Capitolo 4

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Andate a leggere la storia di sorrisi123,
si chiama: LUI e LEI - ASHTON IRWIN.
È solo all'inizio ma è molto bella.
Adesso torniamo a Ellie :)
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John ha tutto il volto pallido.
Papà lo fa accomodare sul divano e viene verso di me. Mi spiega a bassa voce che quel signore è il nostro nuovo vicino e mi dice di andare a preparargli una bevanda calda mentre loro parlano.
Vado subito in cucina e inizio a preparare un thè, cerco di ascoltare cosa si stiano dicendo, ma parlano troppo a bassa voce e non sento nulla.
Gli dev'essere successo qualcosa di davvero brutto per venire subito qui in casa nostra e non andare direttamente dalla polizia.
Magari sarà il prossimo cliente di papà.
Sembra una brava persona, spero che papà riuscirà ad aiutarlo.
Torno di là con il thè in mano, e proprio mentre mi avvicino sento che smettono di parlare.
Mi dà fastidio non sapere nulla, ma non posso farci niente per ora.
Porgo la tazzina al signore e aspetto lì vicino in attesa che rincomincino a parlare.
Papà però mi guarda e mi dice:
"Senti Ellie è meglio se vai a letto, è molto tardi. Mi occupo io del Signor Cooper."
Ecco è diventato un suo cliente, non lo chiama più solo John.
Saluto tutti e vado a letto.
Resto a fissare per tutto il tempo il soffitto, non riesco a dormire con tutto quello che è successo.
Voglio assolutamente sapere cosa gli sia capitato, ma non mi dirà nulla.
C'è il segreto professionale adesso, come dice lui. Sappiamo entrambi che è solo un altro dei suoi modi per proteggermi e tenermi all'oscuro delle brutte cose che accadono in giro.
Ma non sono più una bambina, so che il mondo è un luogo pericoloso, non serve a nulla nascondermi queste cose.
E con questo pensiero fisso in mente, mi addormento.
Sogno il sorriso di quel ragazzo e un ombra oscura nascosta dietro di lui che si avvicina sempre di più e che sta per afferrarmi.
Mi sveglio di soprassalto urlando e tutta accaldata.
Era solo un incubo, devo calmarmi.
Continuo a ripetermelo, ma non riesco a scordarmi la sensazione che provavo.
Era come se stesse succedendo davvero, come se fosse una premonizione che sta per accadere qualcosa di brutto.
Ma a chi sta per accadere? A me o a quel ragazzo tanto misterioso?
Guardo la finestra, è identica a come l'ho lasciata.
Devo assolutamente parlare a papà di tutte queste cose che mi stanno accadendo, ma non so come dirglielo.
Se gli raccontassi tutto scoprirebbe che ho preso il libro di mamma, e soprattutto che sono uscita tardi da sola senza dirglielo.
Non so come fare.
Ci penserò più tardi, meglio schiarirsi un po' le idee prima.
Prendo tutte le mie cose, scendo per salutare papà ma non c'è.
Starà ancora aiutando il signor Cooper...

Mentre sto per arrivare all'albero, vedo che c'è quel ragazzo, Jack, seduto nel mio posto.
Mi fa uno strano effetto vedere qualcun'altro lì, è sempre stato un posto solo mio e di mamma.
Penso che di questo ragazzo però ci si possa fidare, infondo è stato lui a volermi conoscere, avrebbe potuto benissimo non farlo.
Sta leggendo "I regni di nashira", dalla copertina e dal titolo sembra Fantasy.
Sembra molto preso dalla lettura.
Mi avvicino piano piano senza disturbarlo e mi siedo vicino a lui.
"Ciao Jack"
"Hei ciao Ellie"
"Vedo che hai iniziato a leggere senza di me."
"Si, questo posto è davvero bello e molto tranquillo. Adesso capisco perché ci vieni sempre."
Gli sorrido, prendo il mio libro e inizio a leggere anche io.

Inizia a farsi buio, guardo pensierosa verso il cimitero.
Ed eccola riapparire, ma questa volta è sdraiata sulla tomba come la prima volta.
Non posso farmela scappare ancora, del resto quella forse entra ed esce da camera mia come nulla fosse.
Ma che faccio con Jack?
Vabbè dai glielo dico, uno in più che mi crede strana non fa la differenza.
"Senti Jack..."
"La vedi anche tu vero?" seguo il suo sguardo e sta guardando proprio verso l'ombra.
"Si, io vado a vedere. Vieni con me?", esita ma poi risponde:
"Ehm... Si, non ti lascio sola."
Secondo me ha paura, però è carino che voglia venire lo stesso per non lasciarmi sola.

Apre il cancelletto e mi prende per mano, andiamo verso la tomba piano piano.
Per terra è pieno di fango e si fa fatica a camminare.
Il fango... Allora forse è stata proprio quest'ombra ad entrare nella mia camera, oppure erano solo le mie scarpe piene di fango ad aver sporcato il divanetto.
Ma la finestra l'avevo chiusa di sicuro questa volta, e il libro non era lì.
Ne sono sicura.

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