Capitolo 40

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- Non vedo l'ora di rivederti, Mila! - Saltellò felicemente Ally. Eravamo in una telefonata di gruppo su Skype insieme a Dinah e Normani.

- Non urlare, Lauren sta ancora dormendo. - Sussurrai inquadrando la ragazza accanto a me. Oggi avevamo il nostro volo verso Miami, verso casa. Ero così entusiasta che non chiusi occhi per tutta la notte. Ieri preparammo tutta le nostre valigie e chiamammo la solita agenzia per i nostri mobili.

- Camz.. Che ore sono? - Mormorò Lauren girandosi verso di me ed abbracciandomi facendo quasi cadere il portatile.

- Le quattro del mattino. - Risposi sorprendendomi dell'orario. Io e le ragazze non ci eravamo nemmeno accorte del tempo che passava.

- Camz, torna a dormire. - Disse irritata e tornando a darmi le spalle.

- Ci vediamo domani sera. - Dissi salutando le ragazze ed abbracciando la mia ragazza addormentata.

- Sveglia!!! Sveglia!! - Urlarono tre vocine felici ed io sapevo benissimo chi fossero. Le piccole iniziarono a saltellare eccitate all'idea di lasciare la Grande Mela. Guardai l'orologio sul comodino accanto a me, erano le dieci del mattino e tra meno di cinque ore avevamo il nostro volo verso Miami.

- D'accordo, ora ci alziamo. - Grugnì Lauren ancora assonnata, ma non era l'unica. Avevo dormito solo sei ore! Sei ore! Per molti può sembrare tanto, ma per me è pochissimo, però pensare che saremmo tornate a casa mi faceva passare il sonno. Ci preparammo per andare al bar dove Lauren lavorò tutto quel mese. Appena varcammo la soglia della porta, il proprietario ci accolse con un sorriso stampato in faccia ed offrì alle bambine della cioccolata e delle brioche alla crema.

- Diciamo che è il mio regalo d'addio. -

- Grazie capo, verremo a trovarla qualche volta. - Rise Lauren. Era un signore sui trent'anni, era davvero molto gentile, ma anche molto sensibile. Quando gli raccontammo la nostra vera storia, lui si commosse del nostro coraggio di andarcene. Ero l'unico a sapere di noi, ma eravamo felici di averlo raccontato almeno ad una persona.

- Tenete. Nel caso non dovesse funzionare con i vostri genitori, date loro questa lettera. - Disse allungandoci una busta bianca sigillata. Eravamo curiose di leggerla, ma ci fermò subito.

- E' per i vostri genitori, non per voi. Ho scritto come vi siete comportate in questa situazione da sole. Sono sicuro che le mie parole li commuoveranno. - Era sicuro di sé, così sicuro che mi venne da ridere.

- S-Scusa.. Il tuo volto era così divertente. - Continuai a ridere così tanto che caddi dalla sedia.

- Camila! - Urlò il proprietario, mentre Lauren rideva di me.

Passammo le nostre ultime ore dentro quel bar a chiacchierare ed a scherzare.

- Abbiate cura di voi! - Ci salutò mentre il taxi partiva verso l'aeroporto.

Il viaggio fu abbastanza silenzioso, io avevo ancora sonno, Lauren si era addormentata, mentre le bambine osservavano tranquillamente il paesaggio fuori dal finestrino per l'ultima volta.

Non parlammo molto nemmeno durante i controlli in aeroporto. Non era per il sonno o perché eravamo tristi di lasciare quella città alle nostre spalle, era perché eravamo così felici di tornare, di rivedere le nostre amiche che se avremmo iniziato a gioire, non avremmo più smesso ed avremmo rischiato di perdere il volo.

Il che non successe, fortunatamente. Eravamo ormai sedute ai nostri posti in attesa che l'aereo decollasse. Io ed Emily eravamo nei posti da due accanto al finestrino, mentre Lauren, Char ed Ali erano nei tre posti al centro. Pur avendo prenotato il volo all'ultimo, eravamo riuscite a trovare dei posti tutti vicini.

Gli assistenti di volo iniziarono a mostrarci le solite cose. Parlarono del giubbotto di sicurezza sotto il nostro sedile, delle uscite d'emergenza, di come dovevamo spegnere tutti gli apparecchi elettronici, delle cinture di sicurezza e di altre cose che non ascoltai. Ero troppo impegnata ad immaginare il nostro ritorno a Miami. Le mie fantasie furono interrotte non appena l'aereo iniziò a partire. Emily continuava a stringermi la mano ed iniziò a stringere ancora più forte non appena l'aereo decollò fino a quando non si stabilì in aria sopra le nuvole. La piccola osservava entusiasta di quel paesaggio fuori dal finestrino. Il volo era tranquillo e sarebbe durato solo tre ore e mezza. Mi addormentai subito dopo, cullata dal movimento del grande volatile metallico.

- Mamma! -

- Camila!! - Mi svegliai sentendo delle urla. Tutti erano agitati, le bambine stavano piangendo e Lauren mi guardava con uno sguardo spaventato.

- Che sta succedendo? - Chiesi impaurita.

- Non lo sappiamo. Hanno detto solo che dobbiamo allacciare le nostre cint.. - Non finì la frase che l'aereo iniziò a precipitare, ma si ristabilì subito dopo.

- Mama.. - La abbracciai per quel poco che riuscivo.

- Andrà tutto bene, te lo prometto piccola. - La mia voce tremava e non sarei riuscita a trattenermi a lungo, il mio sguardo andò su Lauren. Aveva la mia stessa paura, la mia stessa debolezza, nessuna delle due sarebbe riuscita a rimanere forte.

In quel momento una hostess passò accanto ai nostri sedili per controllare se tutti avessero messo a posto le loro cinture. Lauren si alzò dal suo posto e la prese per la maglia.

- Mi dica che cosa sta succedendo! - Era arrabbiata, mille sentimenti la stavano uccidendo.

- Torni al suo posto, la prego. -

- Parli! Io e la mia ragazza abbiamo tre bambine in questo cazzo di aereo! - Sbraitò, avendo ormai perso la pazienza.

- C'è stato un malfunzionamento delle eliche nell'ala destra. Il capitano sta cercando di fare un atterraggio d'emergenza. -

- La prego, ora si siedi! - Lauren capì la situazione. Avevamo il 50% di sopravvivere ed il 50% di morire.

- Mamma, che succede? - La voce di Emily era debole e veniva interrotta dai singhiozzi del suo pianto.

- Andrà tutto bene amore, hai capito? Devi solo resistere. La mamma è qui. - Dissi abbracciandola e facendole indossare il giubbotto di sicurezza.

- Ti voglio bene, amore. Ricordatelo sempre, va bene? - Lei annuì. La abbracciai ancora e la tenetti stretta a me, mentre osservavo Lauren fare la stessa cosa con Charlotte ed Ali.

Riuscì a mimarmi un "Ti amo" quando l'aereo iniziò a precipitare. Non mi ricordo molto di ciò che successe all'interno di quell'inferno, ma non appena ci scontrammo al suolo, il mio corpo era sbattuto da un lato all'altro, sentivo mille cose rompersi, ma non capii cosa stesse accadendo esattamente. Riuscii solo ad aprire gli occhi per un'ultima volta prima di svenire e vidi nelle mie braccia Emily con la testa sanguinante.


A/N

Oggi parto, quindi non so se riuscirò a scrivere molto per questo mese.

Lo so che mi odiate per quello che ho scritto, ma sarà davvero successo qualcosa? Devo ancora deciderlo.

Passate buone vacanze :)

~E.

We Can ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora