(S)he Look So Perfect

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"I made a mixtape straight out of '94,
I've got your ripped skinny jeans lying on the floor,
And I know now, that I'm so down...
Hey!
You look so perfect standing there"

Leo stava partendo. Il suo migliore amico stava partendo.
Non era fantastico?
No, certo che no.

Aveva salutato tutti, da Hazel a Rachel, da Piper ad Annabeth, perfino Frank. E poi c'era stato lui, quando gli si era piazzato di fronte.
Jason non voleva piangere, non piangeva spesso, anzi, quasi mai.
Era solo che gli occhi del suo amico lo stavano guardando, in quel momento, e le labbra erano ancora un ghigno.
Si erano dati una pacca sulla spalla, come Leo aveva già fatto per gli altri, ed era stato troppo comune.

E allora si erano stretti, e una sorta di pressione aveva insistito sulle palle di Jason, ed è lí che aveva pianto. E poi al fianco di Leo, che stava categoricamente affermando che era la cenere di qualche focolare che aveva accesso più in là ad essersi adagiata sui suoi occhi, facendolo piangere, mica commozione, si materializzó Calypso, che aveva sorriso cordialmente.
Forse si sentiva in colpa per il loro addio, ma Jason non l'odiava, per questo. Il loro era amore, dannazione. Se lei lo aveva proposto, e Leo prontamente aveva accettato, non era colpa sua.
Lui abrebbe fatto lo stesso... per Percy.

Qualche tempo fa, si intende.

Fu quando Leo fece un cenno oltre di lui, indirizzato a qualcosa dietro le sue spalle, che Jason lo vide.
Era dietro di lui, le mani nelle tasche dei jeans e l'aria di chi è inadeguato, mischiata all'aria di chi si è appena alzato.
Un sorriso intenerito e spontaneo crebbe spontaneo sul viso di Jason, che non si riscosse dal fissarlo finché Leo non lo rigiró dalle spalle.

"Stai piangendo, hermano." Jason si afferró il labbro tra i denti, sentiva ancora la cicatrice sul labbro superiore. Sorrideva, sia lui che Leo, e forse per non finire in singhiozzi.

"Lo stai facendo anche tu, sai?" Gli fece notare, guardando gli occhi lucidi di Leo e sentendo una lacrima sulla propria guancia.

"Sei proprio un deficiente nato, Grace." Se ne uscì lui, tirando su col naso.

"Non ti rubo il posto, Valdez" a quel punto, se lo ricordavano bene, si erano stretti ancora, e Jason -oltre la spalla dell'amico- riuscí a scorgere Calypso.
Le sorrise, e le mimó un trattalo bene.

"Mi scriverai, vero?" Aveva urlato il ricciolo, in piedi tra la macchina e lo sportello aperto.

"Sicuro!" Lui aveva sorriso, sedendosi nell'auto e annuendo.
Piper era scoppiata in lacrime, figuriamoci, e Jason l'aveva stretta a sé.
Leo aveva fissato per un attimo il volante nelle sue mani, poi aveva messo in moto e si era girato verso di loro, prima di partire, alzando una mano in segno di saluto.
Hazel l'aveva agitata, Annabeth aveva sorriso, Frank aveva fatto un cenno con la testa.

"Ci vediamo quando torni, Valdez!" Urló il biondo. Il sorriso del ricciolo vacilló, e Jason per un attimo fu assalito dal panico.
"Perché tornate, vero?" Chiese, velocemente. Ma il sorriso dalle labbra dell'amico era sparito, e così anche lui, infondo alla strada.

Quando furono rimaste solo poche persone, un po' di polvere, e nient'altro che angoscia e timore, Jason si alzó dalla panchina su cui era rimasto tutto il tempo e aveva rizzato le gambe, facendo scricchiolare le ossa delle ginocchia. Forse era stato seduto lì un po' troppo.

Piper se n'era andata poco fa. Annabeth e Rachel con lei. Se non fosse stato per Hazel, che si intravedeva ancora in fondo alla strada, Jason era convinto di essere rimasto solo.
Fin quando un ehi, Jas, non lo stordí, pietrificandolo lí sul posto.
Si giró, trovandosi Percy davanti.

Never Be Alone // JercyWhere stories live. Discover now