Cap. 2 Trey

2.4K 141 0
                                    

II brividi diventarono sempre più intensi, i movimenti più scomposti e la luce più accecante; un momento immobile nel tempo in cui il cervello si spegneva e la vita non sembrava avere nessun peso e nessuna responsabilità

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

II brividi diventarono sempre più intensi, i movimenti più scomposti e la luce più accecante; un momento immobile nel tempo in cui il cervello si spegneva e la vita non sembrava avere nessun peso e nessuna responsabilità. Il vuoto, quel nulla che tutti avrebbero voluto fare proprio per più tempo, ma, si sa, il sesso è qualcosa di effimero. Grugnì a labbra serrate riversandosi nel preservativo e fu tutto finito.

Pochi secondi - beh, forse qualcuno di più - e quel corpo caldo ed accogliente, che lo aveva stretto come velluto liquido, assunse i contorni di una gabbia. L'ennesima nella sua vita.

Rabbrividì e si sfilò afferrando la base del preservativo prima di gettarlo nel cestino accanto ai suoi piedi. Benedetta organizzazione! Pochi gesti e i pantaloni tornarono al suo posto insieme ai boxer, come se nulla fosse successo. Qualcuno lo biasimava perché si limitava ad abbassare la zip il giusto necessario, ma Trey sapeva cosa desiderava e, soprattutto, in quale modo.

Gli occhi scuri, forse nocciola, incrociarono i suoi ancora appannati dal piacere. Quelle labbra rosse che prima lo avevano stregato sembrarono solo pronte a socchiudersi per dire qualcosa che lui non voleva sentire.

«Alla prossima...» un sorrisetto sghembo accompagnò quel saluto impersonale, mentre il suo corpo si diresse verso la porta. Aveva visto il sobbalzo leggero della ragazza della quale non ricordava il nome, ma non intendeva cambiare il suo modo di essere. Sapeva di essere un bastardo, ma per lo meno era un bastardo onesto. Non prometteva e non voleva promesse a sua volta. Un incontro anonimo in cui entrambe le parti traevano il meglio. Cosa potevi volere ancora?

Cercava un minuto di oblio, niente di più. Quando le sue palle si erano svuotate tutto il resto diventava schiacciante. La voce troppo acuta, le luci troppo forti, i profumi troppo intensi; tutto quello che lo aveva attratto diventa un magnete contrario spingendolo ad allontanarsi il più in fretta possibile.

Le luci stroboscopiche mischiate alla coltre bassa di fumo colpirono i suoi occhi obbligandolo a stringerli. Merda! Ne aveva già le palle piene e voleva andarsene a casa, ma non poteva farlo senza Evan.

Individuare la sua figura non fu troppo difficile per Trey. Sarebbe stato capace di farlo tra centomila esseri umani. Aiutava il fatto che Evan difficilmente si allontanava da dove veniva lasciato al momento "dell'abbordaggio". Comodo.

Si fece largo tra la folla di corpi fino ad arrivare accanto a lui e prendere posto sullo sgabello, la spalla a contatto, come era stato fin dal primo momento. Inspirò a fondo riuscendo a catturare un lieve sentore di Eternity e sentì i muscoli rilassarsi.

«Soddisfatto?» Spostò gli occhi incrociando quelli maliziosi del cameriere. Jay? Ray? Non lo ricordava.

Scrollò le spalle senza fornire una risposta e strinse le dita intorno al bicchierino di tequila che gli venne allungato.

Non amava i commenti post-coito, li trovava inutili e sterili.

Le sue palle stavano decisamente meglio, ma non era certo che quella fosse la risposta che il ragazzo voleva sentire.

Evan? Lui non aveva bisogno di chiedere, lo conosceva.

Il calore confortante proveniente dal loro leggero contatto spinse la sua mente indietro nel tempo, ad un ragazzino ossuto e lentigginoso di 13 anni, che aveva raddrizzato le spalle e gli aveva teso la mano. Spavaldo? Forse, ma qualcosa nei suoi occhi azzurri lo aveva catturato. C'era una tristezza che non avrebbe saputo definire a parole, mischiata con la determinazione di dimostrare che ce l'avrebbe fatta sempre e comunque.

Erano passati anni da allora, eppure loro erano ancora insieme, uniti come solo due grandi amici possono esserlo.

Voltò il viso cercando di catturare gli occhi azzurri, ma si rense conto che questi erano concentrati su qualcosa al di là del bancone. Pochi secondi e l'oggetto in questione venne messo a fuoco.

Non qualcosa, ma qualcuno stava cercando di attirare l'attenzione di Evan. Perlustrò quel corpo muscoloso con gli occhi e colpì giocosamente la spalla accanto alla propria.

«Ti sei dato da fare durante la mia assenza, ma credo che sia il momento di decidere cosa vuoi fare di lui...» chinò il busto inalando l'aroma di Eternity mischiato al sudore e alla birra mentre un sogghigno illuminò i suoi occhi «Non è carino lascialo in forse...» Spostò nuovamente gli occhi sul soggetto in questione vedendo un biondino strusciarsi al suo fianco fino ad attirarne l'attenzione.

«Hai perso la tua occasione...» accompagnò quelle parole con uno schiocco di lingua ignorando la sensazione di leggerezza provata alla bocca dello stomaco.

Sapeva essere un bastardo egoista se voleva e questa non era altro che la riprova.

Lanciò le banconote sul piano di legno e si alzò in piedi. «Andiamocene a casa, mi sono rotto...»

Si avviò verso l'uscita sicuro che sarebbe stato seguito. Da un po' di tempo sembrava che Evan detestasse le loro serate nei locali. Nei suoi occhi c'era sempre una luce cupa e si rifiutava di fare sesso in compagnia. Passava la serata al bancone scrutando la folla senza farne davvero parte. Che spreco!

L'aria afosa della notte lo spinse a gonfiare i polmoni in cerca di ossigeno più pulito, ma sembrò un'impresa inutile e il silenzio tra di loro si fece opprimente come la cappa sotto cui camminavano.

«Perché non hai colto l'occasione? Quello ti stava mangiando con gli occhi... »

«Non era il mio tipo... »la voce laconica di Evan sovrastò appena il traffico cittadino intorno a loro.

«Sei troppo sofisticato, amico. In fondo si tratta solo di un buco da riempire, nulla di più...»

Eppure mentre salivano sul taxi che li avrebbe riportati all'appartamento che condividevano, non poteva negare di essere soddisfatto. Evan era sempre stato diverso da lui, più profondo, più sentimentale...Più Evan, e Trey si augurava che questo aspetto del suo amico non cambiasse mai.

rts_spOۚf��z

Catch the fireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora