22.Non riesco a perdonarti.

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Passò un mese dalla 'ricomparsa' di mia madre. Io stavo bene con me stessa adesso. Ho dato sfogo a ciò che sentivo davvero. Non avevo paura di niente ormai,avevo affianco a me l'uomo che amo.

"Drin Drin drin."
La cosa peggiore che esiste in questo mondo,a parte la sveglia. È svegliarsi con la suoneria del telefono alle 5:30 di mattina durante le vacanze di Natale.
"Piccola rispondi."disse David mettendosi il cuscino in testa.
Mi misi a ridere e risposi.
"Pronto?"continuavo a ridere.
"Sasha,sono Jemma."disse piangendo.
"Oh,ma che bella notizia."ironizzai alzandomi dal letto.
"Ti devo dire una cosa molto importante."continuò piangendo.
"Dimmi."risposi guardando David alzarsi.
"Tuo padre è malato. Ha il tumore al cuore. Lì è stato diagnosticato qualche settimana fa e adesso è in punto di morte. Ha chiesto di te, puoi venire? Lo faresti contento."pianse ancora peggio.
Rimasi qualche secondo in silenzio,ma la cosa che mi meravigliava di più, era che in quel momento non provavo nessuna emozione. Non riuscivo a piangere.
"Vengo tra un pò."dissi e poi riattaccai.
"Chi era?"mi chiese David venendo vicino a me e prendermi per i fianchi.
"Era Jemma. Mio padre ha il tumore al cuore,sta per morire e ha chiesto di me."dissi guardandolo.
"Mi dispiace."disse accarezzandomi il viso.
"A me no."dissi per poi andare in bagno,ma venni fermata da lui.
"Non dire così."
"Non ho provato nessuna tristezza quando me lo ha detto Jemma. Io quell'uomo lo odio."dissi per poi andare in bagno e chiudermi a chiave.

Uscii,mi vestii, andai di sotto e vidi David fare colazione.
Appena lo vidi capii subito che cosa gli ho detto.
Mi sedetti sulla sedia e iniziai a piangere.
Venne verso di me e mi asciugò le lacrime.
"Io lo odio davvero,ma non so come comportarmi. Io non voglio perdonarlo. Non se lo merita."
"Vai da lui,vuole solo vederti per l'ultima volta."disse sorridendo.
Annuii e uscimmo di casa.

Arrivammo a casa e dopo tanto tempo rividi la mia casa.
Avevo ancora le chiavi,aprii la porta e vidi Jemma piangere sul divano,Jared lo stesso.
Jemma appena mi vide venne verso di me e mi abbracciò piangendo.
"Dov'è?"chiesi staccandomi.
"Sopra,in camera sua."rispose.
Annuii e salii di sopra,mi girai e vidi Jemma che abbracciava Jared e David stava appoggiato al muro.
David mi vide e mi sorrise.

Bussai alla porta e sentii qualcuno dire "avanti". Entrai e mio padre appena mi vide sorrise.
"Figlia mia."disse per poi tossire.
"Ciao papà."presi la sedia e mi sedetti affianco a lui.
"Grazie per essere venuta."sorrise.
"Papà,io c'ho pensato molto. Non riesco a guardarti negli occhi per tanto tempo. Non riesco a toccare le tue mani come un tempo. Ma soprattutto non riesco a perdonarti."dissi seria.
"Quando eri piccola mi dicevi sempre che non avresti mai abbandonato i tuoi genitori,che noi eravamo tutta la tua vita. Mi ricordo che ti piacevano tanto i cani e ne volevi uno,ma la mamma aveva molta paura. Era per questo che non te lo comprammo. Io e la mamma amavamo tantissimo vederti ridere e giocare con tuo fratello. Mi mancano tanto quei ricordi."disse piangendo.
"È vero,da piccola dissi che non vi avrei mai abbandonato. Ma siete stati voi i primi a farlo. Mancano anche a me quei ricordi. Ma mi manca solo mio fratello. Voi due non mi mancate per niente. Mia madre non più. Essere trascurati,essere guardati mentre ti fai del male e tu che non fai niente. Non è bello. Non è per niente bello."dissi asciugandomi una lacrima.
"Ho sbagliato,ma ti prego perdonami. Adesso sto per morire e voglio che tu mi perdoni. Voglio morire con la soddisfazione di essere riuscito ad avere il tuo perdono."continuava a piangere.
"Mi dispiace,ma io non voglio prenderti in giro. Non ce l'ha faccio e non ce la farò mai. Mi dispiace papà."dissi alzandomi,ma mi prese la mano.
"Aspetta."aprii il cassetto e mi porse un foglio.
Era un testamento. E c'era scritto: "io,Clay Parky,lascio la mia proprietà a mia figlia Sasha Parky e anche la mia eredità."
"Questo testamento non risolverà le cose."dissi porgendoglielo di nuovo.
"Tienitelo. Voglio darti tutto ciò che era mio. Dopo la mia morte apparterrà tutto a te."sorrise e poi tossì.
"A Jemma e a Jared non lasci niente?"chiesi confusa.
"Si,la casa in campagna. Ho fatto due testamenti. Questo per te e l'altro per Jemma e David."disse asciugandosi la lacrima.
"Non posso accettare."dissi piegandolo.
"No,ti prego. Voglio che vada tutto a te. Non vuoi perdonarmi e lo capisco,ma almeno accetta tutto questo."sorrise.
Annuii.
"Mi dispiace papà."dissi per poi aprire la porta.
"Addio papà."dissi guardandolo.
Sorrise e disse sottovoce "ti voglio bene figlia mia, te ne ho sempre voluto. Non dimenticarlo mai."pianse.
"Ti volevo tanto bene anche io. Eri il mio eroe,ma solo dopo riuscii a capire che non era per niente così."dissi per poi uscire dalla camera.
Chiusi la porta,mi sedetti a terra e iniziai a piangere.
Vidi la porta della mia stanza e entrai dentro.
Era vuota,come l'ho vista l'ultima volta quando me ne sono andata via.

Scesi le scale e vidi Jemma e Jared che piangevano ancora e David non c'era.
"Sto andando."dissi prendendo le chiavi che lasciai sul tavolino.
"Ti vogliamo veramente bene Sasha."disse Jemma sorridendo e venire verso di me.
"Anche io te ne voglio."disse Jared.
"Mi dispiace,ma io non voglio bene a voi". Sapevo di essere dura,ma non riuscivo a mentirgli.
"Questo lo sapevamo già."disse Jared asciugandosi la lacrima.
"La bambina? Come sta?"chiesi sorridendo.
"L'ho persa qualche settimana fa quando abbiamo avuto la notizia di tuo padre."pianse ancora di più.
"Mi dispiace tanto,davvero."dissi sincera.
Annuii e me ne andai.
"Allora piccola?"chiese David venendo verso di me.
"Portami a casa."salii sulla moto.
Alzai lo sguardo verso la finestra della stanza di mio padre e vidi mio padre che mi sorrideva e mi salutava.
Abbassai lo sguardo e dopo lo rialzai di nuovo. Sorrisi e sussurrai "Addio papà. Ti volevo davvero bene."
Una lacrima scese sul mio viso e partimmo.

L'incontro del destino.Where stories live. Discover now