta per piangere.
Poverina dev'essere molto spaventata e confusa, è così piccola.
Inizia a tremare, Jack si toglie la sua giacca e la usa per avvolgere la bambina e ripararla un po' dal freddo.
"Piccola come ti chiami? Ti portiamo noi a casa non ti preoccupare." le dice e intanto le accarezza i capelli.
Prendo un fazzoletto dalla borsa e glielo porgo, lo prende ringraziandomi e si asciuga gli occhi.
"Mi chiamo Emily e mi sono appena trasferita qui con il mio papà."
"Penso di sapere dove abiti" le dico, la prendo in braccio e inizio a camminare.
È molto fredda, chissà come ci è finita qui. Jack mi guarda con aria interrogativa, ma poi ci raggiunge senza dire nulla.

Arriviamo vicino a casa mia, suono alla casa affianco ma non risponde nessuno.
Jack prova a bussare forte e finalmente qualcuno ci viene ad aprire.
John ci apre la porta ancora mezzo addormentato ma appena vede che abbiamo trovato Emily, è più sveglio di come sarebbe stato dopo aver bevuto mille caffè o almeno questa era la reazione che mi sarei aspettata.
Dal suo viso però sembra soprattutto confuso, è in pigiama e il fatto che stesse dormendo al posto di cercare sua figlia mi suona strano, dato che il giorno prima era addirittura venuto a casa nostra.
Ma non sono nessuno per poterlo giudicare.
"Ehm... Grazie ragazzi." dice John,
"Prego signore e buonanotte." diciamo insieme, come due pappagalli.
Jack riprende la sua giacca, salutiamo la piccola Emily e il padre.

"Mmm... Mi aspettavo di trovarlo molto più preoccupato, tu no Ellie?"
"Si, è parecchio strano infatti. Magari era così esausto che si è addormentato."
"Mmm... Ma aveva il pigiama."
"Giusto, bho non saprei Jack... Davvero non capisco."
Arriva una ventata gelida all'improvviso e inizio a tremare come una foglia, Jack se ne accorge e mi da subito la sua giacca.
Che gentiluomo, prima con Emily e adesso con me.
Mi prende entrambe le mani per scaldarmele con le sue e ci posa dei lievi baci.
Arrossisco leggermente e gli sorrido, ma poi mi accorgo che qualcuno ci sta guardando... è papà.
Ci fissa stando davanti alla porta di casa con le braccia incrociate, sta guardando male soprattutto Jack.
Appena lo vedo mi tolgo in fretta la giacca, Jack non capendo mi dice:
"Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
"C'è mio padre e ci sta guardando..." gli sussurro.
Si gira piano verso casa mia, da un'occhiata e poi si volta veloce di nuovo verso di me.
"Ops... Menomale che non ti ho baciata allora. Meglio che io vada, a domani e buona nanna."
"Ma tu sei pazzo..." gli dico ridacchiando, "a domani scemotto."
Guarda ancora verso papà, che gli rivolge uno sguardo tutt'altro che amichevole, e poi scappa via.
Adesso dovrò affrontarlo, e io che speravo mi raccontasse qualcosa sul caso di John.
Non mi dirà nulla dopo questo.
Anche se in fondo non abbiamo fatto nulla di male, abbiamo anche salvato una bimba.
Ma lui protettivo com'è penserà a tutt'altro.
Mi avvicino a papà un po' in ansia per come potrà reagire, anzi più che un po'... direi molto in ansia.
"Ehm... Ciao papino caro... Ti voglio tantissimo bene sai?"
"Ellie non incominciare... Lasciamo stare per ora, è tardi ne parliamo domani, anche se spero non sia necessario..."
"Ok papà..." abbasso lo sguardo a terra.
"Comunque... dov'era Emily?"
"Era in un cimitero abbandonato"
"Mmm... Dovevo immaginarlo..."
Rialzo subito lo sguardo.
Doveva immaginarlo?? Perché è normale secondo lui che una bambina piccola vada sola in un posto del genere di notte?
"Perché dovevi immaginarlo?"
"Niente... C'è il segreto professionale lo sai."
"Ma papà voglio saperlo, era così impaurita. Non penso ci fosse andata di sua spontanea volontà e poi perché John era così strano?"
"Senti Ellie, non voglio discuterne ora e certe cose non posso dirtele lo sai. Ora fila a letto."
"Non puoi o non vuoi? Non sono più una bambina... Buona notte."
Vado veloce nella mia stanza, non lo sopporto quando fa così... Se ci fosse stata mamma, sarebbe stato tutto diverso.
Lei mi avrebbe detto qualcosa e di sicuro sarebbe stata felice del fatto che ho aiutato una bambina.
Ma lui ormai è così...

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