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Susan scese velocemente le scale del terrazzo, contando ogni singolo minuto dal suo vecchio orologio da polso che Marlene le aveva regalato qualche mese fa. Era di cuoio marrone e spesso Susan doveva regolarlo più volte, ma lo aveva chiesto spesso a sua madre poiché lo teneva lì, dentro il suo bauletto in camera senza usarlo mai.

Poi a Susan non dispiacevano le cose vintage, Marlene l'aveva appassionata al riguardo, anche se non ricordava bene come. Raggiunse la porta che dava accesso ad uno dei corridoi scolastici, costellati di armadietti e aule. Ma la sua, purtroppo, si trovava due piani più su, perciò avrebbe perso altri preziosi minuti.

E ogni minuto perso la avvicinava ad una rimproverata sempre più umiliante a parte della Professoressa Carter. Quell'insegnante non stava simpatica a nessuno e insieme al Professor Smithers, che insegnava inglese, contribuivano perfettamente a rovinare la giornata agli studenti con i loro modi di fare severi e rigidi.

Più che altro, la Carter era sempre costantemente rigida e severa, mentre Smithers sembrava quasi divertirsi facendo il severo. Susan lo definiva sadico, ma sua madre sosteneva che ogni volta che diceva così esagerava e rendeva la situazione più grande di quello che era. Certo, lei parlava da madre, ma avrebbe dovuto vederlo nei momenti in cui assegnava una grande quantità di compiti sapendo che il giorno dopo i suoi alunni avrebbero dovuto fare ben due verifiche in classe. Ed era successo, più volte.

Ma in effetti quell'uomo era stato tradito ben due volte dalla moglie e stava affrontando un divorzio, quindi... no, Susan non l'avrebbe mai capito. La gente non dovrebbe sfogarsi sugli altri, eppure lo fa lo fa costantemente, anche lei stessa in verità lo aveva fatto più volte nei confronti della sua amica Charlotte, una sua compagna di classe, una delle poche con la quale aveva fatto amicizia, ma solo negli ultimi due mesi dello scorso anno, da quando erano rimaste chiuse dentro la palestra. Susan ricordava bene come non si fossero mai parlate prima di quel giorno.

I corridoi erano comunque molto silenziosi a parte qualche inserviente di qua e di la che Susan riuscì ad evitare con maestria e qualche studente che usciva dai bagni. In ogni caso, riuscì comunque a raggiungere la sua aula senza creare problema alcuno, o almeno, questo è quello che sarebbe successo se una voce dal fondo del corridoio non l'avesse chiamata più volte creando disordine e irritazione nella sua testa, nella sua anima e nel suo corpo.

Jessica Smith, una sua compagna di classe, con un biondissimo caschetto con la frangia e occhiali da vista dalla montatura nera più grandi della sua faccia. Era carina, secondo Susan, aveva graziosi e grandi occhi verdastri, simile al colore delle olive e con qualche sfumatura di castano chiaro intorno all'iride. Però purtroppo, quasi tutti si approfittavano della sua disponibilità e del suo essere così gentile. Persino i professori, la Carter di sicuro l'aveva mandata a cercarla, senza preoccuparsi del fatto che avrebbe potuto farle perdere minuti utili per il compito e venirla a cercare lei in quanto sua professoressa.

Susan fece segno a Jessica di stare zitta, non voleva che la loro professoressa avvertisse la loro presenza dietro la porta. Non conveniva. Odiava la freddezza di quella donna, odiava proprio la freddezza in generale e come spesso venivano trattate persone gentili come Jessica.

-Se avete finito di fare salotto, vi conviene entrare immediatamente in classe.- Ed ecco che quella voce gelida le attraversa le orecchie nuovamente, non lasciando alcuno scampo all'Era Glaciale che irrita ogni singola cellula del suo cervello. No, davvero, quel tono così privo di alcuna emozione provocava in Susan un senso assoluto di odio.

-Mi scusi, professoressa- E dopo aver rivolto a Susan un augurio di buona fortuna con lo sguardo, Jessica torna al suo posto, riprendendo a scrivere sul suo foglio quasi completamente pieno di inchiostro. Almeno la sua compagna sembrava cavarsela... lei aveva perso circa mezz'ora di compito.

L'Unica Figlia Di Artemide - Il Sigillo Dell'OlimpoKde žijí příběhy. Začni objevovat