«Ehi», mi saluta la ragazza che non avevo mai visto prima, «sono Juliet, un'amica di Molly. Piacere di conoscerti...Mya, giusto?». Ha un sorriso bellissimo e ha l'aspetto di una ragazza dolce, simpatica ed ammirevole, per questo le sorrido a mia volta.

«Si, sono Mya. Piacere di conoscerti».

«Che schifo questo purè, cazzo», sbotta Molly, lanciando una forchetta sul tavolo. «dovremmo fare una protesta per il cibo, questa roba fa cagare», continua, con la voce intrisa di disgusto e di rabbia.

Annuisco, perché è decisamente vero. Se devo mangiare queste cose ogni giorno, allora sarà meglio che mi porti il pranzo da casa.

«Dai, non dire così. I pasticcini sono buoni», replica Juliet, intenta ad ingurgitare proprio un pasticcino, che sembra più grande della sua bocca.

«Sono quelli». Molly lancia un'occhiata di rimprovero alla sua amica, ed iniziano a battibeccare tra loro, mentre io e Josh ridiamo a crepapelle.

Queste persone mi ricordano Jessie e Trevor, che litigano di continuo per le cose più stupide, ed io li guardo ogni volta con le lacrime agli occhi, per quando mi fanno ridere.

Avrei voluto che fossero qui con me.

***

«Vai a casa?», mi chiede Josh, dopo aver assistito ad un'altra ora di lezione, noiosissima, con una donna che sembrava uscita da un film degli anni Ottanta. La classica professoressa con la gonna lunga, le calze di lana, la camicia bianca, la crocchia in testa e gli occhiali.

«Non lo so, tu?»

«Be', no. Se vuoi andiamo a bere qualcosa», propone con lo sguardo incastrato al mio. Nei suoi occhi vedo quasi una speranza, come se mi stesse pregando di andare con lui.

È così dolce.

«Sarebbe meglio domani, Josh. Oggi volevo passare a trovare i miei amici», gli dico con un sorriso triste.

Mi piacerebbe uscire con lui. Troverei subito un amico ed inoltre mi piace molto come persona, ma la voglia di vedere i miei amici è maggiore di quella che ho di uscire con lui.

«Ah, okay. A domani, allora, Mya», mi saluta, lanciandomi un'altra occhiata per tutto il corpo. Un'occhiata che mi fa imbarazzare, per quanto sia profonda, e poi se ne va.

Raggiungo l'auto di mia madre, che ha avuto la premura di passarmi a prendere, ed è proprio mentre sto per salire in auto, che noto il ragazzo misterioso di prima.

Lo guardo per qualche istante, perché sarebbe impossibile non farlo. Ha una bellezza disarmante, una virilità che ho visto solo nei personaggi dei film.

Sta camminando a passo deciso, sicuro di sé, come se avesse tutto il mondo ai suoi piedi. Tiene il mento alto, con lo sguardo davanti a sé, come se non gli importasse di chiunque a parte sé stesso.

Indossa una maglietta bianca, che lascia intravedere l'addome pieno di tatuaggi, e per qualche istante mi si secca la gola, in modo del tutto inspiegabile.

Non sono mai stata attratta da questo tipo di ragazzi, anzi, li ho sempre disprezzati, e lui non fa differenza, se non per il fatto che trovo lui, ed ogni suo movimento, estremamente sensuale.

Si ferma di fronte ad una ragazza, bellissima anch'essa. Ammiro anche lei, per pura curiosità. Ha i capelli rosso fuoco, sicuramente saranno tinti, e il fisico di una modella, come tutte le ragazze qui dentro...tranne me.

La prende per i fianchi, in una presa ferrea, così stretta a rude che credo che le stia facendo male, e la attira a sé, ficcandole la lingua in bocca.

My disasterWhere stories live. Discover now