Lisbona.

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CAPITOLO QUARTO: Lisbona.




Da quando Thomas era scomparso Astrea spesso passava le serate pensando a come sarebbe stato se lui fosse al suo fianco: si sarebbero allenati, avrebbero mangiato schifezze e poi sicuramente avrebbero guardato un film. Le mancava Thomas ogni giorno di più, la runa parabatai attimo dopo attimo spariva e presto sarebbe diventata una misera e comune cicatrice. Anche quella sera, in terrazza, mentre beveva una tisana preparata da Magnus, ci pensava: sapeva che Thomas sarebbe inorridito se fosse venuto a conoscenza dei suoi rapporti con i Nascosti perchè lui credeva soltanto nella razza pura degli Shadowhunters.


"Pensi a Thomas?"


Alec si sedette accanto a lei e le tirò un leggero buffetto sul braccio, lei fece un mezzo sorriso e sospirò.


"Sì, penso sempre a lui."


Quella era una bugia perchè da quando erano tornati dall'Hotel DuMort non faceva altro che ripensare alle dita fredde di Raphael sul suo collo, al suo profumo di colonia, a quegli così scuri. Scosse il capo nel tentativo di allontanare ancora una volta quei pensieri persistenti.


"Lo troveremo, Astrea. Te lo prometto." le sussurrò Alec passandole un braccio sulle spalle come a volerla proteggere.


"Perchè oggi hai avuto quella reazione? Che ti prende?"


"E' difficile..."


"No, Alec, non è difficile. Se non si dicono le cose si finisce per perdere tutto: pensa, se Thomas mi avesse detto cosa nascondeva ora sarebbe ancora qui con me. E' facile, è sempre facile."


Il Lightwood si alzò e si sporse oltre la ringhiera, poteva vedere le persone passeggiare al chiaro di luna e il camioncino dei gelati brillare nella notte.


"Sono stato destituito dal mio incarico. Ieri sera mia madre mi ha convocato all'Istituto e il Clave mi attendeva per darmi la notizia."


"Perchè? Tu sei la persona più adatta per questo compito!"


"Mi reputano troppo coinvolto per via...di mio fratello." la voce di Alec era incrinata, bassa e profonda. Astrea lo raggiunse e lo abbracciò da dietro.


"Quando avevo quindici anni qualcuno ha appiccato un incendio all'Istituto di Lisbona, i miei genitori e mia nonna sono morti, l'edificio è stato raso al suolo e i Monteverde hanno perso la loro posizione di prestigio. Io mi sono salvata perchè ero a casa di Thomas per finire di studiare il Codice. Da allora ho vissuto prima da Thomas, poi negli ultimi due anni sono sopravvissuta per strada, rubando e facendo patti con i Nascosti della peggiore specie."


Alec si asciugò una lacrima e si girò verso di lei, la strinse forte e vide Magnus che li osservava con un forte senso di partecipazione.


"Io non sapevo che tu avessi perso la tua famiglia. Mi dispiace."


"I Mondani si dispiacciono, noi Nephilim accettiamo le conseguenze della vita e andiamo avanti."


"Siamo per metà umani, ti ricordo."


Astrea si staccò da lui e si allontanò ridacchiando, le ciglia bagnate sembravano fili d'erba impregnati di rugiada e lei non si curò di asciugarsi il viso.


"Non tutti sono completamente divini come Magnus Bane!" esclamò la voce allegra dello Stregone alle loro spalle.


"Ovviamente, Magnus!" convenne la ragazza alzando gli occhi al cielo, quanto poteva essere vanitoso quel tipo solo Raziel lo sapeva. O solo Lilith?


Magnus fece segno ad Astrea di lasciarlo solo con Alec perchè non voleva che l'ennesimo problema gravasse su di loro.


"Quindi...io vado ad infastidire Rafe, ci vediamo dopo!"

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