Epilogo

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New York,

17 settembre 2015

Le persone entrano a far parte delle nostre vite per un motivo: ognuna di loro ci aiuta a crescere, nel bene o nel male. Ogni singolo essere umano che incontreremo sul nostro cammino sarà in grado di insegnarci qualcosa e che lo si voglia o no è giusto accettare i sacrifici che il Signore ha deciso di affidarci.

Non so se il mio nome verrà ricordato nel corso degli anni, né tanto meno se la mia storia verrà tramandata di generazione in generazione. Potrei benissimo morire e non lasciare alcun ricordo della mia esistenza, nella consapevolezza di continuare ad essere amata da tutti coloro che nel corso del mio cammino terreno hanno contato molto per me.

Non sono una donna che vale la pena essere ricordata da fin troppe persone; sono una persona che ha amato, sofferto, vissuto tanto quanto molto probabilmente lo hanno fatto tutti a questo mondo. Ho vissuto i miei giorni attimo dopo attimo senza lasciare la possibilità ad una qualsiasi futile sciocchezza di ostacolare il mio meraviglioso viaggio che presso a poco volgerà al termine.

Ho amato un solo uomo con tutto il cuore e l'anima, dal primo momento in cui il mio sguardo ha incontrato i suoi dolci occhi caramellati. Ho amato il padre dei miei figli, il compagno di una vita che mi è stato affianco nonostante la indistruttibile distanza. Ho vissuto al massimo delle aspettative nella consapevolezza di essere ogni giorno più vicina dal poterlo rincontrare. 

Non so cosa mi aspetterà domani, ciò che conta è l'aver vissuto oggi; posso dire di essermi avventurata nella più magiche delle avventure, affiancata da persone dal cuore d'oro, capaci in un qualsiasi momento di essermi da sostegno. 

Sono di nuovo qui, curva sulla lapide che porta il suo nome e stringo tra le mani il libro che narra la storia di una timida ragazzina di città che ha imparato ad amare ma soprattutto, ha imparato a farsi amare. Se un giorno di tanti anni fa avessero detto a quella ragazzina che la sua vita sarebbe cambiata per sempre una notte di inizio estate, molto probabilmente non ci avrebbe mai creduto. Eppure il destino volle che quella volta ad accoglierla ci fosse il vero amore, l'uomo che le sarebbe rimasto impresso nel cuore per il resto dei suoi giorni.

Ancora curva sulla lapide poso su essa la solita rosa bianca, le sue preferite. Poggio la nuova e tolgo via la vecchia, simbolo di rinascita: il sole è sorto da tempo ma non importa, un nuovo giorno è ormai alle porte e una nuova avventura mi aspetta. 

Sorrido fissando la foto del sorriso a trentadue denti di quel ragazzo dai capelli dorati e occhi caramellati: stando lì mi sembra ancora di poter udire la sua risata, quella che mi faceva sempre stare tremendamente bene. Accarezzo il suo volto come se fosse reale e poi bacio le dita, poggiandole sulle sue labbra. 

I petali della ormai appassita rosa svolazzano via in balia di un lieve venticello; portano con sé ricordi, perché ogni singolo petalo è una storia nuova. 

Mi alzo tremante, cercando di sorreggermi con quelle poche forze che mi sono rimaste ma non piango, non lo faccio oramai da tanto tempo. Ho dimenticato l'ultima volta che l'ho fatto, molto probabilmente sarà stato tanti anni fa. Ho promesso a quel ragazzo che non avrei mai più sofferto nel ricordare i giorni passati in sua compagnia, ma che in realtà sarebbero rimasti impressi nella mia mente con il sorriso.

Stringo ancora di più il libro nelle mani sentendo le forze abbandonarmi secondo dopo secondo, riesco però a raggiungere l'uscita dopo aver salutato il ragazzo e avergli dato appuntamento nel nostro solito posto. Presto ci saremmo rivisti, dopo lunghi anni.

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