1: -Pain-

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Era passato solo un giorno da quando Eren Jaeger era stato affidato al caporale Levi Ackerman.

Per Eren era stata dura, durante il processo per scegliere la sorte del ragazzo-titano aveva potuto vedere la morte svariate volte.

Quando un soldato gli aveva puntato il fucile al cuore si era dato per finito, pensò che morendo la gente sarebbe stata tranquilla, che nessuno si sarebbe spaventato nel guardarlo e che finalmente avrebbe riabbracciato la madre morta da cinque anni.

Chiuse gli occhi rilassando la mente, ma ecco che un dolore lancinante alla guancia sinistra lo pervase. Sputò un dente mentre un colore violaceo si espandeva sulla zona colpita.

Spalancò gli occhi cercando di capire cosa lo avesse ferito, venne colpito in pieno volto.

Sentì il naso dolorante e gli occhi si erano arrossati, perdeva sangue ma questo non importava al suo aggressore che continuava a colpirlo con calci.
Tutti i presenti erano scioccati. Guardie, soldati , giudici e commercianti.

Mikasa, la sorella adottiva di Eren, fremeva dalla rabbia e per quanto avrebbe voluto massacrare l'assalitore del fratello venne bloccata dalle braccia di Armin, il quale la pregava di non intromettersi.

Eren si ritrovò con il viso incollato al pavimento, sporco dal suo sangue ancora caldo che colava dalle innumerevoli ferite.

Una mano lo afferrò per il colletto della camicia imbrattata di rosso, il volto del ragazzo si ritrovò a pochi centimetri dal suo aggressore che lo scrutava impassibile.

Eren osservò i suoi occhi grigi, erano freddi e contornati da occhiaie accentuate. Ne rimase incantato, ricordavano il cielo in tempesta ed era meraviglioso osservarli da vicino.

In quel momento una domanda invase la mente del castano.

'Perché quest'uomo dovrebbe farmi del male?'

In effetti, non l'aveva mai visto prima di quel momento quindi non poteva avergli fatto un torto o del male.

L'uomo dagli occhi in tempesta osservò il viso del ragazzo, sfigurato da lui stesso.

Guardò solo per un istante i suoi occhi verdi, verde smeraldo, era difficile non innamorarsene. Pieni di luce e di vita, notò come quel ragazzo malridotto gli ricordasse lui un tempo.

Prima di entrare nel Corpo di Ricerca, quando viveva nella città sotterranea insieme ai suoi migliori amici Farlan e Isabel.
A quei tempi era molto più felice, più allegro e più emotivo.

Distolse lo sguardo da Eren per continuare col piano progettato da Erwin Smith.

Si rivolse al giudice assicurando che sarebbe stato in grado di controllare il ragazzo-titano, se lo avesse affidato alla sua squadra e più precisamente a lui.

Picchiandolo selvaggiamente aveva dimostrato la sua forza, non per niente lui era Levi Ackerman, l'uomo più potente dell'umanità.

Riuscì ad ottenere la tutela del ragazzo, ma se fosse andato storto qualcosa nelle missioni lo avrebbe dovuto riportare indietro e a quel punto lo avrebbero ucciso.

Eren non riusciva a capire, perché voleva sua custodia?
Un ragazzo che nell'ultima missione aveva quasi ucciso i suoi amici e compagni e che possedeva quell'immenso potere, era da uccidere non da custodire o proteggere.

I polsi del giovane furono slegati, finalmente era libero di alzarsi anziché stare in ginocchio legato ad un palo.

Si avvicinarono a lui due uomini ed una donna.

Lo scortarono fuori dal tribunale, in un castello dove avrebbe passato le prime due settimane.

"Moccioso" //EreRi\\   Where stories live. Discover now