Cap. 10 Trey

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Se avesse detto di no come faceva ogni volta...

Se avesse ignorato Aaron come era solito fare con ogni cosa...

Se...

Se...

Milioni, macché miliardi, di possibili ''SE'' che lo avrebbero tenuto lontano dalla situazione nella quale si trovava adesso.

Perché Evan non poteva mentire. No! Evan era troppo onesto per non dire le cose che pensava, o meglio provava, in questo caso.

Anche i mafiosi dei migliori film erano omertosi, ma Evan? No, lui no! Evan doveva essere onesto con tutti e Trey ancora si chiedeva se lo facesse perché sperava in un biglietto per i cancelli celesti o, semplicemente, perché tra il cervello e la lingua non aveva alcun tipo di filtro.

Al momento non gli interessava, l'unica cosa che davvero gli premeva era andarsene da quella casa e scappare dalle parole che pesavano su di lui come macigni.

Era cosciente che con il suo «Mi dispiace» Evan avrebbe potuto pulircisi il culo, ma la sua testa non era riuscita a partorire altro.

Lo squillo del cellulare lo ridestò da quelle considerazioni senza via di uscita e lo fece ripiombare in quella stanza piena di ricordi...senza Evan.

Quando se n'era andato?

Un'occhiata ad Aaron suggerì di non fare una domanda che gli sarebbe valsa un ''vaffanculo lanciato''. Meglio sorvolare.

Afferrò il telefono e rispose senza farsi troppi problemi. Era già successo in passato perché tra di loro non esistevano segreti (Avrebbe dovuto discutere con il suo migliore amico circa i limiti di quest'ultima parola).

«Evan...» La voce roca e bassa portò con sé un sospetto sgradito che si sforzò di scacciare.

«No, non sono Evan...» allontanò il display e quello che vide fugò ogni possibile bugia avesse deciso di raccontarsi. «Jared...» Non credeva che un nome potesse essere pronunciato più freddamente, ma l'interlocutore parve non accorgersene.

«Immagino che Evan non sia disponibile al momento...»

Basta? Nessuna accusa velata? Nessuna domanda? Nessuna indignazione per una voce maschile sconosciuta che risponde al telefono dell'uomo che speri di portarti a letto?

Trey era ignorante in materia di relazioni, ma era certo non avrebbe avuto un tale aplomb in una situazione simile.

Il diavoletto sulla sua spalla sussurrò di approfittarne. Quando gli sarebbe ricapitata l'occasione di instillare un ragionevole dubbio nella mente dello pseudo scopamico di Evan?

Ma l'amicizia e il senso di protezione che da sempre nutriva per il suo migliore amico, ebbero la meglio.

«Se dovessi mai farlo soffrire la tortura diventerebbe il mio sport preferito. Imprimiti a fuoco questa promessa nella mente...Jared»

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