2-DAYA

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"Oh-oh" Rachel ridacchiò, coprendosi la bocca con una mano in un gesto elegante e birichino mentre fissava un punto alle mie spalle. Io inarcai un sopracciglio.

"Che c'è?" Domandai curiosa, voltandomi per capire che cosa suscitasse la sua ilarità.

"Non girarti!" Mi intimò lei, afferrandomi per un braccio, costringendomi a non muovermi. "Simon ti sta fissando spudoratamente il culo. Di nuovo."

"Oh Cristo." Sbuffai, alzando gli occhi al cielo, aprendo l'armadietto per mettere a posto i libri di quel giorno e prendere quelli che mi sarebbero serviti per fare i compiti per il giorno dopo.

"Andiamo, non fare la preziosa. Sarai anche l'albina più figa d'America, ma non ti puoi permettere di rifiutare uno come Simon!" insistette Rachel, lagnandosi. Io grugnii un offesa a mezza voce, continuando ad ignorarla.

Erano anni che Simon Evans mi fissava di sottecchi a mensa e in classe, ed in un primo momento ero stata anche al gioco, finché non avevo capito che non aveva intenzione di fare il primo passo.

"Secondo me dovresti andare a parlarci." Fece Rachel, appoggiandosi con una spalla agli armadietti mentre fissava ancora lo stesso punto alle mie spalle.

"Secondo me dovrebbe tirare fuori le palle." Ribattei, prima di chiudere l'armadietto e sospirare, esasperata. "E smettila di fissarlo!"

"Okay, okay" disse lei, sollevando le braccia "ma sta' calma!" M'intimò alzando gli occhi al cielo.

"Piuttosto, che cosa fai stasera?" Si ricompose mentre ci dirigevamo all'uscita. Io mi strinsi nelle spalle.

"Pizza e film con mia zia?"

"Me lo stai chiedendo o me lo stai dicendo?" Rachel ridacchiò, stringendosi nel cappotto quando uscimmo. "Perché se volessi invitarmi sappi che io ci sto."

Feci una smorfia.

"Non per essere maleducata Rachel, lo sai che Johanna ti considera di famiglia... Ma è piuttosto strana ultimamente e ha qualche problema a controllarsi." Rachel si rabbuiò.

"Ha le visioni?" Io annuii, mordendomi il labbro inferiore.

"Quindi dici che non è un buon momento per farmi leggere la mano?" Io le rifilai uno scappellotto sul braccio, ridacchiando. "Volevi farti leggere la mano da mia zia?!"

"Che c'è? Mia madre dice che è davvero brava!"

Spalancai occhi e bocca, scioccata da quella rivelazione.

"Tua madre si fa fare i tarocchi da mia zia?"

"Te l'ho detto che è brava!"

Io sbuffai, incredula mentre raggiungevamo la fermata dell'autobus.

"Aspetti con me?" Mi chiese Rachel mettendosi a sedere sotto la pensilina. Io scossi la testa, indicando il cielo.

"Vorrei, ma devo darmi una mossa se non voglio bagnarmi."

Rachel osservò il cielo nuvoloso con aria omicida. Ero certa che stesse incolpando il tempo per avermi strappata alle sue chiacchiere, ma dopo un po' sospirò e mi congedò con un sorriso ed un bel bacio dritto in fronte.

"Muovi quel culo!" M'intimò, scherzando, ed io mi voltai per farle il dito medio.

Mentre camminavo verso casa, però, avvertii una strana sensazione, come se qualcosa dentro di me si irrigidisse ed un brivido mi colse, percorrendomi la spina dorsale e ghiacciandomi il cervello.

Una vocina dentro di me mi faceva sentire osservata e mi imponeva di voltarmi per sincerarsi che non fosse così, che gli occhi che mi sentivo puntati addosso altro non erano che il frutto della mia immaginazione, ma l'istinto mi ruggiva dentro e mi intimava a proseguire a passo più svelto verso casa.

The last DirewolfWhere stories live. Discover now