Ingoiò un gemito e strinse il palmo intorno all'uccello passando il pollice sulla punta sensibile e già umida.

Cristo! Non aveva mai desiderato assaggiare ogni parte di qualcuno come lo aveva desiderato la sera prima. Amava il sesso anale, ma mettere la lingua nel culo di un uomo? No, grazie!

Ma con Evan era stato impossibile non farlo.

Avrebbe voluto scoparlo e svitarsi l'uccello per piantarlo dentro di lui in modo permanente, cosicché nessun altro potesse averlo.

Avrebbe voluto avere la possibilità di vedere il suo stesso seme uscire da quel paradiso bollente per poterlo usare come lubrificante e iniziare da capo.

Serrò i denti e spostò gli occhi su quelle labbra piene che gli aveva fatto accarezzare il cielo.

Evan era bravissimo a fare pompini e Trey lo poteva dire con cognizione di causa visto tutti quelli che aveva ricevuto.

La sua bocca si chiudeva come una ventosa e la gola sembrava non disporre di nessun riflesso...Un sogno erotico di cui aveva goduto più e più volte.

Deglutì stringendo la presa sotto la cappella e ricordò il primo orgasmo avuto. Si era riversato nella sua gola, ma, prima di sentirsi completamente svuotato, si era tirato indietro e aveva lasciato che alcuni schizzi opalescenti si depositassero sulle guance arrossate e sul mento.

Quello spettacolo lo aveva fatto rabbrividire increspandogli la pelle con violenza.

Il viso travolto dal piacere di Evan riluceva per il sudore e per il suo stesso sperma. Trey non aveva mai provato una soddisfazione più grande, quel ragazzo gli apparteneva.

Il senso di possesso lo spinse ad irrigidire ogni muscolo del corpo e sgranare gli occhi nella luce dell'alba.

Da dove cazzo venivano quei pensieri?

Evan non gli apparteneva.

Trey non voleva essere di nessuno tranne di se stesso, ma, soprattutto, non poteva permetterselo.

Affezionarsi ancora? Amare? Quel verbo da solo aveva il potere di fargli venire un'orticaria.

No, non sarebbe mai più successo e questo voleva dire che doveva porre rimedio a quello che era appena accaduto.

Il sesso era qualcosa che poteva gestire, ma il sesso ed Evan nella stessa frase? Non sarebbe mai stato in grado.

Deglutì il fiele che aveva sentito risalire lungo l'esofago e lanciò un'altra occhiata all'uomo addormentato ed ignaro al suo fianco.

Evan non lo avrebbe perdonato. Non questa volta.

Non importava quante cazzate avesse fatto nella sua giovane vita, era certo che questa sarebbe stata la peggiore di tutte, perché Evan lo amava e forse il suo era un sentimento autentico.

Forse Trey stava dando un calcio alla migliore opportunità che gli si sarebbe mai presentata, ma, semplicemente, non poteva.

Accettare i sentimenti, corrisponderli, lo avrebbe esposto solo ad altra sofferenza e lui non poteva accettarlo.

Era un codardo? Assolutamente, ma un codardo con il cervello.

Staccò il palmo dall'uccello schiacciandosi il glande tra le dita nella speranza di sedare ogni pensiero lussurioso ed allungò la mano verso il viso sereno al suo fianco.

«Vorrei poter essere diverso per te...» sussurrò piano quelle parole percependo il calore senza però toccarlo direttamente.

Evan era come una fonte di lunga vita e Trey non ne meritava nemmeno un goccio.

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