Capitolo 6 Parte Prima

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Si risvegliò in soffitta; dovevano avercela portata Costance o Colton mentre dormiva, sorrise al pensiero dei due che la trascinavano in soffitta cercando di non farsi notare; era strano che non si fosse svegliata visto che solitamente aveva un sonno leggero.
Accanto a lei sul divano c'era Costance che vedendola svegliarsi le sorrise - Parlavi nel sonno, litigavi con qualcuno-.

A pranzo mangiarono minestra di patate, e Colton, il primo ad assaggiare , ne sputò un cucchiaio nel piatto di Margot che gli era seduta di fronte; questo perché a sua insaputa aveva preso in bocca un grande grumo di sale nascosto nella giallognola poltiglia che costituiva la zuppa. Seguitò a sputacchiare ininterrottamente per un minuto, che Costance passò a ridere - Almeno il sale, quello non manca ! -.
Margot intanto, a testa bassa per nascondere il sorriso sempre più largo che si estendeva sulle sue labbra nonostante volesse mostrarsi innervosita, toglieva i piatti dalla portata di Colton.
I suoi occhi di ghiaccio erano spalancati e il viso diventava sempre più rosso; eppure ciò non intralciava minimamente il suo carisma.
Potevi vederlo sputacchiante, con il viso iniettato di sangue, eppure nella mente avevi sempre impressa la sua espressione impassibile, i suoi occhi freddi e glaciali, la sua bellezza volgare e perfetta, un unico punto fermo in mezzo alla tempesta, troppo perfetto eppure reale, travolgente, come uno schiaffo, indiscutibile ed eterno.

Dopo pranzo Margot e Costance salirono in soffitta, mentre Colton si apprestava a seguire le signorine Crawford, le quali non si separarono mai per tutto il pomeriggio, così che Costance ebbe tempo di riposare in vista del turno notturno che l'attendeva.

Dopo circa mezz'ora passata in un imbarazzante silenzio, Costance propose di andare in cucina a far bollire l'acqua per un tè.
- Non credo sia permesso - obbiettò Margot.
- No, infatti - asserì Costance alzandosi dal divano e andando decisa verso la botola per aprirla e poi calarsi nello sgabuzzino sottostante.
Con un sorriso  anche Margot si alzò e la seguì.
Scesero le scale fino a trovarsi nell' atrio dell' orfanotrofio dove Costance aprì la porta a sinistra, quella che aveva preso Margot quando per la prima volta aveva incontrato Costance e Colton.
Oltrepassarono la grande stanza con i cesti da cucito, ora c'era odore di muffa e di vecchio.
Delle due porte in fondo presero quella a destra.
Anche ora Sally sentiva il ritmo forte, affidabile e veloce del proprio cuore, sentiva il sangue pulsare nelle vene e nelle arterie; si sentiva viva, sentiva adrenalina, curiosità, iniziativa e felicità.
Scesero le scale in un silenzio carico di tensione; il buio, vuoto, denso e soffocante non poteva risultare più attrattivo.
Dopo essersi accertate che oltre a loro non ci fosse nessuno percorsero il lungo corridoio quasi correndo.
In fondo, svoltando a destra, nascosti nella penombra, c' erano alcuni scalini che apparentemente conducevano contro il muro.
Avvicinandosi, nel legno antico, scuro e tarlato si distinguevano i contorni di una piccola porta
- Da quello che sappiamo la usano solo i domestici, noi e le Crawford, ma sicuramente anche Amanda è a conoscenza di questo passaggio, e sono sicura che non sia l'unico in questa casa, non siamo, però, ancora riusciti ad avere i piani architettonici originali dell'edificio; c'è caso che non esistano nemmeno più. -
Spiegò Costance mentre furtivamente entravano nella cucina.

Margot AndersonWhere stories live. Discover now