Capitolo 12

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<<Di me?>>cosa potrei dirgli di tanto importante sulla mia vita?
<<Sí.>>.
<<Mi chiamo Elsa,ho 18 anni,vivo non molto lontano dalla scuola.
In questo momento,la mia casa è dall'altra parte della città.
Adoro il pattinaggio,la recita,infatti,ho recitato in due film.
Uno uscirà fra non molto:ho appena finito le riprese.
Non sono una che si apre molto.
Preferisco starmene da sola.>>.
<<Anch'io ho 18 anni.
Mi chiamo Jack.
Io abito qui vicino.
Adoro la neve e recitare,come te.
Ho recitato solo in un film,ma mi hanno avvisato che ce ne sarà a breve un altro.
Anch'io sono un tipo solitamente chiuso.
Anche a me,piace rimanere da solo.>>mi fissa mentre parla.
Basta.
<<Scusa,ho qualcosa che non va?>>gli domando.
Voglio capire perchè mi fissa.
<<No,nulla.>>ma non smette di guardarmi.
<<E perchè mi fissi?>>.
<<A me,piace guardare in faccia le persone,quando parlo loro.>>.
<<Ma lo fai sempre.>>.
<<Sí,beh,sei identica a me.
È...la prima volta che trovo una come te.>>.
Lo fisso sbigottita:e con questo?
<<Oh.>>mi esce dalla bocca.
Quanto vorrei avere sempre la risposta pronta!
<<Parlami di Peter.>>mi chiede,in tono calmo.
<<Peter?
È uno zoticone.>>dico divertita.
<<Lo penso anch'io.>>.
<<Per non parlare,poi,di quando si gasa per niente.
Sono tutto io!
Guardatemi:sono Peter Pan!>>lo scimmiotto.
<<Senti,levati dalle scatole,se non vuoi avere problemi!
O come quando si mette a saltellare su e giú per il bagno!
Oh,tu non lo sai,ma in bagno succede di tutti e di piú con lui!>>.
Mi metto a ridere.
Sarà per l'espressione che ha Jack,sempre fredda,anche mentre dice battute;sarà per l'immagine che mi si è formata in testa,quella di Peter in bagno;sarà perchè qualcuno mi capisce,ma,dopo tanti mesi,mi sento ridere.
Non è una risata finta.
È vera.
E mi mancava.
Lui mi guarda ridere,sempre serio.
Non batte ciglio.
Smetto all'istante ed arrossisco.
<<Scusa:era da tanto che non ridevo cosí.>>confesso.
<<Non ti vergognare.>>mi rassicura lui.
In quel momento,ci salva il cameriere,che ci porta il pasto e cambiamo discorso.
<<Parlami della tua famiglia.>>.
La mia famiglia....
<<Scusa ma non mi va.
La tua,invece?>>.
<<La mia è una famiglia molto ricca e di nobili origini.
Le tradizioni,ormai,si sono perse,a parte quelle dei capelli bianchi.>>scherza lui.
È notevole la sua idea di "battuta".
Certamente diversa da ció che intendo io.
Scoppio a ridere di nuovo e mi tappo la bocca.
Lui la toglie,senza darmi il tempo per calmarmi ed io continuo a ridere.
<<Scusa,devo andare in bagno.>>dico.
<<Ok.>>dice lui.
Mi segue con lo sguardo,fino al bagno,poi,mi perde di vista.
Faccio lunghi sospiri per calmarmi ma non riesco a smettere di ridere.
Spero non ci sia nessuno a parte me,in questo posto.
Quando mi sono calmata,esco dal bagno e vado da lui.
Gli sorrido,ma lui non ricambia,come al solito.
<<Che ti va di fare,dopo?>>mi domanda.
<<Proviamo?>>propongo.
<<Ok,ma prima ti devo far vedere una cosa importante.>>.

Fredda dentroWhere stories live. Discover now