Antefatto

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LONDRA 1874

Margot viveva nella periferia di Londra, in un quartiere malfamato, pieno di persone sospette. Viveva nell'orfanotrofio di Waterloo Street al numero cinque.
Era un grande edificio spoglio, grigio e desolato, per ciò non spiccava particolarmente fra le altre case del quartiere, anzi, un passante non ci avrebbe proprio fatto caso.
Per coloro che ci vivevano era diventato un pensiero fisso, a loro incuteva timore.
Già, ormai incuteva timore.
Margot aveva una piccolissima sorella, era ancora in fasce. Sua madre era morta dandola alla luce.

Prima di finire all' orfanotrofio Margot viveva in una minuscola casetta nella campagna vicino Londra.
Aveva ancora vivida davanti a sé l'immagine dei suoi genitori sorridenti; si ricordava di come era accogliente la loro casetta, di come erano felici.
Ma poi ripensava alla madre; ripensava a suo padre, all' ultima volta che l'aveva visto. Era uscito la mattina presto quando era ancora buio per andare a lavorare nei campi, come sempre; ma non aveva più fatto ritorno.
Poche settimane dopo si era trovata senza genitori.

Il signor e la signora Bone che vivevano lì vicino si erano presi la briga di portare Margot e la neonata in città; ma non si erano scomodati a fare di più per le sorelle.
Margot aveva una volontà di ferro, aveva deciso di non arrendersi, aveva deciso che ci sarebbe pur stato qualcuno che le avrebbe accolte e si sarebbe occupato di loro.
Sapeva che da qualche parte c' erano ancora i loro genitori che la sostenevano, le avevano voluto tanto bene, che non potevano essersene andati così, non potevano non esserci più. Eppure aveva una gran voglia di mollare tutto e mettersi a piangere; si sentiva sola e spersa in un mondo a lei avverso e ostile. Non ce la faceva più, era un peso troppo grande per lei.

Ma per un caso fortunato la signora Twinkle, uscendo dalla taverna del Cercatore quel giovedì mattina notò una piccola creatura rannicchiata in un angolo della stradina e si avvicinò incuriosita.
Fu così che Margot fece la conoscenza di Amanda Twinkle ed entrò nella taverna del Cercatore; era una piccola osteria nascosta in uno dei tanti vicoli bui del centro di Londra.

Non c'era un' insegna o un qualche indizio che facesse riconoscere di trovarsi di fronte a una taverna, a prima vista il locale non sarebbe stato minimamente notato.
Per quanto volesse sembrare inospitale o addirittura abbandonata da fuori, bastava varcare la soglia per dover ammettere di essersi  del tutto sbagliati sul conto della taverna.
Tutte le pareti, il soffitto e il pavimento erano rivestiti da vecchio legno scurito dal  fumo; scricchiolava in modo sinistro quanto vi si camminava ed emanava un profumo dolciastro, di resina e legno vecchio, che si confondeva con un leggero odore di cera d'api, spezie provenienti da paesi lontani e un aroma di piante aromatiche essiccate.
Abituandosi alla semioscurità della stanza si potevano distinguere anche i tavoli, le sedie e delle panche. Ma l'attenzione veniva subito catturata dagli strani soprammobili e oggetti in un grande scaffale in fondo alla stanza, sembravano provenire da terre lontane e sconosciute. C'erano ricostruzioni perfette nei minimi particolari di velieri e caravelle, libri antichi con la rilegatura in pelle ormai usurata dal tempo, in un barattolo di vetro era stata messa una cabosside di cacao essiccata.
Forse tutto ciò non sarebbe stato particolarmente interessante per una persona che aveva viaggiato, che aveva visto delle navi, il cacao e forse era stata perfino in America. Ma per Margot, che possedeva solo quell'unico libro su cui aveva imparato a leggere, che considerava l'America come parte di un altro mondo e che non aveva mai visto una nave, quegli oggetti costituirono subito un motivo per dimenticarsi almeno per un attimo della sua situazione.

La signora Twinkle fece sedere Margot nell' osteria, e non le fu nemmeno necessario chiamare la padrona che era già accorsa.
Priscilla Thomson era una donna di mezza età, abbastanza robusta, aveva un'espressione perennemente affannata, era piuttosto pettegola, ma in fondo aveva un animo buono.
Priscilla si preoccupò subito di trovare una balia per la neonata, si era già messa cappotto e scarpe, stava per avvolgere la sciarpa quando la signora Twinkle la fermò
- Priscilla ! Se ne occuperà la signora Crawford, rimani qua -
La signora Thomson si girò di scatto -La signora Crawford ? Le porterai con te alla casa ?
- Mentre parlava la sua voce si era abbassata sempre di più e finì per fissare Amanda Twinkle con uno sguardo interrogativo quasi di rimprovero.
Amanda, abituata ad avere sempre l'ultima parole e le redini in mano a tal punto da sembrare quasi scorbutica, fece finta di non notare quello sguardo e si rivolse a Margot
- Allora bambina, dimmi, da dove vieni ?-
Margot, nonostante non avesse ancora ben capito cosa le stava accadendo ed essendo quindi stata in perfetto silenzio fino a quel momento, non si trovò impreparata alla domanda
- Sono Margot Anderson-  La signora Thomson fu scossa da un improvviso attacco di tosse e questa volta fu Amanda a rivolgerle uno sguardo riprovevole  - Vengo dal Kent-
-I tuoi genitori ?-
- Sono morti, Signora-
A queso punto Amanda rimase in silenzio per qualche istante;  Priscilla osservava la situazione e presa dal suo nervosismo innato incominciò ad aggiustarsi il cappotto con gesti affrettati, si schiarì la gola, era certamente a disagio.
Margot cercava di non pensare ai genitori, e fu in quel momento che Amanda con voce grave le disse - Bene, da ora in poi ti chiamerai Ellen Clarkson, i tuoi genitori sono morti di  tubercolosi e tu abitavi in Parker Avenue - A questo punto fece una breve pausa e inspirò profondamente - Non devi dire a nessuno chi sei veramente, a nessuno. Capito ? -
Margot, scossa, annuì seriamente.
La signora Thompson che non sopportava più tutta quella tensione si diresse in cucina per preparare un pranzo per Margot ma Amanda ringraziò; prese Margot sottobraccio, avvolse la neonata,che stava piangendo e strillando, in una coperta e fece per uscire dalla Taverna. Priscilla la pregò di fermarsi e delicatamente le prese la bambina di mano e tenendola sulle braccia incominciò a cullarla lentamente; ma la neonata non si lasciò calmare, aveva fame. Così Amanda gliela strappò di mano e senza proferire parola abbandonò la locanda trascinandosi dietro Margot.

Margot AndersonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora