4. gatti neri

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I due ragazzi sbuffarono. Era estate e chiusi in casa, proprio, non si ci poteva stare. Adrien aveva esteso l'invito anche a Nino e Alya, ma loro erano impegnati ed ora si ritrovavano nella stanza del ragazzo a studiare.

«È inutile, non ci capisco niente.» sbuffò la ragazza mettendosi le mano tra i capelli per poi abbandonarsi sulla sedia di ufficio.

«Marinette, è il caldo che ti fa sconcentrare. Ho ragione?» chiese Adrien mentre vedeva la corvina alzarsi e abbassarsi la maglietta dal colletto. Era un po' sudata per via delle finestre chiuse, e l'aria fresca del condizionatore non le arrivava per niente.

«Seriamente, Adrien, come fai a stare chiuso in questa stanza senza soffrire?» Marinette, in quel momento, si era dimenticata di essere con l'amore della sua vita e stava parlando normalmente.

«Ci ho fatto l'abitudine, ma il caldo lo soffro lo stesso. Non ti dispiace se mi vado a fare una doccia, vero? Sai.. il mio lat-» ma fu bloccato dalla voce della ragazza che finì la frase per prima per poi dirgli che per lei andava bene.

«Che vuoi fare, ora?» Plagg uscì dalla camicia del ragazzo immaginando già l'ordine del ragazzo.

«Plagg, trasformami!» gridò il biondo, oramai, nei panni di Chat Noir.

Marinette gli parlava, ma era come se qualcosa la bloccasse. Voleva sapere se con Chat le cose sarebbero cambiate e se lei si fosse aperta un po' di più. Uscì dalla finestra per poi apparrire di fronte il vetro che la divideva dalla sua camera.

Fuori, il caldo, era molto più pesante e stava sudando nella tuta.

«Chat Noir? Che ci fai qui?» Marinette aprì la porta e il ragazzo poté giurare di aver visto una scintilla negli occhi azzurri.

«Passavo da queste parti quando ti ho vista.» le fece un bacia-mano degno di un principe «Posso sapere che ci fai qui, princess?»

«Stavo studiando con un mio amico, Adrien, e poi lui è andato sotto la doccia. Qui dentro si muore, come dargli torto? Se fossi a casa mia mi sarei chiusa in bagno anche io.» rise la corvina buttandosi sul letto con il ragazzo-gatto.

«Princess, ti ricordi quando sono venuto a casa tua, ieri sera?» il biondo si mise a gambe incrociate con la schiena appoggiata al muro. Marinette era davanti a lui ed era con i piedi sul bordo del letto per non sporcare con le sue ballerine.

«Sì, è stato strano. Come mai quella visita inaspettata?» chiese la corvina facendosi aria con una mano. Era tutto inutile.

«Beh, ecco..» si avvicinò un po' di più alla corvina che lo fissava con un misto di curiosità e sofferenza.

«Avevo semplicemente voglia di ricordare il tuo profumo di croissant!» disse con un ghigno degno di un maniaco per poi stringere la ragazza a se in un breva abbraccio.

Marinette era confusa e.. imbarazzata? Non lo sapeva nemmeno lei. Forse il caldo si era fatto sentire e aveva fatto perdere la testa al suo gatto nero preferito.

«Chat Noir..» disse staccandosi «Stai bene? No, perché a me non sembra proprio.» rise rimettendosi sul bordi del letto con le ginocchia che sostenevano tutto il suo peso.

«Forse il caldo si sta facendo sentire..» rispose lui avvicinandosi alle labbra di lei. Quelle labbra che voleva baciare da tanto tempo «Ma ho voglia di baciarti.»

Si sporse un po' di più e le sue labbra toccarono quelle della ragazza, ancora incredula dalla sfrontatezza del gatto. Ma in fondo stava parlando di Chat. La ragazza mise le braccia come sostegno per poi ricambiare il bacio mentre lui le posò una mano sulla guancia.

Il bacio dolce si trasformò in qualcosa di più, ma nessuno dei due aveva voglia di staccarsi. Quelle labbra erano sofficcissime e trasmettevano tutto l'amore che provavano in quel momento.


Forse il caldo aveva davvero dato alla testa ai due ragazzi, ma il danno era  fatto e nessuno dei due se ne pentiva

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Forse il caldo aveva davvero dato alla testa ai due ragazzi, ma il danno era  fatto e nessuno dei due se ne pentiva. Si amavano troppo per ritirarsi.

«Princess, e se stasera venissi di nuovo? E se venissi pure la sera a seguire? E se..» la ragazza gli mise un dito sulle labbra.

«Gattino, sentiti libero di venirmi a trovare quando vuoi.» rispose dolcemente baciandolo a stampo.

«Sei proprio la ragazza che amo, si vede.» Marinette arrossì. Si baciarono di nuovo per poi salutarsi.

Lei si alzò e si sedette sulla sedia iniziando a girare trattenendosi dall'urlare. Era la ragazza di Chat, non ci poteva credere ancora. Se era un sogno non si sarebbe più svegliata.

E mentre lei si mordeva il labbro, un certo biondino esultava nella testa dentro il bagno della sua camera.

«Sì, okay, l'hai baciata. Ma adesso ritorna sulla Terra, Adrien, e vai dalla tua Giulietta.» lo riscosse Plagg dai suoi pensieri.

Uscì dal bagno con un asciugamano attorno al collo. E poi salutò la ragazza.

«La doccia non è servita a niente, vero?» chiese la ragazza ridendo.

«Esatto. Sbaglio o ti vedo più felice?» chiese Adrien fissandola negli occhi. Lei si voltò verso la finestra per poi sorridere.

«Un gatto nero è entrato in camera e mi ha fatto passare la voglia di studiare. Non posso più concentrarmi!» disse rossa ripensando al bacio. Un peperone, forse, era meno rosso.

Lui la fissò con un sopracciglio alzato e con un misto di confusione negli occhi quando vide la ragazza alzarsi ed uscire dalla camera.

Appena aprì la porta, fece uscire Plagg e si lasciò trasportare da un grido di vittoria che si sentì fino alla Torre Eiffel.

«Ma non ti piaceva Ladybug?» chiese il kwami mangiando un pezzo di camambert.

«Diciamo che Marinette ha qualcosa che mi attira di più. Me ne sono accorto quest'anno.» sorrise imbarazzato mentre fissava le foto di lui e Marinette insieme.

«Te lo prometto, Plagg, un giorno gli dirò che io sono Chat Noir. Ma, per ora, fammi godere questo momento di tranquillità prima della tempesta.»

«Tranquillo, Adrien, dopo la tempesta c'è sempre il sole.» sorrise il kwami facendo in modo che il ragazzo non lo sentisse.

In fondo, a Plagg, tutta questa storia portava solo più camambert. Ed un portatore più felice, ora.

Sanità Mentale Scappata In Alaska.♡Onde as histórias ganham vida. Descobre agora