Luke

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Gettó lo zaino sul muro, un libro cadde, dei poster si staccarono.

Luke Hemmings aveva sempre avuto problemi a gestire la rabbia.
E la rabbia di aver scambiato il suo quaderno con un altro era fuori dal limite da lui sopportabile.
Il ragazzo dai capelli rossi gli prese il viso fra le mani, lo guardó negli occhi.

"Mi bastano 0,4 secondi per staccare la mia mano destra dalla tua guancia e darle la forza giusta per colpirti con uno schiaffo che ti farebbe arrivare dalla parte opposta della città in ancor meno tempo, quindi o ti calmi, o tra tre secondi ti ritroverai a leccare i piedi della Regina Elisabetta a Palazzo Reale, chiaro?"

E se Luke aveva problemi a contenere la rabbia, Michael Clifford era un mago a trasmettere tranquillità anche quando minacciava le persone di morte istantanea.

Era un dono, pensava il biondo, c'era chi era bravo a irritare la gente e chi era bravo a calmarla.

"Bene.
Ora ti fumi una sigaretta e vedi di chi è quel quaderno, così domani glielo potrai ritornare."

Continuó Michael, scandendo le parole come se stesse parlando con un bambino.
Forse Luke era davvero un bambino.
Immaturo talvolta, troppo preso a pensare cose che non stanno nè in cielo nè in terra per gestire le proprie emozioni.
Annuí leggermente, stringendo quel quadernetto fra le dita, mentre Clifford, soddisfatto, andava verso la cucina, probabilmente per mangiare qualcosa.
Si grattò la testa, fissando la moleskine nera.

"Naira" era scritto in corsivo al centro.

Pensò che Naira fosse un nome tanto bello quanto sconosciuto.
Sfilò una sigaretta dal pacchetto di Marlboro e, dopo averla stretta fra le labbra, l'accese, aprendo l'agenda, cominciando a leggere.

Venezia, 26 aprile 2013
Caro diario,
oggi è uguale a ieri, ci sei solo tu, io, e un posto sconosciuto, ancora.
I miei capelli biondi non hanno più un senso, mio padre ha deciso di trasferirsi un'altra volta in un paese lontano rispetto a quello precedente.
A volte lo odio.
A volte vorrei urlargli in faccia che voglio una vita, degli amici magari.
Ho quasi 17 anni, non mi sono mai sentita a casa da nessuna parte.

Istantanee.
Fotografie istantanee.

"Piazza San Marco, 25 aprile 2013"

Fotografie di strada, scattate per caso con l'intento di bloccare un istante, un istante e basta, che fosse bello o brutto non era poi così importante.
Erano belle le polaroids, belle e particolari, difficili da maneggiare, da usare: sbagliato uno scatto non lo si poteva cancellare.
Una sfida per chi come lui che al primo colpo sbaglia sempre tutto.

Continuò a scorrere le pagine, spinto da una strana curiosità.
Carte di cioccolatini, piccoli calendari di posti come bar, negozietti e altro, citazioni di band e autori vari, piccole cose dentro tante pagine, una vita intera, forse.

Amsterdam, 25 dicembre 2013
Caro Diario,
questo è il diciassettesimo compleanno che passo in una città diversa.
Mio padre sta preparando una torta, almeno si mette d'impegno.
Non lo odio.
Sono solo arrabbiata con lui.
Amsterdam è bella, un po' come Venezia, a cui mi stavo quasi abituando.
I miei capelli biondi sono lilla adesso.
Nessuno mi ha fatto gli auguri oggi, tranne papà.
Non ho molti amici, è anche colpa sua.
Bhè... buon compleanno Naira.

Se la immaginò un po' questa ragazza, o almeno ci provò, non aveva molta immaginazione.
Sapeva solo di lei che il colore dei suoi capelli era lilla.
Gli bastava, gli bastava.
Eppure, una ragazza coi capelli lilla se la sarebbe ricordata.

the notebook // luke hemmingsWhere stories live. Discover now