Mi morsi la guancia.
"Che faccio? Mi guardo allo specchio come un'insicura cronica?"
Così decisi di mentirgli, alla fine non era una gran bugia.

Leggo..tu?

Lui rispose subito dopo.

Stai ripassando la Bibbia a memoria?

"Ma che cazzo dice!?"
Scossi il capo, ed involontariamente presi a sorridere come una stupida davanti allo schermo del cellulare, perché immaginai la sua voce dire quelle cose.
Poi iniziai a comporre.

Senti ma...|

E subito mi bloccai.
Non volevo sembrargli maliziosa, però volevo chiedergli cosa intendeva con "chi dice che dobbiamo dormire?"
Perché era su quella frase che avevo riflettuto tutta la sera precedente.

Sto ripassando il "va a farti fottere" in tutte le lingue, nel caso avessi bisogno mandarti a quel paese con fantasia

Risposi, ma non feci in tempo a posare il cellulare che mi arrivò una notifica.

Ahah ma vai a fare un po' di stretching con quella linguaccia, che poi ci penso io a tenertela impegnata

Arrossii immediatamente per il modo di esprimersi diretto ed inequivocabile che aveva Lorenzo.
"E ora che gli rispondo?"
Perché c'era solo una domanda nella mia mente "Quando ci vedremo?"

Che intenzioni hai per stasera Gherbini?

E lui ovviamente mi prese in giro, come sempre.

Te l'ho già detto ieri. Ti hanno privato della memoria oltre che della vista?

Scossi il capo di nuovo, poi iniziai a comporre.

Sei piacevole come un palo in culo

Scusi se la correggo, Ferrari. Sono piacevole come un palo nella vagina. Quindi...dato che non puoi fare a meno di me, ci vediamo?

Non sapevo se essere infastidita dalle sue volgarità continue o se mettermi a ridere.

Quando?

Vuoi l'invito scritto? Vieni qui

Lessi il messaggio due volte.
"Vieni qui? Ma chi si crede di essere?" Ormai me l'ero chiesto troppe volte e avevo capito che la sua presunzione era un dato di fatto, era inutile tentare di litigarci ogni volta che si comportava così.

Ci vediamo tra un'ora

Risposi fredda.

Mi diedi un'ora, così avevo tutto il tempo per prepararmi con cura.
Finii per mettermi così tanta matita negli occhi che dovetti levarmi le lenti a contatto.
Così, quella sera, con una linea di eye-liner in più e una passata di rossetto data con minuzia e precisione, uscii dal bungalow.

-Hei cretino!-

Lo urlai un po' troppo forte.
Così forte che due ragazze sedute sugli scalini del bungalow di Lorenzo si voltarono.
E io mi morsicai la lingua, perché non avevo messo gli occhiali e perciò non avevo visto le ragazze davanti alla porta di Gherbini.
Ormai ero lì, potevo scegliere di tornarmene indietro oppure superare le due ragazze e bussare alla porta.
"Dannazione la prossima volta metterò gli occhiali" me lo ripetei quando sentii la voce di Salvetti.
Non avevo visto neanche lui.

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