Lost

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Camila's pov.

Non volevo svegliarmi. O meglio non volevo alzarmi dato che per essere sveglia ero sveglia. Non avevo dormito praticamente nulla quella notte, il letto mi era sembrato scomodo, il buio spaventoso come non mai e l'aria talmente pesante da opprimermi.
Inoltre il corpo accanto a me non mi aiutava affatto.
Volevo girarmi a guardarla ancora una volta mentre dormiva beata, ma il mio cervello continuva a ripetermi di non farlo in quanto lei era stata molto chiara.
Tra noi non c'era e non ci sarebbe mai stato nulla, aveva deciso tutto lei. O forse io le avevo dato una mano a decidere, forse in fin dei conti quello che era successo era tutta colpa mia.
"Non ti girare, non ti girare. Lasciala perdere, dimenticatene." La mia coscienza continuava a ripetermi insistentemente le stesse parole, ed io come al solito faticavo a rispettarle.
Allungai una mano e afferrai il telefono dal comodino, guardai l'ora erano le 5.30.
"È notte." Pensai.
Sospiri pesantemente e infine mi girai verso Lauren ancora con il telefono in mano.
Aveva il viso rivolto nella mia direzione, i capelli corvino se ne stavano sparpagliati in disordine sul cuscino dalla federa bianca latte e le sue labbra erano leggermente dischiuse permettendole di respirare.
La osservai attentamente pensando che quella sarebbe stata l'ultima occasione che avrei avuto, forse per sempre. Decisi che avrei colto ogni singola lentiggine e ogni singolo particolare del suo volto per evitare di scordarlo un giorno.
Aveva cambiato l'anellino al naso, questo non era più semplice come il precedente ma decorato che tanti piccoli rilievi.
Aveva una pelle così bella che la fioca luce del mattino non poteva fare altro che renderla ancora più bella quanto già non fosse.
Sapevo che non avrei dovuto toccarla, che avrei dovuto imparare a tenerla lontano da me ma già mi mancava.
Mi mancava così tanto che solo al pensiero che quella potesse essere l'ultima occasione che avevo per passare del tempo con lei in quel mondo mi procurava una fitta dentro da togliere il fiato e far spuntare le lacrime.
Feci un sospiro tremolante e avvicinai lentamente due dita al suo viso per spostare una ciocca ribelle da sopra il naso; ne approfitta per tracciare ancora una volta i suoi perfetti lineamenti.
Mi sarebbe mancata così tanto.
Può succedersi che qualcuno ci manchi così intensamente e profondamente da mandarci totalmente all pazzia?
Non riuscivo a capacitarmi dell'idea che le sarei dovuta stare lontano.
Non riuscivo ad accettare il fatto che avrei dovuto guardarla con altri occhi, gli occhi di un' amica. Di un'estranea. Negando i ricordi del suo corpo, della sua voce e del suo profumo, di un profumo che per quante docce possa farmi mi resterà sempre addosso. Sempre dentro.
Io l'amavo. Ero così innamorata di lei che non sapevo se sarei sopravvissuta a ciò che sarebbe venuto dopo,ma sinceramente non mi importava.
Avevo vissuto una favola un po' bella e un po' brutta, una di quelle non perfette e senza lietofine ma che contengono un mare di emozioni.
Eravamo come Alice e il Cappellaio, amanti distrutti da un amore consumato troppo presto, giusti al tempo sbagliato.
Sentii le lacrime rigarmi il volto.
Io non volevo lasciarla. IO NON VOLEVO LASCIARLA.
Questo pensiero fisso continuava a risuonare nella testa facendomi pulsare le tempie, volevo urlare ma avevo paura che sentisse.
Che qualcuno sentisse, un dolore che non potevo spiegare.
Guardai di nuovo il telefono: 6.10.
Era passata più di mezz'ora ed io sommersa nei miei pensieri non ne avevo assaporata nemmeno la metà.
Guardai la Mora per l'ultima volta per poi aprire la casella messaggi e scrivere un messaggio ad Austin.

Ad Austin: non scrivermi più,
Semplicemente non posso
più stare con te e fingere
di stare bene.
Ti prego di non cercarmi.

Premetti "invio" senza provare nulla, né rimorso né alcun tipo di emozione.
Dovevo farlo, prima. Era tardi e lo sapevo bene, avevo quasi mandato Lauren in ospedale e non sarebbe mai più successo nulla di simile. Dovevo solo stare sola.
Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca interna del giacchetto jeans e mi recai alla finestra. La aprii e ci passai attraverso finendo su un tetto pensile.
Rimasi li sopra, seduta a pensare mentre accesi una sigaretta dietro l'altra.
No uomini siamo come sigarette, procurano dolore e sofferenze ma alla fine persino il vento riesce a spegnerci e consumarci in un attimo.
Seduta su quel balcone riuscii ad analizzare meglio la situazione in cui mi trovavo.
Tra una lacrima e l'altra capii di essere furibonda con Lauren perché aveva scelto tutto da sola, lo ero con Austin perché aveva continuato a negarmi ogni possibilità di rottura e lo ero con me stessa per non aver saputo lottare nemmeno per una cosa così importante come l'amore di Lauren.
Mi sentivo una perdente e persa allo stesso tempo. Come se avessi perso tutto e allo stesso tempo avessi perso me stessa e avessi bisogno di essere ritrovata da qualcuno.
Spensi l'ennesima cicca e decisi di rientrare per riuscire a cambiarmi prima che suonasse la sveglia.
Uscii dalla stanza alle 7.30.

Lauren's pov .

Come al solito quell'odiosa sveglia mi buttò giù dal letto alle 8.00.
Mi misi a sedere ancora mezza rincoglionita dal sonno e mi guardai attorno notando di essere sola.
Accanto a me la coperta era malmessa e il coprimaterasso sgualcito era ancora tiepido segno che Camila non se ne era andata da molto.
La prima cosa che associa al suo nome furono le tremende parole che le avevo rivolto la sera prima quando ero mezza ubriaca. Avrei tanto voluto giustificarsi dicendo che era stata colpa dell'alcool ma la verità era che ciò che avevo espresso così brutalmente erano esattamente i miei pensieri.
Non che mi stessi vantando di ciò che avevo fatto, al contrario mi sentivo una stronza epocale ad averla allontanata ma non potevo più vivere con quell'incertezza.
Scesi a colazione in felpa e pigiama, non che mi importa se se la gente mi vedesse in quello stato, soprattutto quella mattina. Fortunatamente il mio buonsenso, sebbene assopito, mi costrinse a indossa un pntalone della tua per evitare di scendere in mutande.
Arrivata al buffet vidi tutti seduti ai tavoli tranne Camila.
"Strano dovrebbe essere gia giù" pensai guardandomi attorno e cercadola con lo sguardo in quella sala spoglia della sua presenza.

-Hey Lau buongiorno!-

Mi gridò Dinah pssandomi accanto con una tazza di cereali e yogurt. Ricambiai con un cenno che attirò subito su di me un suo sguardo preoccupato.
Mi sentivo un po' fuori posto in quella sala, soprattutto nel sedermi accanto ad un posto vuoto ad un tavolo pieno di persone sorridenti e raggianti.
Presi una tazza di caffè e un biscotto andandomi a sedere ad un tavolino isolato dal resto della gente.
Sblocca il telefono mentre inzuppai il biscotto nel liquido scuro della tazza.
Nessun messaggio da parte sua, dov'era? Avrei dovuto chiamarla? Almeno per assicurarmi che stesse bene...no Lauren hai posto tu dei limiti nel vostro rapporto non puoi essere così incoerente.
Il fatto era che mi mancava tantissimo e questo mi rendeva triste e di pessimo umore, forse perché stavo ancora sperando che nonostante le mie parole da puttan stronza della notte precedente lei sarebbe tornata da me.
Sapevo quanto fosse difficile per la Bruna accettare i cambiamenti repentini e quanto temesse il giudizio altrui. Poteva sembrare forte e sicura di sé ma era in realtà fragile come vetro.

-Tutto bene Jauregui?-

Mi sentii rivolgere questa domanda accompagnata da una mano appoggiata sulla spalla. Alzai il viso visibilmente scoccata da quel contatto e incrociai gli occhi grigi di Jeffrey.

-Tutto ok.-

-Bene allora, l'ho già detto alle altre alle 16.30 tutte qui che andiamo al backstage.-

-Sissignore.-

Dissi con aria non troppo entusiasta e tornando a fissare il mio caffè.
Mentre si stava allontanando rialzai rapidamente il viso e lo bloccai.

-Hey sai dove Camz?-

-Chi?-

-Emh...Camila...-

-No. Non l'ho vista oggi.-

Disse per poi tornare al suo tavolo lasciandomi sola con la mia bevanda.
Dove poteva essere? Mi stavo preoccupando seriamente, odiavo quando la gente spariva di punto in bianco senza uno straccio di spiegazione.
Finii di bere e tornai in stanza per vestirmi, dopodiché scrissi a Brad. Mi serviva il suo aiuto.

Salve gente scusate la lunga attesa❤❤ ditemi come è andato il rientro a scuola?
Grazie di continuare a leggere in così tanti😍
Bye bye

Damn It. //CamrenWhere stories live. Discover now