Capitolo 12

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Un'altro lunedì, di nuovo. La sveglia suonò, ma non era la mia stessa suoneria.
Il profumo di menta quella mattina mi fece aprire gli occhi per farmi capire che non era l'odore della mia stanza.

'Jhon' sussurrai con la voce impastata dal sonno.

'Oh dai bambina!' Mugugnò, era tanto dolce quando dormiva.

'Come mi è saltato in mente di restare qui? Sono una stupida!' Imprecai, battendomi una mano sulla fronte e mettendomi seduta in mezzo al letto da una piazza e mezza.

'Ma dai Seave, non è successo niente! E anche se continuerai a maledirti per tutta la vita, non puoi negare di esserti svegliata bene. Anzi a dir la verità ti vedo felice anche se lo vuoi nascondere!'
Alle sue parole capii che davvero mi ero svegliata felice, dopo tanto. E aveva ragione. Non lo avrei detto per non farlo vincere perché si, non volevo dargliela vinta.
Lo vidi alzarsi dal letto e frugare in una cassettiera per tirar fuori un jeans scuro ed una maglia grigia, con le sue solite scarpe da ginnastica nere. Mi disse che stava andando a prendere un cambio anche per me, ma poi si fermò, si voltò verso di me e disse 'meglio che scegli tu, sono inesperto nel campo femminile.'
Allora lo seguii e risposi alla sua giusta affermazione di prima, che ancora non avevo dato.

'No, non sono felice!' Quasi sussurrai per la timidezza e la paura di non essere creduta.

Mi scrutò per un attimo, poi mi indicò una porta e aggiunse 'Và da mia sorella, dovrebbe essere sveglia, sono le cinque e dieci, chiedi qualcosa per cambiarti,  poi aspettami che esco dalla doccia in modo che poi possa andare tu.' Stavo per bussare alla porta della stanza di Maya, quando lo vidi girarsi di nuovo, questa volta con un ghigno malizioso dipinto sul volto per poi suggerirmi 'Se invece vuoi fare la doccia con me, ti aspetto!' Concluse con un occhiolino, mentre io gli riservai un'occhiataccia, per poi entrare nella stanza della ragazza.
Appena si girò e mi vide spalancò la bocca e quando riuscì a parlare, disse 'Co - cosa ci fai qui Shay?! Sono le cinque del mattino! Ti mancavo?' Venne ad abbracciarmi e spiegai brevemente dell'accaduto della sera precedente, concludendo con la richiesta di cose pulite. Mi canzonò, dicendomi che avrei dovuto starla a sentire e che avevo bisogno del passaggio, prendendo un jeans chiaro a vita alta e una maglia larga color corallo, me li porse e poi si bloccò, guardandomi curiosa.
'Dove hai dormito?' Aggiunse poi prendendo da un pacco sigillato, un completino intimo in pizzo nero lo riempiva e mi porse anche quello.

'Con tuo fratello.' Balbettai per l'imbarazzo, sentendo le mie guance bruciare e abbassai lo sguardo per non guardare gli occhi della mia amica, anche per paura di un suo giudizio. Sì, avevo paura che mi giudicasse, per aver dormito con suo fratello anziché aver chiesto di tornare a casa o al massimo di dormire sul divano, o ancora di dormire con lei, perché conoscevo pochissimo il ragazzo, non avendo neanche un rapporto perfetto. Ebbi paura di essere giudicata, perché io avevo sempre paura di quello. Non mi è mai piaciuto, che la gente mi guardasse negli occhi per giudicarmi ed io che non avrei retto lo sguardo della persona che avevo davanti.

'Oh ma dai, siete stupendi!' Mi disse compassionevole, guardandomi anche con occhi dolcissimi, portando le mani al lato della faccia, con le dita incrociate e sbattendo le lunghe ciglia. 'Siete una bella coppia! E comunque è l'unico nuovo intimo che ho, so che non è genere tuo, ma ti posso dare solo quello!' Riferendosi al pacco di intimo.

Le dissi che andava comunque bene, sviando ciò che aveva detto precedentemente. Fummo poi interrotte da Jhon che mi disse che aveva lasciato il bagno libero per potermi lavare.
Maya non ne avrebbe avuto bisogno perché si era già lavata la sera precedente, anche perché le mancava solo la colazione e avrebbe dovuto dirigersi direttamente al bar, da lì a quindici minuti.
Mi chiusi la porta alle spalle e guardai un po' il bagno: era abbastanza grande, certo, più del mio. Era bianco e azzurro, con una grande vasca con le mattonelle con le diverse sfumature in azzurro. C'era un mobiletto di quella tinta di fianco alla porta, mentre invece sotto la grande finestra c'era un altrettanto grande termosifone. Di fronte alla vasca, un po' più a destra, era collocato un grande specchio. Andai nel mobiletto, che mi disse Jhon, presi un asciugamano per averlo già pronto appena avrei finito, attaccai i capelli per non lavarli e mi infilai sotto il getto caldo dell'acqua. Mi insaponai e mi risciaquai. Appena finito presi l'asciugamano avvolgendomi dentro fino a sembrare un involtino primavera.
Misi l'intimo e proprio nel momento in cui stavo mettendo il jeans la porta del bagno si aprì e io cercai di coprire il mio corpo con l'indumento che ho avuto prestato.

'Sei pazzo?' Urlai.

'Io - io ho bussato e non sentendo la tua risposta, l'acqua e alcun rumore mi sono spaventato. Scusami.' Disse con un tono pieno di delicatezza e imbarazzo.

'Okay, ma evita di guardarmi adesso, ed esci!' Sbraitai nervosa perché ero più imbarazzata e vestita di vergogna.

'Sì, scusa.' Aggiunse prima di chiudere la porta del bagno alle sue spalle.

Mi avvicinai alla porta evitando il minimo rumore; lo sentii sospirare ed emettere un Wow . Ma cercai di pensare che non era ciò che avevo sentito, girandomi verso lo specchio e guardare il mio riflesso.
Sussurrai a me stessa non gli piaceresti mai. Guardati.
E allora mi ripresi da quel momento di riflessione e ripresi a vestirmi e finire di prepararmi.
Dopo cinque minuti uscii e andai in cucina.
Era grande e dalle tonalità dell'arancione, questa volta, proprio come la mia cucina.
Questa aveva dei mobili in legno su tutt'una parete, con tanto di frigo. Il tavolo era rettangolare ed era sul centro con una tovaglia arancio. Alle parete restanti c'erano piccoli e diversi quadri di vasi con frutta o con fiori. Sull'altra metà c'era il lato - soggiorno, con una televisione appesa al muro, con il divano di fronte.
Maya già non c'era più e lui stava mangiando una banana seduto al tavolo con lo sguardo perso nel vuoto, tanto che quasi sussultò alla mia vista.
Presi una mela dal cesto della frutta posizionata al centro del tavolo e la mangiai. Lui mi fissava, allora mi girai, poi mi consigliò di iniziare ad andare a scuola ed accettai. Per il breve tragitto non parlammo molto, ma quando eravamo quasi arrivati a scuola bruciai il silenzio, prima che lui parlasse di ciò che era successo quella mattina.

'Lasciami qui, non voglio inventino cose su di noi.' Parlai seria.

Lui annuì e frenò. Lessi la rabbia sul suo viso, ma pensai che stessi sbagliando.

***

'Scherzi?' Sgranò gli occhioni blu, Jen, sgranocchiando le patatine al bacon.

'È andata proprio così' Dissi io facendo su e giù con la testa per annuire, con gli occhi bassi.

'Oh, che avventura! E che carini che siete, Dio!' Esclamò sognatrice come aveva fatto Maya quella mattina.

Driiiiiiiiiiin

'La campanella dell'intervallo!' Dedussi.

'Sono pochi i minuti dell'intervallo, non trovi, baby?' Buttò il pacco della colazione presa alla macchinetta, poi riprese a parlare 'E anche queste patatine. Troppo buone e troppo poche!' Sì pulì le mani sui jeans strappati.

'Avevo le salviette!' Esclamai vedendola.
'E poi volevo chiederti..Ah! Adesso chi hai?' Mi voltai verso di lei, mentre camminavamo coi libri in mano.

'Geografia, tu?'

'Storia!' Sbuffai, per la materia, da me odiata. 'A dopo, allora.'

Andai a destra, mentre lei continuò dritto. Salutai la classe e il professore cercando un posto vuoto, l'unico, vicino a Tim Collins. Pregai che la mattinata finisse in fretta perché dovevo raccontare tutto alla mamma. Chissà come l'avrebbe presa lei, se si fosse arrabbiata o meno. Avrei avuto sicuramente una punizione a avrei dovuto scrivergli tutto nella lettera a mio fratello, che ancora non aveva risposto alla mia precedente.

'Signorina Seave? Ha altro a cui pensare?' Chiese la prof di storia, una vecchia proprio come la materia. Smith, Amanda Smith.

'No, prof.' Risposi cercando di rimanere attenta alla lezione per altre due ore, prima di tornare a casa.

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