capitolo 28

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Il cielo è grigio, e sicuramente tra non molto si metterà a piovere. Dalla sera precedente non sono uscita più dalla mia stanza e nel frattempo ho deciso riordinare per bene il mio piccolo rifugio. Dopo aver finito mi siedo per terra, a gambe incrociate, con il mio diario segreto in mano.
Lo fisso con lo sguardo vuoto, e sfoglio ogni pagina, come se avessi paura di rileggere le cose passate. Vorrei diventare invisibile. Vorrei essere forte, forte abbastanza da andare avanti da sola, e per farlo devo dimenticare il passato. Strappo ogni pagina con movimenti lenti, e poi le strappo in più pezzi. È come se mettessi fine ai miei sentimenti, alle emozioni che ho provato. Non voglio più sentire niente. Vorrei staccarmi il cuore dal petto e darlo in pasto al cane. Ho sbagliato. Ho sbagliato a perdere la testa e fidarmi.
Finisco di strappare violentemente le altre pagine e il pavimento è cosparso da pezzettini bianchi.
Prendo una penna e un quaderno, e mi sieido sulla sedia, davanti alla scrivania.
Incomincio a scrivere senza fermarmi, come se le parole me le dettasse il mio cuore.

" In questo momento sto male. Mi sento tremendamente stupida e non ho nessuno a cui urlarlo, a cui dirlo. Non ho nessuno qui. " Scrivo, ma poi scarabocchio con la penna di sopra. Strappo la pagina, decidendo di scrivere nuovamente.

" Ricordo quando mamma mi rimboccava le coperte, quando mi dava il bacio della buonanotte e quando mi raccontava le favole. Mi piaceva così tanto, sognavo di avere una vita così anche io.
Con il tempo, però, ho capito che queste cose non esistono veramente, ma ho sperato nell'arrivo del mio principe azzurro.
Durante la mia adolescenza, sono stata sempre una ragazza che, all'apparenza sorrideva sempre, ma in realtà stava male interiormente. Ho perso uno dei miei più cari amici, e non ho mai smesso di darmi la colpa. Lo studio mi dà soddisfazioni, e fino a prima avevo una vita tranquilla. Ciò che mi sta fregando, però, è il dannato principe azzurro. Sono talmente stupida da credere che l'amore mi possa far sentire come una principessa felice nel suo regno.
Ero convinta fino all'ultimo minuto di amare Dylan, e poi sono andata in confusione. Mi pento di essermi fidata di Drew, e di aver fatto l'amore con lui. È stato bello, ma doloroso da tutti i punti di vista. Lo desideravo così tanto, che  mi faceva male. La cosa che odio di più è proprio essere presa in giro dai ragazzi.
Ho sbagliato, e continuerò a farlo.
Ma intanto voglio costruirmi una corazza intorno, un muro che non sia facile da scavalcare, un'armatura che non sia facile da distruggere.
Voglio essere forte, e giuro che ci riuscirò. " Scrivo l'ultima frase, e mi rendo conto che in realtà mi sono semplicemente sfogata e incoraggiata da sola.
Già mi sento leggermente meglio. Strappo la pagina e la butto nel cestino. Vado a raccogliere i pezzettini dei fogli sparsi per la stanza e li butto.
Prendo tutto ciò di cui ho bisogno per la doccia e mi avvicino alla porta.
Non sento alcun rumore, quindi non ci sono problemi, penso.

Apro lentamente la porta, ma poi decido di fregarmene. Non posso camminare come una ladra nella casa dovrei vivere per qualche anno, soltanto perché c'è Drew.
Apro con decisione la porta del bagno e...
« Porca merda. » la richiudo in fretta e vado velocemente nel salone, facendo finta di niente.
Drew è sotto la doccia, e per fortuna ho chiuso in fretta la porta.
Tengo i miei vestiti puliti in mano e ad un tratto mi arriva alle narici un profumo maschile.

« Puoi andare ora. » mi alzo di scatto dal divano e stringo i denti. Drew sta trattenendo un sorriso e mi lascia passare.
Maledetto, mi aveva sentito mentre avevo aperto la porta.

« Chiuditi a chiave. » dice serio.

Decido di non rispondere e mi chiudo in bagno a chiave. Lo avrei fatto prescindere.
Non so come farò a stare nella stessa casa con il ragazzo che mi ha spezzato il cuore, ma ho intenzione di non dire niente ai miei genitori.
Mi spoglio  ed entro nel box doccia.
L'acqua calda accarezza dolcemente la mia pelle e rimango alcuni minuti così, ferma, sotto la doccia, sentendo semplicemente il suono dell'acqua che scorre, e che, inutilmente, sta cercando di superare il rumore dei miei pensieri.
Mi insapono per bene e mi lavo i capelli. Dopo aver finito, mi siedo sotto la doccia e mi rannicchio. Appoggio la testa al muro e chiudo gli occhi. Le gocce di acqua continuavano a piombarmi addosso, come le menzogne di Drew.
Soffoco un urlo di frustrazione e, a causa della rabbia, le lacrime mi bagnano le guance. Oh, fanculo. Sento qualcuno bussare e chiudo l'acqua,  mettendomi l'accappatoio. Mi asciugo velocemente il viso e i colpi alla porta non cessano.
Vado ad aprire e mi ritrovo Drew davanti, con la faccia leggermente preoccupata.

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