Nuova vita

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Mi sveglio indolenzita in una stanza mai vista prima. Cerco di alzarmi ma vengo invasa da una forte scarica elettrica che mi costringe a sdraiarmi nuovamente.

-Non dovresti sforzarti tesoro, hai preso proprio una bella botta.- A parlarmi è una signora anziana, presumo sia la padrona di casa.

-Cosa mi è successo signora? L'ultima cosa che mi ricordo era di essere in mezzo a degli omoni malintenzionati. - dico alla donna.

-Chiamami Anna, comunque mio figlio ti ha vista in difficoltà e ha deciso di aiutarti portandoti qui.- dice con calma, forse per tranquillizzarmi.

-E gli uomini che mi avevano attaccata? Spero che a suo figlio non sia successo niente di grave per colpa mia.- le chiedo preoccupata.

-Oh no, stai tranquilla lui sa cavarsela da solo. Dopo averli sistemati ti ha presa e portata subito qui affinché ti curassi, sai sono un medico.- mi risponde allegra -Ora però devo andare a praprare la cena, te la porterò appena pronta.- continua Anna.

-Signora Anna, grazie mille.- la richiamo e lei si gira verso di me sorridendomi prima di chiudere la porta.

Mi ritrovo sola in quella stanza dove l'unica fonte di calore proviene dal caminetto posto ai piedi del mio letto. Alla mia sinistra invece c'è una sedia a dondolo, un armadio ed una porta che penso conduca verso il bagno. Certo che sono stata proprio fortunata ad incontrare quel ragazzo, non pensavo avrebbe aiutato una sconosciuta invece mi ritrovo a casa sua accudita dalla sua dolce mamma.
Questo mi fa pensare alla mia infanzia prima della guerra dove i miei genitori persero entrambi la vita. Mia madre era una donna tranquilla, dolce e premurosa soprattutto con me che ero la più piccola e mi piaceva molto cucinare con lei...beh io non le ero molto d'aiuto, combinavo più guai che altro però mi divertivo comunque tantissimo.
I miei pensieri vengono interrotti dalla porta che viene lentamene aperta.

-Permesso?- chiede una voce maschile.

-Si, si prego, vieni pure.- dico immediatamente, mettendomi seduta con la schiena sulla testiera del letto.

Entra nella stanza uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto: è alto con i capelli castani che gli ricadono leggermenti mossi sulle spalle e con due dolcissimi occhi color miele. Non posso far altro che fissarlo imbambolata, dopotutto non sono stata così sfortunata.

-Volevo solo accertarmi che tu stessi bene, sei stata incosciente per quasi due giorni.- dice preoccupato.

Due giorni?Non mi aspettavo fosse passato così tanto tempo.

-S..Sto bene, grazie per essertene interessato. Per caso sei tu il ragazzo che mi ha salvata? - gli chiedo guardandolo negli occhi.

-Si, in carne ed ossa. Sono felice che tu stia meglio.- dice sorridendomi

Oh è ancora più carino quando sorride.

-Posso sapere qual'é il tuo nome?-

-Si, io sono Ai ehm Clementine, Clementine Wilson.- dico allegramente porgendogli la mano.

-Piacere Clementine, io sono Nathan ma puoi semplicemente chiamarmi Nath. Mi chiedevo se avessi un posto dove stare dato che non ti avevo mai vista da queste parti prima d'ora. In tal caso potresti restare qui tutto il tempo che vorrai fino a quando non troverai un altro posto dove andare.- dice stringendomi anche lui la mano.

-Veramente non ho una casa attualmente però avevo intenzione di arruolarmi nell'esercito.-

-Mh, che io sappia le reclute si riuniranno il mese prossimo quindi ti rinnovo il mio invito.- dice guardandomi.

-Sei molto gentile con me Nath ma non vorrei approfittarne tu e tua madre avete giá fatto tanto per me e mi conoscete appena.-

-Si vede che sei una brava ragazza Clem quindi lo prendo come un sì, resterai con noi fino all'apertura delle porte dell'accademia.- mi dice per poi andarsene soddisfatto senza darmi neanche il tempo di replicare.

Devo ammettere che rimanere qui se la scelta più saggia anche perchè non so proprio come riuscirei a sopravvivere un mese in questo posto.

La Ragazza Di CartaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt