4.Litigi in famiglia.

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Passò una settimana da quello che è successo con David,la partenza di Jax e non passare più il venerdì sera con Molly perché ora è fidanzata con Bob. Nemmeno me l'ha fatto conoscere...
E David non venne a scuola per tutta la settimana.

Scesi giù e vidi Jared,Jemma e mio padre fare colazione.
"Da quando facciamo la colazione in modo così caloroso?"dissi ironica.
"Smettila."urlò mio padre.
"Che c'è papino? È successo qualcosa?"continuai ironizzando.
"Smettila davvero Sasha."disse Jemma guardandomi.
Mi misi a ridere.
"È da quattro anni che tu non hai più un buon rapporto con me che succede?"chiese mio padre quasi in lacrime.
"Non fare il finto tonto papino."scherzai ancora.
"Stiamo parlando seriamente."intervenne Jared.
"Non parlarmi di serietà proprio tu."dissi seria.
"Che hai?"disse Jemma.
"Volete sapere che ho?"chiesi.
"Si."dissero tutti e tre insieme.
"C'era una volta.."mi interruppe Jared.
"Parla seriamente."irrigidì la mascella.
"Se mi fate finire. È una bella storia,ma con una brutta fine."dissi guardando mio padre.
"Parla allora."rispose Jemma.
"C'era una volta una bella famiglia felice,composta da quattro componenti. Mio padre,mia madre e mio fratello Caspar. Avevo solo quattordici anni quando quest'ultimo fece l'incidente e morì.
La mia famiglia non fu più così tanto stupenda come dicevano gli altri. I miei erano in crisi e io non facevo altro che fumare e tagliarmi. Mio padre lo sapeva benissimo,ma non ha mai fatto niente per aiutarmi. Finché un bel giorno tornai a casa e vidi un biglietto sulla scrivania con scritto che mia madre se ne era andata.
Il mio bel paparino era disperato,ma ovviamente non era vero. Visto che dopo due giorni portò in casa nostra una donna con un figlio.
Solo dopo capii che il mio bellissimo paparino aveva tradito mia madre. Era per questo che mia madre mi lasciò sola e con tre persone che odio."dissi quasi in lacrime.
Rimasero tutti e tre in silenzio.
"Vi ha fatto commuovere la mia storia? È emozionante,non è vero?"dissi nervosa.
"Non sapevo che soffrivi molto."rispose mio padre con lo sguardo basso.
"Non raccontarmi cazzate papà. A me non le raccontare. Sapevi benissimo che ho passato un anno di merda dopo la scomparsa di mio fratello, il mio vero fratello -guardai Jared-sapevi che mi tagliavo,sapevi che non stavo bene. Mi vedevi mentre mi tagliavo e piangevo e tu non facevi altro che dire 'dopo pulisci tutto quel sangue'. Mi facevi star male. E dopo la fuga di mia madre è stato ancora peggio. Vedere che hai portato una donna in casa e sapere che hai tradito mia madre mentre a mia madre dicevi che eri innamorato di lei.
Gli uomini come te,mi fanno solo schifo."dissi cercando di trattenere le lacrime.
"Mi dispiace figliola."si mise a piangere.
"Non mi importa più in cazzo delle tue scuse. Io non ti perdonerò mai."ero fredda,ma sapevo che se avessi dato questo sfogo,dopo mi sarei sentita meglio.
Jemma era sconvolta,non sapeva tutto questo. Lo stesso Jared.
"Che c'è puttana? Non lo sapevi?"chiesi divertita.
"Non chiamare puttana mia madre."si alzò Jared gridando.
"Oh mio dio. Non la sapevi? Tua madre prima di incontrare mio padre si guadagnava da vivere così. Prostituendosi, quanto ti prendevi?"ridevo. Stavo godendo quella scena.
"Ora smettila."urlò mio padre.
"La verità fa male,eh?"dissi per poi andare in camera.

Mi preparai velocemente, prima di scendere le scale sentii Jared litigare con Jemma, sorrisi e me ne andai.

Mi incamminai verso scuola piangendo.
Non ha mai saputo il male che mi ha fatto mio padre, ora che lo sa mi ha detto solamente un fottuto "mi dispiace."
Che schifo le persone così.

Entrai in classe e David stava seduto al nostro banco.
Mi sedetti,presi i libri e il mio quaderno di disegno e iniziai a disegnare qualcosa.
Mentre disegnavo,le lacrime bagnarono il foglio.
Mi asciugai le lacrime velocemente,senza farmi vedere da David che era attento ad ascoltare la lezione di economia.
Misi a posto il quaderno e guardai fuori la finestra.

Suonò la campanella, era ricreazione. Andai in cortile e mi sedetti su una panchina nascosta e fumai.
Mi arrivò un messaggio da Molly.
"Dove sei? Voglio vederti."
Non risposi,misi il telefono in tasca e continuai a stare sulla panchina stesa osservando il cielo.
"Presto verrò a trovarti fratello mio. Verrò presto da te."sussurrai piangendo.

Suonò la campanella, segno di ritornare in classe a fare lezione.
Entrai a scuola e vidi il preside venire verso di me.
"Mi ha detto la Keller che in questa settimana ti sei comportata bene."sorrise contento.
"Si."risposi fredda.
"Tutto bene?"chiese preoccupato.
"Si. Buona giornata."risposi ed entrai in classe.

Entrò la Keller,mi vide e mi guardò male. Io non la pensai e presi il quaderno di italiano.
"Oggi spiegheremo Leopardi."disse sorridendo.
Prendevo appunti, quando ad un certo punto non mi sentii bene.
Alzai la mano.
"Si?"chiese la professoressa.
"Posso andare in bagno?"chiesi velocemente.
"No,sto spiegando."si girò verso la lavagna.
"Non mi sento molto bene."dissi.
"Okay vai,ma torna presto."disse abbastanza nervosa,ma quando vide che ero pallida la sua faccia sembrava preoccupata.

Uscii dall'aula e andai in bagno.
Vomitai l'anima.
Uscii dal bagno dopo mezz'ora e fuori mi aspettava la Keller.
"Stai bene Parky?"chiese preoccupata.
"Si,professoressa. Non si preoccupi."risposi toccandomi la testa.
"Vuole che chiami a casa?"Porse la sua mano sulla mia fronte.
"No,per favore."dissi piangendo.
"Venga con me."disse portandomi fuori la scuola.
Respirando l'aria pulita mi sentii meglio.
"Cosa succede?"disse sedendosi.
"Non sto in buoni rapporti con la mia famiglia."mimai tra virgolette l'ultima parola.
"Sua madre è un pò petulante."disse certa.
"Mia madre se n'è andata quattro anni fa lasciandomi da sola."dissi piangendo.
"Oh,mi dispiace."disse pentita.
Non avevo mai visto questo lato della Keller.
"Stia tranquilla."sorrisi.
"Sicuro che non vuole tornare a casa?"chiese sempre più preoccupata.
"No. Resto a scuola,mancano solo due ore."mi alzai.
"Mi raccomando signorina,non faccia danni."mi accarezzò il viso e poi se andò.
Rimasi scioccata dopo quel gesto e ritornai in classe.

Suonò l'ultima campanella e tutti uscirono allegri.
Molly corse verso di me.
"Perché non hai risposto al messaggio?"chiese
"Non mi sentivo bene."accennai un sorriso.
"Ora come stai?"chiese preoccupata.
"Sto molto meglio."dissi per poi guardare qualcuno che fissava Molly.
"Vai da Bob."sorrisi.
Ricambiò il sorriso, mi abbracciò e se ne andò.

L'incontro del destino.Where stories live. Discover now