Cinque

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C'è stato un cambio di programma.

Presa dall'ansia, ho deciso di far venire Molly da me, ora, e alle nove ci verrà a prendere Josh. Non riuscivo a scegliere cosa mettermi, né tantomeno tranquillizzarmi, data l'ansia liquida che mi scorre nelle vene.

Fra un'ora Josh sarà qui.

Un'ora.

Okay, Mya, calmati. È solo una festa.

Respira.

Appena sento il suono del campanello, mi precipito al piano di sotto, apro di scatto la porta e lancio un sospiro di sollievo quando vedo Molly sulla soglia, bella come una fata. Indossa un abito nero che le arriva sopra le cosce, lasciando ben poco all'immaginazione. Non ha le maniche e la scollatura a cuore le valorizza il seno prosperoso, mentre ai piedi indossa degli stivali bianchi, bellissimi, con un tacco vertiginoso. I capelli ricadono lisci lungo le spalle, sfiorandole la scollatura del vestito.

«Sei splendida», le dico sinceramente, e lei mi ringrazia con un ampio sorriso, abbellito con un rossetto rosso fuoco.

«E tu che ci fai ancora in pigiama?». Il suo viso assume un'espressione disgustata, e la cosa mi fa ridacchiare. Probabilmente la colpa è del mio pigiama con la stampa di Minnie al centro della maglietta.

Saliamo al piano di sopra e apro l'armadio, tirando fuori un vestito celeste che mi arriva alle ginocchia, con una scollatura moderata. È modesto, lo ammetto, ma lo reputo anche molto elegante.

«Non ci pensare», mi fredda Molly, mentre scuote la testa in segno di diniego.

«Perché?», chiedo sorpresa.

«Non metterai un vestito del genere, Mya. Hai diciotto anni, non sessanta».

Il mio viso assume un'espressione triste. Non capisco cosa abbiano tutti contro i miei vestiti. Capisco che non sono come quelli delle altre ragazze, ma se mi sento a mio agio così, che male c'è?

Molly si pianta davanti all'armadio e rovista tra i miei vestiti in modo meccanico, fin quando non tira fuori un vestito bianco, che credo di averlo indossato alla cresima di mia cugina, la prima e ultima volta.

«Assolutamente lui!», grida, posandomi il vestito tra le mani. «Provalo, dai», mi ordina, sbattendomi fuori dalla porta.

Sbuffo e mi precipito in bagno, per poi togliermi questo orribile pigiama e infilare il vestito dalle gambe. Mi sta leggermente stretto quando cerco di tirarlo su dalle cosce, ma dopo qualche sforzo e sospiro frustato, riesco a farlo arrivare a destinazione.

Mi guardo allo specchio e noto che mi sta bene. Pensavo che sarei sembrata ridicola con questo addosso, invece mostra tutte le mie forme. Valorizza il seno prosperoso, pieno, e attutisce i miei fianchi larghi.

Mi dirigo di nuovo dalla mia amica, che appena mi vede inizia a gridare e saltellare come una bambina.

«Lo sapevo, cazzo», dice entusiasta, sbattendo un pugno delicato sul muro. «Sapevo che sotto quei vestiti larghi c'era una bellissima ragazza, e anche molto sexy». Mi fa l'occhiolino ed io arrossisco, ma più che per il disagio è per l'imbarazzo di essere vista in questo modo, di essere al centro dell'attenzione, e la consapevolezza che tutti mi vedranno così.

«Adesso ti trucco!», ordina, portandomi dritta verso il bagno, di nuovo.

Adoro questo lato di lei, il fatto che sia così spontanea, che non si faccia problemi ad ordinarmi qualcosa. Di solito le ragazze chiedono il permesso per fare qualsiasi cosa, mentre lei è così naturale, che mi fa sorridere.

Mi mette un po' di eye-liner e del mascara, poi mi liscia i capelli, che noto essere molto più morbidi dopo il suo tocco magico.

Poco dopo, sento la notifica di un messaggio e noto subito che si tratta di Josh.

My disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora