Quattordicesimo Capitolo

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Quattordicesimo Capitolo.

#Ash's Pov.

Stavo guidando già da mezz'ora, dirigendomi verso casa di Calum.

Appena arrivai scesi alla macchina andando a bussare.
-Hei amico, che ci fai qui?- Dice Cal strofinandosi il viso con una mano, probabilmente stava dormendo.
-Posso entrare?-
-Certo, vieni- Mi fece segno di avanzare con la mano, così ci avviammo nel salone di casa sua mentre lui chiuse la porta alle sue spalle.
-Hai qualcosa da fare stasera?- Domandai rimanendo vago.
-A dire il vero pensavo di andare a ballare- Rispose cercando qualcosa in cucina.
-Mh... Posso venire anche io?- Chiesi sedendomi sul divano.
-Certo, il tempo di prepararmi e andiamo- Sorrise e salì le scale, lasciandomi solo.

Tolsi il telefono dalla tasca dei jeans per controllare se lei mi avesse scritto qualcosa, controllai ultimi accessi e i profili, non aveva scritto nulla, non mi aveva chiamato e questa cosa mi fece incazzare ancora di più, sapevo che sarebbe sicuramente successo qualcosa di cui mi sarei pentito quella sera, ogni volta la rabbia mi portava a fare cose che il giorno dopo rimpiangevo.
Decisi di scrivere a Lara, mandandole un messaggio per raggiungerci.

Mezz'ora dopo, dopo essermi sistemato anch'io, eravamo nell'auto di Calum, diretti in una discoteca nel centro di Sydney.
Appena arrivati trovammo Alaska davanti all'entrata con due ragazze al suo fianco, probabilmente sue amiche.
-Ciao ragazzi- Sorrise baciando Calum, mentre salutò me con un cenno e due baci sulle guance.
-Loro sono Emma e Bridget- Sorrise Alaska, presentandoci le due ragazze.
-Piacere, Ashton- Salutai entrambe stringendo loro la mano.
In quel momento mi gira trovando Lara dall'altra parte della strada.
Appena arrivò verso di me sorrise buttando le braccia sulle mie spalle, avvolgendo il mio collo.
-Mi sei mancato- Sorrise quasi maliziosamente, senza neanche un briciolo di amore o dolcezza, baciandomi poi con avidità.
Cercai di ricambiare quel bacio senza sembrare un bambino sotto stupro, ma per fare una cosa del genere avendo per la testa modi di fare completamente diversi, avevo bisogno di qualche drink, cosa che non ci volle molto a  ottenere.
Appena entrati nel locale, fu proprio quella la cosa che feci, il primo bicchiere che vidi lo presi subito senza pensarci, buttandolo giù.
-Balliamo?- Urlò al mio orecchio Lara, tenendo stretta la mia mano nella sua, troppo magra, troppo grande, troppo estranea.
Ma lei era la mia ragazza, era giusto così.
Annuii trascinandola con me nella parte più affollata dove le persone si strusciavano in modi osceni, ballando o per meglio dire, simulando scopate con solo dei comuni baci con dei semplici conosciuti.
Appena fummo quasi al centro della folla iniziammo a ballare, per così dire: io tenevo le mani sui suoi fianchi mentre lei faceva quello che sapeva fare meglio, ovvero tanti e squallidi movimenti da troia.

Almeno una ventina di cocktail più tardi, stavo seduto su uno dei tanti divanetti del locale con una ragazza seduta sopra di me di cui non ricordo il nome, so solo che è piccola, molto bassa, i suoi capelli sono castani e mossi, il colore degli occhi si abbina perfettamente alla sua chioma folta e le labbra sono contornare dal rossetto rosso che continua a perseguitarmi da quando ho conosciuto Evelyn, in effetti, sono praticamente uguali.
-Ev...- Strozzai un gemito quando la ragazza mise la mano sul mio pacco, ormai non sapevo davvero quale era e cos'era il limite.
-Ev?!- Disse lei fermandosi subito sopra le mie gambe, con sguardo totalmente confuso.
-Sei fidanzato?!- Urlò lei alzandosi immediatamente, cosa che feci anch'io.
-Io... Si- Dissi chinando il volto, andando verso i bagni.
Aprii la porta e la cosa che percepii subito fu la puzza di cui quel posto era impregnato.
Mi sciacquai il viso, appena finii mi asciugai con la maglietta impregnata di sudore, che non aiutò molto a togliere via l'acqua in eccesso.
Posai lo sguardo sul mio volto riflesso sullo specchio sporco e corroso sul muro: ero distrutto, in tutti i sensi possibili.
I capelli un pò troppo lunghi che avevo fatto crescere erano semi-fradici, e ricci ricadevano sul mio viso, avevo gli occhi rossi e gonfi, come le labbra.
La lucidità non era dalla mia parte, così mi chiusi dentro un bagno, afferrai il cellulare dalla tasca dei jeans, scorrendo i contatti.
Pochi secondi dopo il primo 'bip' il mio cuore fece un tuffo profondo nel mio stomaco.
"Ash..." Un sussurro, una piccola parola mi fece scoppiare a piangere come un bambino.
"Perché neanche tu mi ami?" Farneticai tra le lacrime e i singhiozzi, buttandomi a terra.
"Sei ubriaco?" La sua voce preoccupata cambiò immediatamente tono.
"Cosa ho di sbagliato? Dimmelo, io ho bisogno di sentirmi amato" Piansi ancora di più, senza fermarmi.
"Almeno tu, cazzo" Continuai.
"Ashton" La sua voce rotta cercò di calmarmi.
"Cosa?! Una cosa dovevi fare, amarmi, almeno un minimo di quanto lo sto facendo io, e non lo hai fatto, Dio, perché vi riesce così difficile tenere a me?" Urlai scaraventando il telefono al muro.
Appena mi resi conto di quello che avevo fatto mi misi le mani tra i capelli, prendendomi pochi secondi per tornare alla normalità, ma nulla, ero ancora completamente fuori di testa, fuori di me.
Mi alzai recuperando il cellulare che fortunatamente era ancora intatto e funzionante, uscendo poi dal bagno.
Cercai con lo sguardo Lara, facendo qualche passo, la trovai attaccata a un tipo poco più alto di lei.
-Oddio, Ashton, posso spiegarti- Disse non appena mi vide, io non dissi nulla, non m'importava davvero per niente di lei e per me era finita.
Così senza dire nulla uscii da quel posto, avvisando Calum scrivendogli che sarei tornato a casa.

Smells Like Teen Spirits || Ashton IrwinWhere stories live. Discover now