Realtà

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Eccola lì, la mia faccia.
Avevo pesantemente fatto cadere il giornale sul tavolo nella mia cucina di Venice, a Los Angeles. Col fiatone da corsa che mi impediva di parlare, mi scolai una bottiglietta d'acqua in un solo sorso.
Avevo un buco allo stomaco che non sapevo come avrei colmato. Non era tanto la mia foto a darmi fastidio, quanto il titolo: "Aza Volkov non cerca solo passerelle, ma stelle."
Una risata isterica mi uscì dalla gola. Mi avevano avvertita di stare attenta, stupidamente però non ci avevo mai dato peso. Quel numero di In Touch l'avevo trovato per caso durante la mia corsa mattutina. Bardata con un cappellino da baseball e una tuta sformata, avevo costeggiato la strada principale che porta alla spiaggia, poi eccolo lì: uno dei tanti chioschi colmi di giornali. Certo, mi era già capitato di vedere la mia immagine in giro, ma mai accompagnata da un titolo come quello.
Senza sollevare troppo la testa avevo pagato quella copia con gli spiccioli che avevo in tasca e adesso eccomi qui.
Mi tremavano le mani, il cellulare continuava a suonare senza pausa e i miei occhi erano fissi sull'immagine di una me felice, quella in cui mi aggrappo alle spalle del mio fidanzato.
Eravamo riusciti a tenere segreta la cosa per poco tempo. Era trascorso poco più di qualche mese dal nostro primo appuntamento e tanto era servito perché la notizia non venisse diffusa. Sì perché non bastava che mostrassi il mio corpo in tutte le campagne pubblicitarie per cui mi ingaggiavano, dovevo anche lasciare che vivessero la mia vita amorosa in contemporanea con me! Peccato che non avessi firmato nessun contratto per nessun stramaledettissimo reality!
- Fanculo! - dissi con tutto il cuore.
Non era così che volevo la mia vita.
Non era per quello che mi ero messa a frequentare Cristiano.

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