Sedicesimo Capitolo

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Sedicesimo Capitolo.

Al mio risveglio il letto era completamente vuoto, per un momento pensai che la notte appena trascorsa fosse il solo frutto della mia immaginazione, ma non era affatto così.
Mi alzai dal letto cercando un paio di calzini per riscaldare i miei piedi freddi e praticamente congelati.
Frugai nei cassetti trovando delle calze grigie e spesse, così tornai a sedermi sul letto per infilarle, anche se erano tre volte la mia taglia.
-Buongiorno- Alzai il volto appena la voce di Ashton riempì la stanza.
-Ciao- Sorrisi debolmente per via del sonno che ancora avevo in circolo.
Avanzò verso di me con due tazze in mano.
-Ecco, ti ho preparato il latte, so che non bevi il caffè quindi ho messo il cioccolato- Il suo tono di voce era calmo e assonnato, continuò a sorridere con gli occhi semi-chiusi, probabilmente per la sbornia.
-Grazie- Le nostre mani si sfiorarono appena mi passò la tazza.
Lui la tolse dalla mia mano, poggiando anche la sua sul comodino di fianco al letto.
-Che fai?- Domandai seria appena si mise davanti a me, tenendo le mani poggiate sui fianchi.
Sorrise chinandosi verso il mio viso, poggiando le sue labbra sulle mie.
Le sue ginocchia si posarono sul letto ai lati del mio corpo che finì sotto il suo.
Appena le mie mani strinsero i suoi capelli lui mordicchiò il mio labbro, tirandolo verso di lui.
-Ne avevo bisogno- Disse appena si staccò da me facendo riprendere fiato a entrambi.
Io sorrisi timidamente togliendo le mani da lui, che mugolò disapprovando il mio gesto.
-Era rilassante- Sbuffò ridacchiando, mettendosi a cavalcioni su di me.
Allungò il braccio, prendendo la sua tazza di caffè iniziando a sorseggiarlo.
-Vorrei alzarmi- Lo guardai dritta negli occhi mentre lui faceva la stessa cosa con me, osservandomi con aria divertita.
Mi fece alzare appena si mise seduto di fianco a me, così anche io iniziai a bere la mia colazione.
-Puoi metterla li per favore?- Domandò Ashton passandomi la tazza che poi misi sul comodino accanto alla mia.
Mi sdraiai di fianco a lui poggiando la testa sul suo petto nudo, mentre lui iniziò a toccarmi i capelli facendo scorrere le dita tra di loro.
-È tutto finito- Disse sbadigliando.
A quella frase mi feci prendere dal panico, sapendo che mi avrebbe lasciata.
-Di cosa parli?- Domandai io con tono spaventato.
-Tra me e Lara- Continuò.
Io alzai il volto per poterlo guardare negli occhi, sorrise appena incontrò il mio sguardo.
Non sapevo bene cosa dire, l'unica cosa realmente certa era poterlo avere tutto per me, senza doverlo condividere con nessun'altra.
Semplicemente lo abbracciai, stando sopra il suo corpo.
Le sue braccia strinsero la mia schiena scendendo con le mani sul mio sedere.
-Non eri autorizzato- Lo rimproverai sentendo la pacca sulla chiappa sinistra.
-Io sono autorizzato a farti ciò che voglio- Disse con tono malizioso.
-Sempre se tu vuoi. Non fraintendermi, non ti farei mai nulla senza...- Lo interruppi appena il suo tono si fece più agitato.
-Ash, ho capito- Ridacchiai baciandolo.
Il suo braccio mi strinse per la vita facendomi scivolare sotto di lui.
-Devi lavorare oggi?- Domanda lui lasciandomi piccoli baci sul viso, facendomi il solletico con i capelli.
-No, oggi è sabato- Sorrisi mettendo le mani tra i suoi capelli, sistemandoli, iniziando ad accarezzarli appena poggiò il viso sul mio petto.
-Che ne dici di uscire? Solo io e te- Sorrisi alle sue parole, effettivamente non eravamo mai usciti da soli, ufficialmente.
-Va bene- Risposi io cercando di alzarmi.
-Dove credi di andare?- Rise sorreggendosi con le braccia ai lati del mio viso.
-Ho bisogno di una doccia- Sbuffai divertita, mettendo le mani sulle sue braccia, cercando di farlo cedere, ma nulla.
-Andiamo- Sorrise alzandosi.
-Non sei invitato- Mi alzai scappando verso il bagno prima che lui potesse continuare la conversazione.

Appena uscii dal bagno entrai in camera pregando che Ashton non fosse li, per la fretta non avevo preso il cambio.
Entrai in camera e lui era in piedi davanti al letto, intento a mettere bene le coperte per rifarlo.
Mi aggiustai l'asciugamano per essere sicura che non si vedesse nulla.
Il mio primo passo lo fece voltare verso di me, immediatamente il suo viso divenne serio e la sua mascella contratta.
-Io... ho dimenticato i vestiti qui, scusa- Esordii io imbarazzata, fissandomi i piedi nudi sul pavimento freddo.
-Cosa?- Sussurrò squadrando il mio corpo, mettendomi in soggezione.
-Ah, no, non scusarti, adesso esco- Sorrise riprendendo poi a parlare, si avvicinò a me con passo svelto, mettendo le mani sui miei fianchi, lasciandomi un bacio sulla fronte.

-Allora? Sei pronta?- Sbuffò Ashton stando appoggiato sullo stipite della porta con le braccia conserte.
Ridacchiai continuando a passare il mascara sulle mie ciglia.
Rivolsi un piccolo sguardo al suo abbigliamento, indossava i suoi soliti jeans neri e una camicia nera con piccoli cerchietti bianchi e grigi.
-Devo indossare qualcosa di elegante oppure..?- Domandai confusa, lui rise sistemandosi i capelli con la mano.
-Andresti bene anche con il pigiama- Sorrise facendomi arrossire, d'altronde era un complimento, no?
-Se intendi una maglietta e le mie mutandine va bene- Risi sotto i baffi cercando il rossetto dentro la pochette.
-Cosa? Non ci provare- Urlò lui ridendo come una ragazzina in preda a sbalzi ormonali, facendo ridere anche me.
Mi guardai per l'ultima volta allo specchio, portai i capelli sulle mie spalle e mi allontanai, chiudendomi in camera per finire di vestirmi, mettendo un vestito nero e semplice infilando poi le Convers.

-Andiamo?- Sorrisi cingendo i suoi fianchi, alzando il viso per guardarlo negli occhi.
-Andiamo- Sorrise anche lui abbassando il viso verso il mio, lasciandomi un bacio sulle labbra.

-Dove mi stai portando?- Sbuffai sistemandomi sul sedile, mentre gli riponevo la stessa domanda di qualche minuto prima.
-È inutile che continui a chiedermelo- Rise manovrando l'auto per uscire dal parcheggio.
Al primo semaforo fermò la macchina, posando lo sguardo su di me.
-Sappi che non mi piacciono le sorprese- Dissi con viso imbronciato.
-Lo dici soltanto perché sei curiosa- Sentenziò lui posando la sua mano appena sopra il mio ginocchio.
Sorrisi a quel gesto, portando la mia mano sopra la sua, che in confronto corrispondeva soltanto al suo palmo, intrecciando poi le nostre dita.

Passarono circa venti minuti prima che lui parcheggiasse la macchina.
-Eccoci qua- Sorrise quasi soddisfatto stando appoggiato al sedile.

Smells Like Teen Spirits || Ashton IrwinOnde histórias criam vida. Descubra agora