Capitolo 4

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Federico non aveva mai creduto nel destino. Quando qualcosa andava storto, o semplicemente in un modo diverso da come voleva lui, si arrabbiava moltissimo e sua mamma gli ripeteva sempre "dai Fede, si vede che doveva andare così". No, non accettava che le cose andassero semplicemente "così", tutto accadeva in base alle scelte fatte e alle azione svolte, questo era quello che pensava il ragazzo, quello di cui era fermamente convinto. Per essere una testa calda, a volte era fin troppo razionale.

Ma in quel momento tutte le sue convinzioni erano state messe decisamente in discussione, perché quel ragazzo, quello che era comparso dal nulla una notte su uno scoglio sperduto e l'aveva capito come nessuno prima senza nemmeno bisogno di parole, era lì, davanti a lui. Se non era il destino, quale altra spiegazione razionale si poteva trovare?

In quei pochi secondi, Federico non riuscì a trovarne nessuna, per quanto si fosse sforzato e, inspiegabilmente, questo gli fece salire una rabbia totalmente ingiustificata nei confronti del ragazzo. Gli tornò alla mente quella sera, la sua insistenza, il suo fare tutto facile, e lo sapeva, lo sapeva benissimo che in realtà un po' lo invidiava e un po' gli era grato per quel piccolo gesto che aveva fatto per lui, piccolo ma anche così grande. E ora era di nuovo lì, in piedi di fronte a lui, con un sorriso amichevole stampato sulle labbra, come se davvero il destino lo avesse condotto lì per lui.

"B-benjamin?" sussurrò cercando di calmarsi. Nemmeno lui sapeva perché gli fosse uscito come una domanda, era certo che fosse lui, anche se l'aveva visto per poco alla fredda luce dei lampioni sulla strada poco lontana quella sera, non avrebbe mai potuto scordare i suoi lineamenti definiti, le sue labbra e il suo sorriso. Soprattutto il suo sorriso, tanti erano quelli che gli aveva rivolto quella notte.

Era davvero lui, Benjamin non riusciva a crederci, l'aveva riconosciuto subito, ma ora ne aveva la certezza assoluta. Gli aveva sorriso istintivamente, non appena il biondo si era voltato verso di lui, con un'espressione totalmente sbalordita.

Mentre lo seguiva fuori dal locale, aveva solo pensato a raggiungerlo, senza sapere cosa effettivamente gli avrebbe detto, avrebbe potuto anche non riconoscerlo, o magari semplicemente non gli andava di parlargli, ma Benjamin non aveva proprio considerato quelle possibilità. L'aveva seguito e basta.

"Ciao" disse semplicemente il moro. Doveva ammettere che la situazione era un po' imbarazzante, di fatto non si erano quasi mai rivolti la parola, non si conoscevano minimamente.

"Ehm ciao" rispose Federico "cosa ci fai qua?" chiese rendendosi conto subito dopo del tono poco amichevole che aveva usato, ma Benjamin sembrò non farci caso e si avvicinò continuando a sorridere.

"Studio qua ora, sono sorpreso quanto te, credimi" ridacchiò il moro "ero seduto al bar e ti ho intravisto, ti ho seguito per vedere se eri davvero tu" spiegò semplicemente stringendosi nel giubbetto per il freddo.

Federico sembrò ricordarsi improvvisamente qualcosa.

"Oh, eri tu allora" esclamò, poi, vedendo la confusione negli occhi dell'altro, aggiunse "qualche giorno fa credo di averti visto di sfuggita in università, ma solo per un secondo, ho pensato di avere le allucinazioni" Federico rise "anche io studio qua, che coincidenza"

"Già" annuì Benjamin, "come mai sei qui fuori da solo?" chiese curioso.

Il biondo pensò che non aveva perso l'abitudine di impicciarsi dei fatti altrui, ma gli sorrise "oh bè, avevo bisogno di una boccata d'aria, tra l'alcol e il caldo, sai.." si passò una mano tra i capelli leggermente imbarazzato "tu?"

"La mia amica ha trovato compagnia e mi ha lasciato solo al bar come uno sfigato" rispose Benjamin sinceramente, facendo ridacchiare l'altro. In quel momento gli arrivò un messaggio, era Becky che gli comunicava che sarebbe andata via con quel ragazzo. Bloccò il telefono e lo rimise in tasca con un sospiro, sotto lo sguardo curioso del biondo.

Together it's a little less scary - [Fenji]Where stories live. Discover now