Una nuova casa.

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CAPITOLO PRIMO: Una nuova casa.





Quando attraversarono il portale il mondo sembrava essersi ridotto ad un ammasso viscido e colorato, le ricordava il budino ai mirtilli che preparava sua madre. Astrea dedicava pochi minuti al giorno nel ricordare i suoi genitori perché più teneva lontano il ricordo e più credeva che avrebbe dimenticato. Eppure non dimenticava mai. Spesso, quando camminava in mezzo alla gente, aveva l'impressione che l'aria fosse impregnata del profumo alla lavanda di sua madre, oppure sentiva la voce calda di suo padre chiamarla. Lei si voltava sorridente e quando si accorgeva che era solo un gioco della sua mente le si contorceva lo stomaco. Dall'altra parte del portale c'era Brooklyn. Quando Alec la trascinò si rese conto di trovarsi nella scalinata di un condomino. Sentiva odore di magia.


"Lightwood, che cosa nascondi qui? C'è magia dappertutto."


Il Cacciatore si fermò davanti ad una porta e infilò le chiavi nella toppa: due scatti e quella si aprì. Lui entrò per primo mentre Astrea rimase sulla soglia e i suoi occhi puntarono le lettere stampate sul campanello. M. Bane - A. Lightwood.


"Vuoi restare impalata lì? Entra, dai."


Con molta riluttanza Astrea entrò in casa chiudendosi la porta alle spalle, qualcosa in quella casa non quadrava. Non conosceva Alec da molto ma era più che certa che quell'arredamento non fosse opera sua.


"Tutto bene, Astrea?"


"Ehm...sei sicuro che questa sia casa tua?"


"Oh é più che sicuro che questa sia casa sua, cara!"


Una voce solenne interruppe la ragazza che ora stava guardando oltre le spalle del suo nuovo amico: con le mani sui fianchi, al centro del salotto, troneggiava un uomo con indosso un completo elegante, gioielli, viso truccato e glitter tra i capelli.


"Che succede, Alexander? Chi é questa...creatura?"


"Magnus, ti presento Astrea Monteverde. Shadowhunters di Lisbona."


La ragazza alzò una mano per salutare il Nascosto che ricambiò con un'occhiata di sufficienza.


"E perché mai l'hai portata qui? Non ti sembra che abbiamo già abbastanza problemi?"


"Ti ricordo che il mio compito é salv..."


"Conosco bene il tuo compito, Alec. Ma non ti puoi presentare qui con una sconosciuta bisognosa quando abbiamo altri problemi da affrontare."


"Che ha combinato questa volta Max?"


"Nulla di che, ha solo distrutto la mia collezione di libri sulla magia egizia!"


"Scusatemi! Io..."


I due uomini si voltarono verso di lei nello stesso momento facendola diventare piccola piccola.


"É chiaro che qui non mi vogliate ed é anche chiaro che non possiate aiutarmi. Ora, come faccio a tornare a casa?"


"No, Astrea! Ho giurato di darti una mano e farò tutto il possibile. Ci siamo marchiati, ricordi?"


"In che senso marchiati? Alexander, credo che tu mi debba delle spiegazioni!" sbraitò lo stregone fissando Alec come se volesse strozzarlo col pensiero.


"Magnus! Abbiamo fatto un patto e lo abbiamo suggellato con una runa. Cosa vai a pensare?"


Il Nascosto sembrò offeso ma immediatamente i suoi occhi furono sulla nuova ragazza.


"A quanto pare ti dovremo ospitare, perciò é bene ricominciare da capo. Io sono Magnus Bane, Sommo Stregone di Brooklyn." l'uomo le porse la mano con un sorriso felino e dalle sue dita fuoriuscivano scintille azzurre. Astrea ricambiò la stretta e si sentì pizzicare il braccio dalla magia del Nascosto.

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