Cluedo

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John entrò nell'appartamento chiudendo lentamente la porta.
"Papà!" Esclamò una voce squillante. John si voltò e vide un bambino che si aggrappava alla sua giacca, saltellando sulle punte dei piedi.
"Ehi, Hamish" John si chinò e diede un bacio fra i capelli al figlio. Il bambino, tutto contento, tornò saltellando da dove era venuto, ovvero una coperta stesa sul pavimento, circondata di matite e fogli disegnati.
"Che fai di bello?" Domandò il dottore togliendosi il cappotto.
"Ora sto disegnando" rispose Hamish, sollevando un foglio.
"Molto bello" sorrise John, strizzando l'occhio al figlio.
Era così fiero di lui. Era un bambino molto sveglio e intelligente, colpa di Sherlock, ma sapeva essere anche molto emotivo ed altruista, questo per merito di John.
"E Sherlock dov'è?" Domandò guardando il figlio disegnare delle api blu.
Hamish alzò un braccio e sorrise. "È lì"
John segui il braccio del bambino con lo sguardo. Sdraiato sul divano c'era Sherlock.
Era girato in modo da dar loro le spalle, nella posizione che assumeva quando era offeso o arrabbiato.
John non sapeva per quale dei due motivi l'uomo fosse così. Decise di chiedere al figlio.
"Abbiamo giocato a Cluedo" disse tranquillamente Hamish, mentre il padre steso sul divano sbuffava di tanto in tanto.
"Non ne vedo il problema" John non capiva cosa avesse infastidito Sherlock. Lui amava quel gioco, forse perché vinceva sempre.
"Ho vinto io" esclamò trionfante il bambino.
John rise di gusto, unendosi alle risatine del figlio.
Sherlock si voltò, con un espressione tra lo stupefatto e l'indignato dipinta sul viso. "John! Come puoi ridere?"
"Oh, Sherlock, è una cosa così divertente!"
Sherlock si avvolse ancora di più nella vestaglia e si voltò, dando loro le spalle di nuovo.
Le risate di padre e figlio diminuirono, ma entrambi restavano sorridenti, sempre sul punto di scoppiare a ridere nuovamente.
Sherlock continuava a sbuffare a intervalli regolari, era uno dei suoi modi per esprime disappunto.
"Papà, sembri un treno così" disse Hamish, iniziando a girare per la stanza fingendosi un capotreno.
"Ciuf, ciuf. Ciuf, ciuf" ripeté il bambino finché John non lo afferrò prendendolo per la vita.
"Vieni qui, ciuf ciuf" e si mise Hamish sulle ginocchia. Sherlock sbuffò.
"La prossima volta gioco anche io a Cluedo" disse John, poi si chinò per sussurrare qual cosa all'orecchio del figlio. "Vorrei vederti con i miei occhi che stracci Sherlock, Hamish"
"Guarda che ti ho sentito, John!" Esclamò il detective tra le risate complici del suo compagno e del figlio.

Johnlock In PillsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora