Capitolo 4

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Lee Yang, asiatico, sono in pericolo e devo fuggire, non sono mai stato lontano da questo lurido paese ma mi farò coraggio.
A proposito, sono un contrabandiere, ma questo lo scoprirete dopo.

Hong kong, qualche mese prima.

Dovevo assolutamente salire su una nave.
Hong kong oramai mi andava stretta come le magliette orribili che si ricevono a natale da parenti sconosciuti.
Dovevo salirci. Sentirmi libero e fuggire da questa topaia.
Dovevo troppi soldi a troppa gente. Dannazione non era così che volevo far andare la mia vita. Dovevo trovare una via di fuga. Bravo Lee, ottima idea. Ma dove diavolo la trovo una nave che mi permetta di salire?
Camminando nella buia strada principale mi rifugiai dai miei pensieri in un bar che era tutto fuorchè accogliente.
I visi beffardi e i sorrisi che luccicavano per i finti denti d'oro mi facevano capire che ero nel posto sbagliato, ma andai dritto verso il bancone.
"Cosa diavolo ci fa un piccolo topo come te in un bar di tagliagole come questo?!"
La domanda della barista mi congelò il corpo. Era una donna sì, ma spaventava più lei che i mercenari armati sparpagliati nel locale.
Appoggiai la 24H sul bancone e feci segno con due dita per farmi versare qualcosa che mi potesse bruciare la gola e farmi bruciare magari anche qualche pensiero. La donna, però, non si mosse di un millimetro.
"Pensi che la roba qui dentro sia gratis piccoletto?!"
Aprì la 24H il minimo per prendere un piccolo sacchetto di velluto rosso rovinato.
Gli occhi della barista si illuminarono quando dal piccolo sacchetto ne uscì una pepita d'oro, piccola sì, ma di grande valore.
Bevvi subito in un sorso quell' orribile miscuglio che mi porse.
Mi sentivo osservato in quel buco, qualcuno aveva visto la pepita o qualcos' altro. Qualcuno mi aveva visto. Qualcuno che magari mi conosceva, dovevo scappare. E alla svelta.
Cercai di scappare dallavecchia porta di ferro principale ma venni bloccato da un enorme figura.
Caddi a terra ai piedi di quel gigante.
Era buio e dell'omone riuscì a vedere ben poco se non uno strano copricapo, sembrava un capitano o qualcosa del genere.
Mi alzai velocemente per sgattagliolare fuori dal quella che sembrava davvero la mia tomba ma il gigante mi fermò, porgendomi una piccola lettera, che presi senza pensare.
Corsi via da quell'orribile posto senza guardarmi nemmeno un secondo indietro. Dovevo tornare in un posto familiare. Il mio appartamento, pensai.
Misi sulla scrivania quella strana lettera e mi stesi osservando il soffitto.
Cosa diavolo poteva volere da me il capitano di una nave in un posto così orribile come HK?.
Pensai alle cose più orribili e disparate. Disperandomi per eventuali taglie sulla mia testa o estorsioni in cambio di denaro. Ero disperato....
Mi svegliai all'alba, sudaticcio e con il batticuore. Mi sciacquai il viso e rimasi lì immobile nella stanza ad osservare la lettera sul mio comodino. Diavolo cosa mi costa?.
Aprì la lettera e incominciai a leggere.
"So' che tipo di persona sei, Lee.
So' che conosci l'oro come nessun altro in questo buco di città. La mia nave parte all'alba e sono alla ricerca di oro.
Io come capitano ti vorrei su questa nave.
Hai tempo fino all'alba poi partiremo.
                                                     Capitano D."
Capitano D.?. In chi diavolo mi ero imbattuto ieri sera. Cazzo. O la va o la spacca. Insomma Lee tu hai sempre voluto andare via da questa trappola ed ora hai davvero una nave che può portarti via come sognavi.
Buttai tutto quello che poteva servirmi nella 24H chiudendola frettolosamente e corsi fuori dal mio appartamento.
Decisi di portare la mia calibro .45 e la riposi nella giacca. Dovevo essere pronto a tutto.
Il porto all'alba era stranamente silenzioso se non per qualche pescatore che organizzava le reti per la pesca mattutina.
La notai subito. Quella strana nave addobbata a festa. Ma che diavolo era? Uno scherzo?. Riordinai i pensieri e corsi verso la nave. Diedi un colpo alla grossa porta di legno e venni subito accolto dal omone della sera prima.
Devo ammettere che non sembrava come lo immaginavo. Era un grosso omone con una ispida barba brizzolata. Sorrideva come se fosse ad una festa. Mi fece segno di entrare e si esibì in una fragorosa risata.
Man mano che mi portava all'interno di quella strana nave ero sempre più confuso. Ad ogni cabina in cui mi affacciai vidi solo uomini organizzati che pulivano i loro strumenti musicali. Ero sempre più confuso. Ma una cosa non potevo dimenticarla. In una piccola cabina vidi una ragazza, era lì bellissima seduta su di un lettino che dondolava le gambe leggendo un piccolo libricino.
Ne fui catturato subito, si giro per pochi secondi verso di me dandomi poca importanza. Avevo la sensazione di aver visto il mare o il cielo e di essermici perso dentro. Che strano.
Continuai a seguire il capitano fino al ponte superiore della nave.
"Mi scusi, pensavo voi foste tagliagole! Cosa diavolo è questa nave?"

Raccontami una favolaDär berättelser lever. Upptäck nu