Capitolo 5

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"Sono esausto" decretò Benjamin sbattendo ripetutamente la fronte sul foglio che aveva davanti. Si guardò intorno, il tavolo della cucina era cosparso di fogli, penne e matite colorate, diverse tazze contenenti residui di thè e caffè erano radunate al centro, insieme a due pacchetti di biscotti alla cannella quasi finiti.

"Mh" Federico era seduto di fronte a lui in una posizione alquanto curiosa, con le gambe intrecciate sotto al sedere, intento a leggere un libro. A malapena sollevò lo sguardo dalle pagine.

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Non sapevano nemmeno loro come fosse successo, ma dalla mattina del mese precedente in cui si erano svegliati ed erano andati a fare colazione insieme al bar della signora Smith, si erano visti quasi tutti i giorni e ormai Federico era una presenza fissa a casa del moro, tornava nella sua stanza giusto a dormire, e non sempre.

Non che a Benjamin dispiacesse, da quella mattina, quando si era alzato e aveva trovato Federico appena sveglio, con i capelli arruffati e gli occhi ancora pieni di sonno, aveva capito che avrebbe potuto abituarsi molto in fretta a risvegli del genere, anzi, forse non poteva più già farne a meno.

Qualche sera dopo Benjamin aveva portato il biondo al Pier, questa volta illuminato, e Federico era rimasto incantato per qualche secondo, prima di trascinare il moro sulla ruota panoramica. Benjamin era rimasto zitto per quasi tutta la durata del giro con le mani serrate al metallo freddo, l'unica protezione che aveva per non sfracellarsi al suolo, o almeno, questo era quello che pensava lui. Solo verso la fine aveva trovato il coraggio di confessare all'altro ragazzo, che l'aveva guardato stranito per tutto il tempo, che aveva paura delle altezze. Federico era scoppiato a ridere e l'aveva un po' preso in giro e un po' rimproverato per non averglielo detto prima. Il fatto era che Benjamin aveva voluto farlo contento, ma questo non glielo aveva detto.

Un pomeriggio erano andati a studiare in biblioteca subito dopo le lezioni, Benjamin doveva fare la relazione di un progetto ed era la cosa che odiava di più al mondo, "l'ho fatto io il progetto, è li da vedere, perché devo anche scrivere?" si era lamentato, Federico doveva "provare a rappresentare una poesia? Come cazzo si fa a rappresentare una poesia?". Al quinto sbuffo esasperato del moro, l'altro gli aveva strappato il foglio di mano e aveva cominciato a scrivere al suo posto. Benjamin aveva osservato Federico che scriveva per un po', poi aveva letto la poesia e aveva iniziato a scarabocchiare sull'album. I problemi erano iniziati quando Benjamin, terminato il disegno e annoiato, aveva cominciato ad infastidire il biondo, ancora intento a scrivere. Tra un "lasciami stare idiota, sto lavorando per te" e uno scarabocchio sul braccio, avevano iniziato a bisticciare come due bambini. Dieci minuti dopo stavano ridendo come due pazzi seduti sul marciapiede ad imitare la bibliotecaria che li aveva sbattuti fuori senza troppe cerimonie.

Quando Carter aveva detto a Benjamin che non era più il caso di frequentarsi, dopo che erano usciti altre tre volte, Federico si era arrabbiato moltissimo e l'aveva definito uno "sporco traditore". Non che il moro ci fosse rimasto troppo male, era piacevole uscire con il ragazzo, ma nulla di più. Il biondo, però, non aveva voluto sentire ragioni, era andato a comprare del gelato, girando tre supermercati diversi, perché sembrava che il Ben & Jerry's ai cookies, il gusto preferito di Benjamin, fosse scomparso dalla faccia della terra. Si era poi presentato a casa del moro, che gli aveva aperto in tuta e con i capelli tutti spettinati, l'aveva fatto sedere sul divano e l'aveva abbracciato, incurante dei tentativi dell'altro di convincerlo che "Fede sto bene, davvero". Qualche lacrima, alla fine, era stata versata, tra una cucchiaiata di gelato e l'altra.

La prima volta che Benjamin era uscito con gli amici di Federico, portandosi dietro anche Becky, che già conosceva il biondo e Dave perché frequentavano i suoi stessi corsi, erano andati tutti in discoteca. Benjamin aveva passato la prima parte della serata a guardare l'amica in cagnesco per il modo in cui faceva la scema con Federico. Anche se, quando lei gli aveva chiesto "qualcosa non va Ben?", lui si era limitato a scrollare la testa e a scolarsi il quarto bicchierino di vodka. Solo che poi anche Federico aveva iniziato ad esagerare con il numero di drink, e in breve tempo si erano ritrovati a ballare a una distanza piuttosto ravvicinata. Il biondo aveva continuato a muoversi a ritmo di musica, con gli occhi socchiusi a causa dell'alcol e i capelli scompigliati. La camicia slacciata di un paio di bottoni di troppo, le mani probabilmente troppo attaccate alle spalle di Benjamin e le gambe decisamente troppo vicine a quelle di Benjamin. La ciocca di capelli spostata con la mano, una gocciolina di sudore che scendeva lungo il viso, la risata che aveva seguito l'inizio della sua canzone preferita, avevano causato nel moro una serie di reazioni di cui Federico non si era minimamente reso conto. Alla fine della serata, si erano diretti a casa del moro insieme, senza una ragione apparente, visto che gli altri erano in macchina, e sarebbero tornati al dormitorio. Mentre camminavano per le strade buie, ridendo e inciampando quasi ad ogni passo, Benjamin si trovava in una bolla di intorpidimento, che doveva mantenersi tale, o avrebbe rischiato di sbattere il biondo sul primo muro disponibile per infilargli la lingua in bocca. La mattina successiva Federico si era svegliato al fianco del moro, una mano sul suo petto nudo e le gambe intrecciate. Si era alzato di scatto ed era andato a prendere la colazione al bar. Benjamin si era svegliato col profumo del caffè, un grande vuoto in testa, ma i ricordi essenziali stampati dietro le palpebre. "Buongiorno", si erano limitati a dirsi con un sorriso. Della serata, non ne avevano più parlato.

Together it's a little less scary - [Fenji]Where stories live. Discover now