1.L'inizio.

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Ed ecco che incomincia un altro anno di scuola superiore.
Stesse facce,stessi professori,stessi compiti.
Quest'anno sono costretta ad affrontare gli esami di stato.
E finalmente dopo potrò trovare un lavoro. Avevo optato anche di andare all'università,ma ripensandoci preferisco lavorare e non stare tutto il giorno con la testa sui libri e studiare sempre le stesse cose che si sono fatte alle medie e alle superiori.
Certo,ci sono alcuni argomenti che non hai mai studiato,ma se fai una scuola di cucina,cosa serve l'università?

"Amore scendi,è pronta la colazione."urla Jemma dal piano di sotto.
Scendo e faccio colazione, vedevo Jemma che mi fissava.
"Che hai da guardare?"il primo giorno di scuola ero sempre nervosa,soprattutto quest'anno.
"Guardo come mangi nervosa,è divertente. Dovresti vederti."rispose molto divertita.
"Oh,peccato che non posso."mi alzo e vado nella stanza.
Jemma l'ho sempre portata sul cazzo,la mia matrigna che è entrata a far parte della vita di mio padre dopo due giorni dalla scomparsa di mia madre e solo dopo capii perché mamma se ne fosse andata.
Papà la tradiva con quella puttana.

Avevo finito di preparami e mi guardai un altro volta allo specchio.
Ero vestita con una camicia bianca molto leggera,jeans chiari un pò strappati,stivali e sulla testa avevo un cappello.
Vidi l'orario ed era tardi.
Scesi di corsa le scale e trovai Jared seduto.
Lui è il figlio di Jemma, dovevamo tenercelo per forza in casa e tra noi non scorreva buon sangue da quattro anni.
Da quando mio padre ha deciso di condividere la casa con loro.
Mi vide che andavo verso il portone e urlò "Buongiorno anche a te."
Risposi con un bel "vaffanculo" e chiusi la porta.

Nel frattempo che andavo a scuola pensavo a cosa sarebbe successo quest'anno.
Dovevo litigare di nuovo con la professoressa d'italiano? La signora Keller.
Mi ha sempre portato sul cazzo e non capivo mai il perché,fin che un giorno scoprii che odiava mia madre e non si sapeva il perché.

Arrivata vicino il cancello,prima di entrare mi fumai una sigaretta e mi sedetti sugli scalini.
Nel frattempo vidi una ragazza scendere da una moto con una gonna,una maglietta cortissima,che si vedevano anche le sue tette e i tacchi.
Mi misi a ridere,ma poi notai il ragazzo che scese dopo di lei.
"Ti ho sempre detto di andare piano,mi scompigli i capelli."dice la ragazza aggiustandoli.
"Cazzo mi frega."rispose il ragazzo togliendosi il casco.
Mi misi a ridere un'altra volta.
Poi vidi il ragazzo che si girò verso di me,mi guardò per qualche minuto e non ascoltava ciò che diceva la sua ragazza.
Sorrise e ricambiai anche io.
Appena mi girai vidi Molly,la mia amica da sette anni, che correva verso di me urlando il mio nome.

Ci abbracciammo e dopo entrammo a scuola.
Lei faceva il quarto quest'anno,perché era stata bocciata per colpa della Keller  e quindi ci dovevamo separare.
Entrai nella mia classe,stavano solo alcuni ragazzi nuovi e altri erano sempre gli stessi.
Mi sedetti all'ultimo banco vicino la finestra.
La finestra era sempre stato il mio posto preferito.
Amavo guardare il paesaggio e disegnarlo durante le ore noiose del professore di economia.
Era un vecchio che parlava piano,infatti nella sua ora dormivano tutti e nemmeno se ne accorgeva.
Osservavo il paesaggio fuori la finestra e notai la ragazza di prima che si stava baciando con un ragazzo.
"Puttana."bisbigliai.
"Sasha,fatti abbracciare."sentii una voce avvicinarsi a me.
Alzai lo sguardo e vidi Jax.
"Jax,come stai!?"lo abbracciai.
"Benissimo,non immagini che ho fatto quest'estate."mi fece l'occhiolino.
"Mi racconterai tutto dopo."Risi e se ne tornò al suo banco ridendo.

"Occupato?"qualcuno mi disturbò guardando dalla finestra, affascinata dalle foglie che cadevano dagli alberi.
Senza distogliere lo sguardo dall'albero risposi con un semplice "no."
Sentii qualcuno sedersi affianco a me,ma continuavo sempre a guardare fuori.
Poco dopo venni interrotta dalla professoressa Keller e dalla sua voce stridula. Era una tortura quella cazzo di voce.
"Buongiorno ragazzi."disse pogiando i libri sulla cattedra.
"Buongiorno il cazzo."sussurrai e sentii qualcuno ridere.
Girai lo sguardo e vidi lo stesso ragazzo di prima che rideva e stava seduto affianco a me.
Poco dopo si girò anche lui e mi sorrise.
"David."
"Sasha."
"Signorina Parky,faccia silenzio."urlò venendo verso di me.
"Oh andiamo. È iniziato un nuovo anno scolastico da soli dieci minuti e lei vuole torturarmi già da adesso."alzai un pò la voce.
Non rispose e se andò vicino la cattedra.

Passarono molto lentamente le ore della Keller. Ma finalmente era arrivata l'ora della ricreazione.
Uscimmo tutti dalla classe e si incontrarono tutti con i loro amici.
Vidi in lontananza Molly che parlava con un ragazzo,sorrisi e iniziai a camminare.
Ero felice che dopo tanto tempo,Molly ha trovato un altro ragazzo.
L'ultimo, che fu il primo che ha avuto l'ha fatta soffrire molto. Fanculo dove sta adesso. Nessuno deve far soffrire la mia Molly.
"Sola?"Mi guardò David sorridendo.
"Aspetto la mia amica."risposi per poi prendere il telefono.
"Hai risposto bene a quella professoressa del cazzo."disse guardando in un punto.
"È così da cinque anni."sorrisi.
"Capito."guardò verso la sua moto.
"Facciamo un giro?"continuò sorridendo.
"Non è così interessante la scuola."risposi ridendo.
"No,infatti intendevo di farci un giro in moto."disse serio.
"Mi dispiace,ma io alla mia maturità ci tengo e soprattutto non voglio essere sospesa il primo giorno di scuola."dissi alzandomi e prendendo lo zaino.
"Ci sono 500 alunni e passa in questa scuola, perché dovrebbero sgamarci?"chiese per poi ridere.
"Hai notato anche tu che la Keller mi porta sul cazzo,tu non te ne accorgi,ma lei mi osserva sempre."dissi per poi andarmene.
Lo sentii ridere da dietro e poi lo vidi andare verso la sua moto.
Corsi verso di lui e lo fermai.
"Non farti sospendere."lo guardai negli occhi e solo ora vidi i suoi occhi smeraldo,ti ci perdevi in quegli occhi.
"Sono stato bocciato due volte per questo. E sto ancora qui!"disse serio guardandomi dritto negli occhi.
"A-appunto,non farti bocciare di nuovo."balbettai.
Mi guardò male e se ne andò appena sentii la campanella.
Entrai in classe e lo vidi seduto che usava il cellulare.
Mi sedetti e lo guardai.
Non riuscivo a capire perché mi guardò male,ma non mi importava. Per me era un estraneo, con degli occhi stupendi.

L'incontro del destino.Where stories live. Discover now